Kane & Lynch: Dead Men

Kane  Lynch Dead Men
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In questi ultimi tempi in cui il gaming on-line si va consolidando anche su console, cominciano a prender piede anche le così dette modalità "cooperative".
In pratica, a differenza delle classiche modalità scontro, in cui ci si trova per fraggarsi di santa ragione su mappe costruite ad hoc, la modalità cooperativa è fatta apposta per permettere a più giocatori di affrontare assieme i livelli dello story mode.
Gears Of War ed Halo 3 hanno ormai visto un numero altissimo di giocatori darsi appuntamento sul Live per portare a fine il gioco assieme. Ancor più basato su questo aspetto sembra essere il venturo Army Of Two che, come suggerisce il nome stesso, fonda il suo concept di gioco proprio sull'iterazione di due personaggi. Iterazione che ovviamente può avvenire anche mediante la ormai famosa "coop online".
Ebbene lo stesso ci si aspettava da questo Kane & Lynch, dato che le immagini ed i filmati rilasciati sino ad oggi facevano sembrare scontata un'iterazione di questo tipo. Aihmè così non è, o meglio, precisiamo che la modalità cooperativa è si presente ma solamente tramite uno scomodo e poco lungimirante split-screen.

Una rapina alla maniera di Kane & Lynch
Una rapina alla maniera di Kane & Lynch
Le scenografie richiamano fortemente il tipico immaginario hollywoodiano
Le scenografie richiamano fortemente il tipico immaginario hollywoodiano
Il livello all'interno della discoteca è uno dei più originali ed accattivanti del gioco
Il livello all'interno della discoteca è uno dei più originali ed accattivanti del gioco

Violenza con criterio
Perché abbiamo cominciato la recensione con questa scomoda precisazione?
Perché a nostro avviso si tratta di una componente che avrebbe potuto dare molto al gioco in termini di godimento e gameplay. Kane & Lynch infatti si basa molto su questo dualismo tra i personaggi, sul loro interagire verbalmente e fisicamente.
Anzi, si può affermare che il vero e proprio fattore aggiunto di questo gioco sia la caratterizzazione dei due protagonisti. Presi singolarmente forse non rappresenterebbero questa gran trovata a livello di sceneggiatura. Assieme invece formano una coppia estremamente carismatica.
Questo come dicevamo è stato reso non solo mediante una trama che, seppur a tratti banale, pesca a piene mani dal genere hard-boiled hollywoodiano, ricreando pertanto un'atmosfera cinematografica accattivante, ma anche attraverso uno script dei dialoghi curato e di sicuro impatto.
A tal punto che il gioco è rivolto solamente ad una fascia d'utenza di età adulta. Questo proprio perché nei dialoghi tra i personaggi troviamo contenuti espliciti come raramente si osa proporre nei videogames. Noi ci sentiamo di appoggiare la scelta stilistica del gioco, dato che supportiamo la libertà di espressione, specialmente quando non si ricorre a violenza e linguaggio scurrile per ottenere un prodotto commerciale di bassa lega, bensì se ne fa un uso consapevole, ovvero supportato da una motivazione stilistica consapevole.
Purtroppo la violenza si trasferisce dai dialoghi in corso tra i protagonisti a quella che il giocatore subisce quando si scontra con un sistema di controlli alquanto discutibile.

Non che Dead Men sia un titolo ingiocabile, ma sicuramente non lo si può definire al passo coi tempi per quel che riguarda l'architettura del gameplay.
Infatti, in questo action 3d dallo schema tutto sommato abbastanza lineare, il controllo del protagonista è falcidiato da un sistema di mira impreciso, affetto da bug e per questo frustrante.
Fa piacere constatare che nello sparo di un fucile automatico si calcola l'alzo dello stesso e che quindi la mira sia influenzata da questo aspetto, però vedere che i colpi partono a destra e a manca un po' troppo casualmente non ci fa altrettanto piacere.
Il bug a cui ci riferiamo invece fa riferimento ai momenti in cui si cerca riparo dietro a qualche oggetto o struttura. Già di per se questo aspetto, che punta alla massima immediatezza, ci pare di per sé alquanto macchinoso. Infatti per cercare ad esempio copertura dietro ad una trave o ad una vettura basterà correre verso di questa e continuare a spingere lo stick analogico in quella direzione. Non sempre però il personaggio troverà riparo immediatamente e altrettanto dicasi per quando si cercherà di togliersi da quella posizione. Ma l'aspetto "buggato" viene a galla quando si va a sparare. Ci è capitato più volte infatti di sporgerci per fare fuoco tramite il tasto L2 (ovvero quello che permette di prendere la mira in modo più preciso) e di vedere i nostri colpi creare buchi e solchi sulla struttura a cui ci stavamo appoggiando.

Non sono particolari che ci si aspetta di trovare di questi tempi, almeno non in un gioco curato.
Per il resto come gameplay il gioco si difende e non è nemmeno troppo malvagio. Ci sono punti più riusciti ed altri magari meno, ma va sicuramente apprezzata una certa varietà situazionale.
Segnaliamo ad esempio una scena che ci vede cercare di fermare le auto della polizia a suon di piombo dal retro di un furgone, oppure il livello all'interno di un'affollatissima discoteca, in cui dovremo farci largo al buio in mezzo alla folla, cercando di trasportare con noi un ostaggio sino all'uscita.
Alla classica situazione dello sparatutto in terza persona si aggiunge una piccola componente strategica mediante gli ordini che è possibile impartire a Lynch e agli altri compagni (ogni tanto infatti assieme al compare pelato ci verranno affidati altri soggetti). Si tratta di ordini piuttosto semplici come "stai fermo", "raggiungimi" o "fai fuori quel tale"...
Il sistema non regala chissà quali soddisfazioni e spesso e volentieri si preferirà prendere l'iniziativa autonomamente, a meno che non sia espressamente previsto l'intervento di un compare, anche perché l'IA risponde in modo altalenante. Altrettanto dicasi per l'IA dei nemici, che si dimostrano a tratti furbi a tratti maldestri in maniera clamorosa.

Eccoci nelle primissime fasi di gioco, in fuga dalla polizia in mezzo ad una folle sparatoria
Eccoci nelle primissime fasi di gioco, in fuga dalla polizia in mezzo ad una folle sparatoria
Di quelle colonne di marmo rimarrà solo il torsolo quando avremo dato fondo alle nostre risorse
Di quelle colonne di marmo rimarrà solo il torsolo quando avremo dato fondo alle nostre risorse
Un'entrata in scena a dir poco prorompente
Un'entrata in scena a dir poco prorompente

Dalla parte dei "cattivi"
Prima di passare al giudizio sul piano tecnico, ci sembra giusto spendere due parole riguardo alla trama. Come abbiamo anticipato, pesca a piene mani dai classici film d'azione del cinema hollywoodiano con qualche sfumatura alternativa.
La prima di queste si palesa nel fatto che non vestiremo le parti di due integerrimi protagonisti pronti a tutto pur di far prevalere la giustizia. Anzi, sarà l'esatto contrario.
Infatti Kane e Lynch sono due killer spietati giunti sul punto della loro esecuzione per via della pena capitale pendente su di loro a causa delle loro malefatte.
Mentre sono scortati verso il braccio della morte, vengono liberati da un commando di malfattori, i quali in passato hanno avuto a che fare con Kane. Si tratta di un'organizzazione criminale di cui egli stesso faceva parte e alla quale avrebbe sottratto il bottino di una passata scorribanda.
Gli ex compagni di Kane ovviamente si vogliono impossessare di quel bottino e pertanto incaricano lui di provvedere al recupero, e si procurano la sua collaborazione tenendo in ostaggio la sua famiglia (formata da moglie e figlia). Kane verrà quindi accompagnato da Lynch, un individuo che, pur malato e schizofrenico e che da spesso in escandescenze, rappresenta un'ottima spalla per il nostro protagonista, vista la sua abilità con le armi e l'esperienza nel campo delle azioni forsennate.

Il tutto si svolge tra scenari metropolitani contemporanei quali superstrade, grattacieli, discoteche...
La rappresentazione degli ambienti non è particolarmente dettagliata eppure riesce a dare un impatto generale tutto sommato discreto per via di un ottimo sfruttamento della palette di colori, capace di restituire una sensazione cinematografica ed al contempo realistica.
Gli oggetti su schermo sono costituiti di un numero di poligoni non esaltante, e la stessa qualità delle texture non fa gridare al miracolo, sia per quel che riguarda i personaggi, sia per gli edifici, le vetture e quant'altro.
Anche il motore fisico non è il massimo delle gioie. Si sente la mancanza di un ragdoll fatto come si deve dato che i nemici, quando colpiti, non reagiscono in modo più di tanto credibile all'impatto con i nostri colpi e altrettanto dicasi per le autovetture.
Tutto un altro discorso invece per quel che riguarda l'audio.
Sebbene infatti la colonna sonora non risalti particolarmente per via di musiche piuttosto anonime, se non persino assenti, il gioco si rifà completamente dal punto di vista degli effetti, messi in risalto da un sistema surround con i fiocchi che renderà ancor più spettacolari le sparatorie, e soprattutto dai dialoghi ben sceneggiati e altrettanto ben recitati in italiano.

Concludiamo la disanima di questo titolo tornando al punto da cui siamo partiti, ovvero la parte on-line. Se è vero che manca la cooperativa, il gioco offre però una modalità on-line tutto sommato interessante. Si tratta di una sorta di guardie e ladri, a cavallo tra uno Sprinter Cell ed un Saints Row, in cui sparare e rincorrersi all'impazzata con però un pizzico di strategia e furbizia.
Niente di trascendentale ma comunque un'aggiunta gradita che aiuta il titolo sul fronte della longevità, anche in considerazione di uno story mode non troppo lungo.

In questo caso non c'è più molto da fare
In questo caso non c'è più molto da fare
Lynch ha dei modi di fare non proprio galanti
Lynch ha dei modi di fare non proprio galanti
I modelli poligonali di auto e personaggi non sono molto rifiniti
I modelli poligonali di auto e personaggi non sono molto rifiniti