KARMA: the Dark World – la recensione dell'avventura distopica cinematografica
Un'avventura grafica con una pennelata di horror/action in un mondo distopico
KARMA: The Dark World è un'avventura grafica sviluppata del team cinese Pollard Studios, fondato nel 2018 ma che ha varato questo suo primo progetto proprietario nel 2021. Pubblicato da Wired Producition, KARMA: The Dark World trasporta il giocatore in un ipotetico e distopico periodo storico compreso tra il 1965 e il 1984, anno quest'ultimo che naturalmente è un riferimento evidente all'opera di George Orwell: una vera operazione di retro-fantapolitica allucinatoria in cui trovano spazio svariate altre commistioni. Ma andiamo con ordine.
La trama di KARMA: The Dark World:
Al netto di una introduzione piuttosto disturbante – ambientata appunto nel 1984 – che funge sia da tutorial sia da calibrazione dei parametri di gioco, il giocatore si troverà ben presto a rivivere i ricordi di Daniel McGovern, un agente ROAM in forze presso la Divisione Mentalisti della Leviathan Corp che domina la Germania Est. Il suo compito è quello di indagare sulle infrazioni operate dai cittadini – suddivisi in “Ranghi” simili a caste che ne determinano il prestigio e i doveri – e riferire all'Intelligenza Artificiale MOTHER che amministra l'intera società. Per raggiungere la verità, Daniel dovrà eventualmente sondare la memoria di testimoni e sospettati tramite una tecnologia di Immersione Cerebrale che gli permette di rivivere tali avvenimenti in prima persona ma non è scevra di pericoli per lui e per il soggetto in questione.
Indagando su alcuni fatti svoltisi negli anni '70, dunque, Daniel rivivrà in forma non sempre chiara e lucida (tutt'altro) le vicende che hanno avuto come protagonisti altri personaggi, come il fisico Sean Mehndez o la ricercatrice Rachel Weis. Nel corso delle Immersioni Cerebrali non è sempre facile distinguere un ricordo reale da ciò che può essere generato da una mente disturbata, specie quando sembrano intervenire delle forme di influenza esterne. Per qualche motivo, inoltre, il passato e i ricordi dello stesso Daniel riemergeranno di tanto in tanto, gettando pesanti ombre e sprazzi di luce sull'intricata vicenda che a quanto pare ruota intorno a lui molto più di quanto non potesse pensare all'inizio.

KARMA: The Dark World: la struttura del gioco
Il gioco è, nella sua forma più essenziale, un'avventura grafica in prima persona strutturata in una serie di capitoli successivi; dal menù principale sarà però possibile ripetere i capitoli precedenti, magari per cercare di recuperare alcuni degli oggetti collezionabili nascosti qua e là, i quali forniscono qualche piccolo dettaglio extra sui retroscena della vicenda ma sono altresì superflui per portare avanti l'avventura. Daniel potrà muoversi nell'ambiente, interagire con cose e persone, talvolta esaminare oggetti, raccoglierli e utilizzarli altrove. La meccanica di base è quindi quella delle avventure punta e clicca del tipo “raccogli oggetto X e usalo in luogo Y”, che si tratti di chiavi vere e proprie utilizzate per aprire serrature o altri tipi di oggetti o di codici numerici necessari per rimuovere una qualche forma di blocco, secondo una struttura “a scatole cinesi”; per estrapolare alcuni codici, però, dovrete anche ragionare un po' sugli elementi a vostra disposizione, con un feeling generale che ricorda molto quello delle “escape room”.
In certi capitoli, però, Daniel – o la persona di cui sta rivivendo i ricordi – si troverà in una situazione di pericolo o stress ed in questi casi il gioco introduce alcune meccaniche di tipo action: che si tratti di sfuggire fisicamente alla minaccia correndo più velocemente di lei oppure fronteggiarla con quello che può ricordare un abbozzo di FPS [non entriamo nel dettaglio di questo punto perché costituirebbe uno spoiler troppo grosso], in tali sessioni sarà possibile incappare in un “fallimento” che obbligherà a ripetere la sequenza (non c'è comunque il Game Over).

La realizzazione di KARMA: The Dark World:
Per realizzare KARMA: The Dark World il team Pollard si è avvalso dell'utilizzo del pluritestato Unreal Engine 5: questo garantisce a tutta la realizzazione un aspetto pulito e fluido, con personaggi e ambienti realizzati, più che fotorealisticamente, con una certa dose di ispirazione dal cinema sperimentale e stop-motion. Un escamotage molto interessante applicato dagli sviluppatori è quello di aver limitato lo studio dei volti e dei modelli ai personaggi-chiave, mentre tutte le “comparse” sono rappresentate come individui anonimi con un apparecchio televisivo al posto della testa. Il risultato non è propriamente da produzione AAA, ma sicuramente è assai suggestivo. Interessante la ricostruzione del mondo degli anni '70-'80 con registratori a cassette, telefoni a disco, posta pneumatica, macchine fotografiche a pozzetto e altro ancora – e su tutto l'occhio di MOTHER che osserva e tiranneggia dagli schermi catodici.
La colonna sonora si fregia di numerosi brani proprietari, tutti realizzati egregiamente e con toni cupi e disturbanti che accompagnano perfettamente l'esperienza di gioco distopica e allucinatoria. Nel gioco abbondano i testi e i dialoghi: il doppiaggio Italiano non è disponibile ma la trascrizione sì, dunque la comprensione è sempre garantita. La traduzione è in generale buona e talvolta si lascia andare ad alcune esclamazioni in altri linguaggi, per esempio con imprecazioni in tedesco.

Recensione di KARMA: The Dark World, le nostre considerazioni
Su KARMA: The Dark World è necessario operare un distinguo tra ciò che è l'esperienza ludica in sé e per sé e ciò che è invece il messaggio traghettato dalla stessa. Se ci limitassimo a prendere il prodotto unicamente come “un gioco”, infatti, ci troveremmo di fronte ad un pacchetto esteticamente gradevole ma che sostanzialmente presenta una serie lineare di “escape rooms” non particolarmente complesse intervallate da parti action se vogliamo anche un po' discrepanti nell'esperienza generale del gioco e comunque anch'esse superabili senza troppi sforzi. Come se non bastasse si arriva ai titoli di coda in una manciata di ore – contatene il doppio per rigiocare tutto cercando i collezionabili.
Ovviamente però in un prodotto simile il gioco è solo il media di supporto di un messaggio di fondo: i riferimenti a George Orwell, a Isaac Asimov, a Philip K. Dick o anche ad artisti molto più recenti come Christopher Nolan o Hideo Kojima si sprecano; oltre a 1984 in KARMA: The Dark World c'è 2001: Odissea nello Spazio, c'è TRON, c'è Alien, c'è X-Files, c'è Matrix, c'è Inception, c'è Stranger Things, c'è la crema della fantascienza distopica horror-psicologica degli ultimi 60 anni [forse pure troppo]. Tutto quanto amalgamato per raccontare, o meglio rendere il giocatore protagonista di, una storia intricata e delirante che si dipanerà davanti ai suoi occhi ad un ritmo studiato per tenerlo incollato allo schermo come durante il binge watching di una bella serie da seguire rigorosamente con le luci della sala spente.
Un prodotto sicuramente sperimentale ma che indubbiamente ha successo nel suo scopo di intrattenere il giocatore, anche se è innegabile che si sia prestata maggiore attenzione alla profondità narrativa che non a quella ludica. Il consiglio è quindi quello di prenderlo più come una sorta di film interattivo che non come un gioco vero e proprio: interpretato in questa chiave il prodotto è infatti indubbiamente soddisfacente e giustifica appieno sia la durata dell'esperienza sia il prezzo di copertina.
Voto
Redazione

Karma: The Dark World
Preso come gioco, KARMA: The Dark World è ben realizzato ma dalla durata e complessità modeste. Preso come opera d'intrattenimento interattivo di taglio cinematografico è invece un prodotto piuttosto profondo che attinge a piene mani dalle più grandi opere distopiche e fantascientifiche per trasportare l'utente in una storia accattivante. Il consiglio è dunque di approcciarlo secondo questa seconda filosofia.