Katte ni Momo Tenshi - Dancing Blade 2

di Redazione Gamesurf
Il background, i personaggi, la storia, tutto segue un copione che é stato reiterato più volte in altri OAV e anime. L'ambientazione e la trama combina senza fantasia elementi già alla base di Tenchi Muyo, Mamono Hunter Yoko e Sakura Taisen (l'anime, non il videogame).I personaggi aderiscono stucchevolmente ad archetipi della società nipponica come la ragazza "genkina", ovvero forte, vivace ed indipendente (Momo), il fidanzato timido e imbranato che al momento giusto saprà combattere per la donna che ama (ovviamente Shujinko), il prototipo della ragazza timida e modesta, specchio delle virtù femminili più universalmente apprezzate nella terra del sol levante, Oinu, il gigantesco robot che interpreta il ruolo del parente adulto (Sarukichi, androide alla "Briareos" di Appleseed) e la giovane donna sexy e provocante, dal carattere indolente e malizioso, da vera onee-san ("sorella maggiore", un modo familiare di chiamare una donna adulta in Giappone), quale appunto é Kijime. Il tutto sa di scontato e già visto

Rispetto a prodotti analoghi che in passato sono stati lanciati con la stessa definizione di anime interattivo, Dancing Blade 2 opta per un full motion video totale e perenne, senza interruzioni o varianti se non le sporadiche schermate statiche che offrono una serie di opzioni per proseguire la "visione". L'interazione é estremamente limitata e il "giocatore" non può fare altro che sedersi, godersi il film, e ogni cinque o addirittura dieci minuti di visione, a seconda dei casi, scegliere tra i possibili filmati alternativi. In ogni caso le nostre scelte alterano la trama solo in minima parte, come brevi strade che scorrono parallele al corpo principale della storia, tornando immancabilmente a confluire nel predeterminato svolgimento dell'avventura
La tecnica di programmazione sta a zero. Dancing Blade 2 si può solo giudicare in quanto OAV e non come videogioco. Le animazioni combinano rodovetri, computer grafica precalcolata e perfino modelli tridimensionali mossi direttamente dal motore 3D del Dreamcast (differenza evidente per via del passaggio dai canonici 30 fotogrammi al secondo del filmato ai fluidissimi 60 dei poligoni renderizzati). Le animazioni sono molto buone, come anche gli effetti e il commento sonoro. La qualità del video é quella dell'algoritmo di compressione MPEG proprietario SoftDec, al livello cioé di una buona videocassetta VHS con audio stereo Hi-Fi