Kayak VR: Mirage: recensione per PlayStation VR2

Un videogame deve necessariamente restituire qualcosa al giocatore, questa è una regola (banale) e non scritta, ma che è fondamentale affinché si crei un’esperienza con un prodotto attivo e che porta l’utente a compiere un’azione. Spessissimo però davanti ad uno schermo queste emozioni devono essere mutuate all’eccesso, portando la persona che stringe il pad ad indossare i panni di eroi o semi-dei in grado di compiere qualcosa di eccezionale o che mai nella realtà si potrebbe ricreare, così da dargli qualcosa di unico.

La VR è diversa, spesso grazie ai motori grafici attuali e allo studio della fisica che si è evoluta grandemente negli ultimi anni, le possibilità sono ore illimitate, per quanto relegate a sistemi che alla fine scelgono quasi sempre di non sfruttarle. Kayak VR: Mirage è quel tipo di pietra preziosa che fa pochissime cose, ma quelle che fa le fa incredibilmente bene.

IL VIAGGIO DELLA VITA
Se volete un riassunto del gioco del titolo si potrebbe dire così: siete su un kayak, in mezzo all’acqua, fine. Se tutto questo vi sembra semplice, provate ad indossare il visore, grazie ai controller di PlayStation VR2 sentirete immediatamente l’ondeggiamento dell’acqua, una fluttuazione resa magnificamente, assurdo pensare cosa si possa fare con i controller di Sony. Il movimento deve essere fisico, muovendo le braccia simuliamo il movimento delle pagaiate (e che fatica in una lunga sessione!).

Pazzesco guardare il fondale dei fiumi o la resa grafica delle ambientazioni, ciascuna con la propria colorazione del sole, delle ombre, degli effetti di luce, talvolta anche con le alte del mare in mezzo ad una tempesta o saltando, saettando da una parte all’altra, tra le rapide; si può andare da una giungla amazzonica ai ghiacci dei poli, da una spiaggia caraibica ad un faro disperso tra le rocce di un mare nordico. Ci si potrebbe immaginare tonnellate di DLC o magari pensare a collaborazioni con brand noti; non sarebbe male andare in giro tra le anse delle isole al largo della Costa Rica con i dinosauri di Jurassic Park che a riva pascolano in tranquillità? 

Non dovete pensare però che ci siano pericoli, qui lo scopo è solamente quello di fare sana attività fisica, soprattutto nella modalità free roaming, ma è disponibile anche quella di gara, in competizioni che fanno il verso ai vetusti (e sempre amatissimi) Wave Race di Nintendo. La prima cosa che mi sono domandato, mentre vogavo, era se ci fosse la possibilità di migliorare l’esperienza ancora di più, agganciando i controller ad uno stick, così che possa essere riprodotta fedelmente la sensazione del movimento del remo.

La risposta è sì e ci sono prodotti di varia fascia di prezzo che compiono questa cosa, anche se la maggior parte sono al momento relegati più ai Quest 2, ma in un prossimo periodo non mancheranno di supporto anche quelli delle nuove periferiche Sony, considerando che li potrebbe sfruttare anche accrescere la sensazione di stringere tra le mani una spada o più comoda per le armi melee a due mani.