Keepsake: Il mistero di Dragonvale

di Tommaso Alisonno
La giovane Lydia, ragazza intelligente ma dalle umili origini, ha risparmiato per tutta la vita al fine di iscriversi alla prestigiosa accademia della magia di Dragonvale, non solo per amore dell'occulto ma anche e soprattutto per ricongiungersi con la cara amica Celeste, figlia tra l'altro del preside Nathaniel. Giunta a Dragonvale, però, Lydia trova i cancelli sbarrati e nessuno risponde ai richiami. Una volta aperti i cancelli, non senza qualche difficoltà, Lydia scopre che l'accademia è totalmente deserta, fatta eccezione per un lupo parlante di nome Zak, il quale asserisce di essere in realtà un drago così mutato per via di un incantesimo (ma è un po' contaballe). I due uniranno pertanto gli sforzi al fine di scoprire cos'è successo a tutti i frequentatori della scuola, compresi Celeste e Nathaniel, nonché come riportare Zak alla sua forma originaria.


"Keepsake il mistero di Dragonvale" (questo è il titolo completo) è un'avventura grafica punta e clicca concepita come una serie più o meno lineare di enigmi a difficoltà crescente che Lydia, in compagnia del buon Zak, dovrà risolvere in modo da progredire nella trama, ossia nell'indagine che la porterà sempre più a fondo nel mistero delle sparizioni e la renderà sempre più esperta del mondo della magia. Il gioco si affronta unicamente con l'ausilio del mouse, dato che tutti i comandi saranno impartiti tramite un puntatore che varierà automaticamente la sua forma al passaggio sopra un elemento con cui è possibile interagire; a dirla tutta, utilizzerete solo il tasto sinistro, dato che il destro ha la sola utilità di far comparire una freccia in corrispondenza di Lydia (utile qualora, passando dietro ad un ostacolo, la perdeste di vista). Persino gli oggetti, i quali una volta raccolti andranno ad occupare il loro specifico posto nell'inventario, non andranno utilizzati in prima persona ma si attiveranno automaticamente alla bisogna: se per esempio rinvenite la chiave di una porta, non sarà necessario impartire un ipotetico comando "usa" al suo cospetto per aprirla, dato che Lydia lo farà automaticamente. Per chi ama i termini "informatici", gli oggetti si possono quindi intendere come "switch" che, se posseduti, attiveranno determinati elementi precedentemente bloccati.

La parte esplorativa del gioco consiste nel condurre Lydia attraverso le vaste stanze ed i tortuosi corridoi dell'accademia, una struttura veramente imponente la cui realizzazione ha messo a dura prova le capacità degli sviluppatori. Con un semplice click, Lydia raggiunge la locazione, raccoglie l'oggetto, apre la porta, parla col mercante, ed in generale interagisce con l'elemento indicato, che può anche essere una "uscita" verso un'altra locazione o semplicemente una differente inquadratura dello stesso ambiente. "Esaminando" determinati oggetti si attiveranno i già citati enigmi: si tratterà fondamentalmente di rompicapi di logica, che andranno dalla corretta collocazione di oggetti, a giochi di labirinto, a enigmi numerici, o in generale giochi di natura logica-meccanica. Un'apposita icona apre il menù in cui possibile trovare, oltre alle opzioni, l'inventario e degli oggetti e quello degli appunti; ad ogni modo, entrambi questi elementi sono puramente di natura consultativa, visto che come già detto la loro attivazione è automatica. Di tanto in tanto Lydia avrà delle visioni, sottoforma di filmati: anche questi sono rivedibili dal menù.


Un'altra icona rappresentante il punto interrogativo ha l'importante compito di fornire indizi e suggerimenti: durante l'esplorazione la si può attivare per sapere dove la trama prevede di recarsi in quel momento, cosa molto utile dato che certi enigmi a volte si incontrano molto prima che ci sia consentito di risolverli; se attivata quando si è al cospetto di un enigma, l'icona ci dirà innanzi tutto se "possediamo i requisiti necessari per risolverlo" (consigliatissimo pertanto l'attivarla al cospetto di CIASCUN enigma prima di sbatterci la testa per mezz'ora senza sapere di non poterlo risolvere), ed in seguito la possibilità di avere fino a tre "suggerimenti". Se neanche grazie al terzo "aiutino" dovessimo riuscire a risolvere l'enigma, l'icona sarà tanto gentile da risolverlo per noi (signore e signori: ecco a voi il primo gioco per cui non saranno mai pubblicate soluzioni!).
La realizzazione grafica prevede l'utilizzo di modelli 3D che si muovono su schermate bidimensionali, anche se quest'ultime, come ormai è tradizione, sono comunque realizzate in 3D in sede di sviluppo ed in seguito renderizzate in inquadrature fisse. I fondali sono veramente belli: lo studio degli spazi, l'intreccio dei passaggi dell'accademia e la cura nei dettagli, nonché eventuali elementi animati come ingranaggi o cascate di acqua, sono veramente di ottimo livello, tali da poter tranquillamente rivaleggiare con mostri sacri del livello di Syberia. Purtroppo, però, i modelli 3D dei personaggi, compresi Lydia e le varie forme che assumerà Zak durante l'avventura, non sono affatto allo stesso livello: i modelli sono imprecisi, a tratti essenziali, e le animazioni estremamente anonime. La protagonista cammina e corre con lo sguardo tra le nuvole, il lupo sembra affetto da qualche malformazione genetica ai quarti posteriori (ha le zampe da mucca!), ed i visi sembrano maschere in PVC con la capacità espressiva di un paraurti. Le ombra sono vaghi ovali grigiastri sul pavimento, e le fonti di luce praticamente elementi d'arredo. Và da sé che le animazioni relative agli enigmi (portoni che si aprono, ingranaggi che si attivano, piante che sbocciano, eccetera) sono di ottima qualità, mentre le visioni di Lydia, realizzate come immagini statiche dei modelli dei personaggi, sono piuttosto brutte.

Anche nel reparto audio vi è da fare due osservazioni discordanti: da un lato abbiamo musiche carine, ben realizzate, vagamente orecchiabili, ottime per l'atmosfera e che variano da un ambiente all'altro; da un altro lato abbiamo il problema che alcuni enigmi possono tenerci impegnati facilmente per ventitrenta minuti, col risultato che la musica di sottofondo diviene estenuantemente ripetitiva. Niente da eccepire per quanto concerne i doppiaggi, tutti egregiamente realizzati in lingua italiana, anche se è da segnalare il fatto che cliccare sull'icona per "tagliare le battute" spesso è un'azione inutile, dato che i personaggi gesticolano mentre parlano, e non dicono la battuta successiva finché non portano a termine il movimento relativo alla precedente...
Per quanto riguarda la giocabilità, c'è da dire che i primi enigmi sono discretamente semplici, tanto che ad un giocatore di una certa esperienza non passa neppure per l'anticamera del cervello l'idea di ricorrere ai suggerimenti (ed è così che si perde tempo dietro ad enigmi per il momento insolubili), mentre man mano che si va avanti tendono a diventare via via più complessi, anche se purtroppo spesse volte si limitano a diventare semplicemente più "macchinosi". La cosa più minante della giocabilità è però la lunga distanza che separa gli ambienti tra loro, cosicché un bel po' di tempo si perde spostandosi da una stanza all'altra. Inoltre, il sistema dei suggerimenti costituisce una "droga" pericolosa: una volta che lo si comincia ad adoperare si corre il rischio di rimanerne succubi e di non aver più voglia di "collegare il cervello", e quanto è divertente un gioco risolto solo coi suggerimenti? Ma è difficile resistere alla tentazione...

In compenso, Keepsake è un gioco piuttosto lunghetto per gli standard delle avventure grafiche: diciamo che anche un giocatore molto esperto dovrebbe aver bisogno di almeno una settimana per venirne a capo (la media in questo campo è tre o quattro giorni) senza utilizzare suggerimenti, ed è sempre possibile rigiocarlo per rivivere la trama una volta terminato, anche se probabilmente le volte successive utilizzerete molti più "suggerimenti" per superare rapidamente gli enigmi di cui serbate un peggior ricordo. Concludendo, il gioco merita sicuramente qualcosa di più della sufficienza, anche in virtù del suo prezzo al pubblico estremamente ridotto, ma sicuramente pecca di quella perfezione tecnica e completezza di giocabilità necessarie a farne un vero capolavoro.