Kena: Bridge of Spirits – Ci Vorrebbero i Rot nel Mondo Reale! – Recensione XBOX

Esplora la Magia di un Viaggio Spirituale nel Mondo Incantato e Avvincente creato da Ember Lab

di Simone Rampazzi

Kena: Bridge of Spirits è quel tipo di gioco che, a prima vista, potrebbe sembrare solo una splendida favola interattiva, ma che nasconde molto di più sotto la sua superficie incantevole. Kena, una giovane guida spirituale, intraprende un viaggio che va ben oltre la semplice avventura: la sua missione è ripristinare l'equilibrio in una terra devastata da un'antica maledizione. Questo primo progetto di Ember Lab è molto più di un videogioco; è un'esperienza completa che mescola narrazione emozionante e gameplay avvincente, il tutto arricchito da una grafica che riesce a essere al tempo stesso fiabesca e realistica.

Rilasciato originariamente su PC e PS5 nel settembre 2022, Kena: Bridge of Spirits ha subito conquistato il cuore di molti giocatori, raccogliendo elogi sia dalla critica che dal pubblico. Ora che è finalmente disponibile su Xbox Series X, abbiamo colto l'occasione per tornare nei panni di Kena e raccontare la nostra esperienza a chi ancora non ha avuto modo di immergersi nel suo mondo incantato.


Kena: Bridge of Spirits - Eliminare “Paura” dal Vocabolario

La storia di Kena: Bridge of Spirits ruota attorno alla giovane Kena, una guida spirituale in viaggio verso un villaggio abbandonato ai piedi di una montagna sacra. La sua missione? Trovare il Santuario della Montagna e risolvere l'enigma degli spiriti inquieti che vagano senza pace, incapaci di trovare la serenità nell’aldilà.

Nel corso della sua avventura, Kena scopre che la maledizione che affligge queste terre è il risultato di un antico conflitto, che ha lasciato cicatrici profonde non solo sugli abitanti del villaggio, ma anche sulle presenze spirituali che vi dimorano. Attraverso una serie di incontri con spiriti tormentati, ciascuno con una storia tragica da raccontare, Kena comprende che la paura è una forza potente che ha segnato le vite di questi spiriti. Il primo di loro è Taro, un ragazzo che ha perso i suoi fratelli dopo l’esplosione della montagna. Poi c’è Adira, un’artigiana che ha sacrificato tutto per proteggere il suo villaggio e riabbracciare una persona cara.

Quello che colpisce davvero è come il gioco esplori il tema della paura. Ogni spirito che Kena incontra è stato sopraffatto dalla paura in un momento cruciale della propria vita, una paura che li ha spinti a compiere azioni disperate, con conseguenze devastanti. È un tema che risuona profondamente anche nel nostro mondo: quante volte, infatti, le nostre decisioni sono influenzate dalla paura del cambiamento o della perdita?

Man mano che Kena avanza, diventa sempre più consapevole che un’antica forza malvagia si è radicata nel cuore della montagna, corrompendo tutto ciò che la circonda. Con l’aiuto dei Rot, piccoli spiriti benevoli che raccoglie lungo il suo cammino, e con il suo bastone magico, Kena deve purificare queste terre, sconfiggere gli spiriti tormentati e aiutare le anime perdute a trovare finalmente la pace.

Quello che ho apprezzato di più in Kena: Bridge of Spirits è come il gioco non si limiti a raccontare una storia di redenzione, ma ci spinga a riflettere su come affrontiamo le nostre paure. La paura non è solo un ostacolo da superare, ma una lezione importante: se lasciata senza controllo, può portare a errori devastanti. Tuttavia, il gioco ci insegna che è possibile trovare la pace affrontando la paura con coraggio e determinazione, un messaggio che eleva l'esperienza oltre il semplice intrattenimento, trasformandola in una riflessione sulla natura umana.

Kena: Bridge of Spirits - Usare i Rot con Cura

Il gameplay di Kena: Bridge of Spirits è un mix ben bilanciato di esplorazione, combattimento e risoluzione di enigmi, tutto integrato in un mondo ricco di dettagli e sfide. Ember Lab ha creato un sistema che, pur non rivoluzionando il genere degli action in terza persona, riesce a coinvolgere il giocatore con meccaniche intuitive e momenti di azione intensa.

Il sistema di combattimento mi ha sorpreso per la sua semplicità combinata con una certa profondità. Kena è armata di un bastone magico che può essere utilizzato sia per attacchi corpo a corpo che a distanza, trasformandosi in un arco spirituale in un punto avanzato della storia (e sbloccando persino delle bombe in seguito!). Questo strumento versatile permette di affrontare i nemici in vari modi, con la necessità di alternare attacchi rapidi e potenti, richiedendo riflessi pronti e una buona capacità di lettura delle situazioni.


Uno degli aspetti più interessanti del combattimento è l'integrazione dei Rot, quei piccoli spiriti adorabili che accompagnano Kena nel suo viaggio. I Rot possono distrarre i nemici, attivare fiori curativi o potenziare gli attacchi di Kena. Questa meccanica aggiunge una dimensione strategica ai combattimenti, costringendo il giocatore a bilanciare l'uso delle abilità di Kena con il supporto dei Rot. Ma non è solo la loro efficacia in battaglia che li rende speciali: i Rot conferiscono al gioco un'atmosfera unica, e il modo in cui interagiscono con l'ambiente e con Kena è tanto adorabile quanto funzionale.

Anche se il combattimento può sembrare inizialmente semplice, la difficoltà cresce in modo soddisfacente man mano che si avanza. I nemici diventano più complessi e richiedono un uso più attento delle abilità di Kena. Gli scontri con i boss, in particolare, sono momenti che richiedono concentrazione e strategia, con ogni boss che presenta un set unico di attacchi e richiede una tattica specifica per essere sconfitto.

L’esplorazione è un altro pilastro fondamentale del gameplay. Il mondo di Kena è pieno di segreti nascosti, percorsi alternativi e collezionabili che invitano il giocatore a deviare dal sentiero principale per scoprire ogni angolo del mondo e sbloccare ricompense extra (o completare achievement). I puzzle ambientali, sebbene non particolarmente complessi, sono ben integrati nel flusso dell'esperienza, offrendo momenti di pausa tra un combattimento e l'altro.

Durante l’esplorazione, è possibile sbloccare punti di meditazione che aumentano il mana necessario per usare i Rot, o trovare oggetti da consegnare come posta spirituale. Nel villaggio, ad esempio, ci sono zone bloccate da un muro impenetrabile che può essere purificato solo dopo aver trovato questi oggetti, rivelando premi nascosti all’interno. E spesso questi premi sono rappresentati da cappelli buffi da far indossare ai Rot (alcuni sono davvero spassosi).

Kena: Bridge of Spirits include anche un piccolo albero delle abilità, che, pur essendo stringato, risulta comunque funzionale per la storia. Questo sistema permette di potenziare il bastone di Kena, aumentando il numero di frecce o bombe che può usare, o migliorando la qualità degli attacchi grazie alle infusioni del potere dei Rot.

Il titolo offre diverse opzioni di difficoltà, che permettono sia ai giocatori meno esperti che a quelli in cerca di una sfida di godersi l'esperienza. Personalmente, ho trovato che il livello di difficoltà Normale offre un buon equilibrio tra sfida e accessibilità, rendendo ogni combattimento significativo senza mai risultare eccessivamente punitivo. Per chi ama le sfide, è presente anche un grado Maestro, oltre al New Game+ che offre una buona occasione per mettersi alla prova. E non dimenticatevi delle sfide, quelle sì che vi faranno perdere il sonno (provate quella di Taro e poi fatemi sapere!).

Kena: Bridge of Spirits - Bello, Bello in Modo Assurdo!

Uno degli aspetti che colpisce immediatamente in Kena: Bridge of Spirits è la sua grafica straordinaria. Ember Lab ha creato un mondo che sembra uscito direttamente da un film d'animazione, grazie a uno stile artistico che mescola l'estetica delle fiabe con un livello di dettaglio davvero meticoloso. Ogni ambiente è curato nei minimi particolari: dalle foreste rigogliose e i corsi d'acqua scintillanti, fino ai villaggi abbandonati e le zone corrotte, tutto è reso con una palette cromatica vibrante che esalta la bellezza di ogni scena.


Giocando su Xbox Series X, l'impatto visivo è davvero sorprendente. Il gioco sfrutta appieno la potenza della console, offrendo un'esperienza fluida e visivamente appagante. Il framerate stabile garantisce un gameplay senza intoppi, anche nelle situazioni più caotiche o durante i combattimenti più intensi. Peccato non avere un monitor 4K compatibile con HDR per godere al massimo della qualità visiva, perché sono sicuro che elevi ulteriormente l'esperienza. Che si tratti di ammirare il fogliame che si muove al vento o di osservare i piccoli Rot interagire con l'ambiente, la cura nei dettagli visivi è evidente in ogni frame (è persino piacevole fermarsi a osservare la meditazione, con l’accompagnamento delle immagini e delle musiche rilassanti).

Un altro elemento che merita di essere sottolineato è l'animazione dei personaggi. Le espressioni facciali di Kena e degli altri personaggi sono molto dettagliate e trasmettono emozioni in modo naturale e coinvolgente, anche se lo stile rimane tendente al cartoonesco. Questo aspetto contribuisce notevolmente alla narrazione, rendendo i momenti di interazione tra i personaggi ancora più toccanti. I Rot, in particolare, sono animati con una grazia e una simpatia che li rendono immediatamente adorabili e memorabili.

Dal punto di vista delle performance, Kena: Bridge of Spirits si comporta egregiamente su Xbox Series X. Durante la mia esperienza, non ho riscontrato cali di frame rate significativi o problemi tecnici di rilievo. Il gioco è ottimizzato per sfruttare al meglio l'hardware della console, garantendo tempi di caricamento rapidi e un'esperienza di gioco priva di interruzioni. Anche durante le cutscene, realizzate con la grafica del gioco, la qualità rimane alta, senza compromessi in termini di fluidità.

Ember Lab ha dimostrato una notevole attenzione alla qualità del prodotto finale, offrendo un gioco che, pur essendo il loro primo progetto, non lascia spazio a difetti significativi sul fronte delle performance. E un plauso va anche al doppiaggio, realizzato con cura e attenzione.