Kid Icarus Uprising

di Massimiliano Pacchiano
Tanto tempo fa, in una terra chiamata Angel Land, viveva un giovane chimato Pit. Armato di frecce, calzari e due ali ben poco efficaci, il piccolo eroe attraversò gli inferi, il mondo degli umani ed il regno celeste per salvare la dea Palutena (Atena?!) dalle grinfie della perfida Medusa. Sembra una bella favola, ma se vi dicessi che quel “tanto tempo fa” in realtà sono appena 26 anni, e che questo regno fantastico si trovava all'interno di una cartuccia NES da appena 130 Kbytes?
Kid Icarus é infatti una figura iconica della vecchia console Nintendo ad 8bit, e rappresenta al tempo stesso uno dei giochi classici più amati dalla vecchia guardia ed uno dei titoli più ingiustificatamente dimenticati dal tempo. Probabilmente l'estrema difficoltà iniziale tenne lontani molti potenziali estimatori di quello che era un titolo decisamente valido e con aspetti innovativi, per certi versi un'evoluzione del primo Metroid. Fu prodotto un solo sequel per Game Boy, ma il nostro Pit non fu mai più protagonista di nessun altro gioco, se escludiamo la sua partecipazione a Super Smash Bros Brawl assieme agli altri personaggi Nintendo.



Da tempo si vociferava di un possibile ritorno di questo sfortunato personaggio, dapprima con un possibile episodio per GameCube (rivelatosi poi un gioco totalmente diverso, Dead Phoenix) e successivamente per Wii. Entrambi questi tentativi furono abbandonati, ma finalmente Pit/Kid Icarus é tornato su Nintendo 3DS per la gioia di quanti lo volevano rivedere come protagonista assoluto. La storia ricalca grossomodo quella del capostipite, con il nostro alato eroe alle prese con la perfida Medusa che minaccia l'intero mondo degli umani al comando della sua armata infernale. Ma stavolta ci sono parecchie sorprese ad attenderci, sia nella trama che nella presentazione generale: l'atmosfera riesce ad essere sia epica che scanzonata, complice una colonna sonora d'eccezione e numerosi dialoghi divertenti posti nel bel mezzo dell'azione che dipingono un mondo più sfaccettato ed interessante rispetto al solito action-game. A tal proposito, fin dall'inizio vengono fatti parecchi riferimenti meta-ludici: ad esempio sugli anni passati dall'ultima avventura, sulla presenza di cliché tipici da retrogaming, o di come il vecchio Kid Icarus per NES fosse alquanto sbilanciato (tanto che il primo livello era il più difficile). Ma soprattutto c'é una frecciatina sul fatto che il titolo del gioco non ha alcuna attinenza con la storia.. chi lo spiega a Nintendo che Icaro non era un angelo, e soprattutto che non fece una bella fine?

Ma torniamo a noi. Innanzitutto nella confezione (più cicciotta del solito) troveremo anche uno “stand” richiudibile, ben realizzato e con dei gommini antiscivolo nei posti giusti; tale gadget non é fine a sé stesso in quanto per giocare al meglio é necessario utilizzarlo. Ogni livello é composto da tre sezioni diverse, ma tutte e tre richiedono l'utilizzo simultaneo del pad analogico e dello stilo sullo schermo inferiore per mirare, esattamente come in un FPS dove si usa tastiera e mouse. Lo schema di controllo é quindi un'evoluzione di quello visto in Metroid Prime Hunters, e ci saranno sicuramente moltissimi giocatori che lo troveranno scomodo perché non l'approcceranno nel modo giusto. Ma se lo stand viene ben posizionato, il sistema funziona egregiamente risultando comodo, veloce e preciso. E' vero che così facendo la “portatilità” del tutto viene compromessa dal momento che il supporto va poggiato su un tavolo, ma si ha il notevole vantaggio di avere una postazione di gioco stabile e comoda dove anche l'effetto 3D funziona a dovere ed il problema di “perdere la messa a fuoco” tipico degli altri giochi svanisce. A questo punto ci chiediamo come mai il pur valido Resident Evil Revelations non abbia utilizzato un sistema analogo, che risulta non solo più comodo, preciso ed efficace del Circle Pad Pro, ma anche di gran lunga più economico e meno ingombrante (lo stand una volta ripiegato sta comodamente in tasca) senza contare che invece di aggiungere peso e fastidio all'utilizzo della console fa esattamente l'opposto alleggerendone il fardello.

Dicevamo, ogni livello é diviso in tre sezioni: la prima in volo, simile ad uno shooter-on-rails, in cui dovremo schivare gli attacchi nemici muovendo Pit con l'analogico mentre puntiamo il mirino con lo stilo e facciamo fuoco col grilletto sinistro. Se teniamo premuto il grilletto spareremo raffiche di colpi, altrimenti caricheremo un singolo attacco più potente. Inutile dire che tale configurazione é molto più efficace se utilizziamo lo stand incluso: infatti anche se é sempre possibile giocare tenendo in mano la console, l'ergonomia ne risente rendendo il tutto meno comodo e preciso (un po' come accadeva in Metroid Prime Hunters); in assenza dello stand l'unico modo per giocare decentemente é accavallare le gambe e poggiarci la console sopra, o al limite metterla sul bordo di un tavolo dove la parte sinistra con il grilletto é lasciata libera. Ma torniamo alle fasi shooting: tali sezioni aeree sono decisamente spettacolari e divertenti, e riescono ad offrire una cosmesi decisamente suggestiva. Ci sono solo due piccoli difetti: il primo ovviamente é che salvo rari casi l'itinerario é guidato (la dea Palutena ci spiega nel primo tragitto che é lei a dirigere il nostro volo con i suoi poteri); il secondo é che, esattamente come nel classico Space Harrier, il protagonista é “bello ma non trasparente” (espressione tipica da scuola elementare), quindi a volte va ad impallare la visuale di gioco.