Killzone 2
di
Davide Ottagono
L'abbiamo atteso, l'abbiamo bramato. L'abbiamo desiderato, aspettato, cercato. Sognato, addirittura. Ci é anche scappato il suo nome in compagnia delle nostre ragazze, quasi fosse un nostro amante irraggiungibile. Alzi la mano chi, dopo il chiacchieratissimo video in Computer Grafica dell'E3 del 2005, non ha perso letteralmente la testa per Killzone 2. E' vero, era figlio di un gioco non proprio irresistibile, proprio come il team al lavoro non era mai stato sinonimo di capolavoro... ma che potevamo farci? Si sa, al cuore non si comanda, e vuoi un po' per le ottimistiche promesse di Sony, vuoi per l'emozione del nuovo hardware presentato (PS3, mai sentita nominare?), ci siamo lasciati dolcemente trasportare dai sentimenti, infatuandocene a prima vista. Killzone di qua, Killzone di là. Killzone su, Killzone giù.
In men che non si dica, nonostante non accennasse a mostrarsi un minimo, esso diventò baluardo fisso della nuova console giapponese; un vero e proprio punto di riferimento per chiunque fosse indeciso sulla console da acquistare. Ah, l'amour. Una cieca passione capace di velare quello che, con tutta probabilità, poteva rivelarsi l'ennesimo prodotto tutto fumo e niente arrosto di Guerrilla. Solo ora, dopo 4 lunghissimi anni passati a frantumarci i cervelli con congetture di ogni tipo, é nelle nostre mani. Nessuna installazione, tempi d'attesa iniziali ridotti all'osso: non é passato neanche un attimo dall'avvio del gioco che già ci ritroviamo catapultati in un cupo campo di battaglia.
Sulla falsariga del capostipite, il carismatico Scolar Visari - comandante delle armate Helghast - sprona le proprie truppe alla resistenza più dura, al raggiungimento di quell'obbiettivo che da generazioni e generazioni il suo popolo insegue. Proiettili vaganti, possenti esplosioni, coltri di fumo a coprire le urla e i resti straziati dei cadaveri. Un tragico odore di sangue e fango si leva alto, mentre occhi color porpora scrutano la distruzione che li attornia, squarciando la fitta nebbia. Lontani ricordi riaffiorano. É proprio lui, Killzone é tornato.
Nei panni del sergente Sevchenko (no, non il giocatore), assisteremo al grande esodo che porterà per la prima volta gli ISA su suolo sconosciuto nemico. Abbandonata la strenua difesa del pianeta Vekta, i paladini della giustizia si lanciano infatti in un letale assalto dritto all'origine di tutti i problemi: il pianeta Helghan. Se Maometto non va dalla montagna...
Dopo un numero imprecisato di anni dal prequel, ricomincia così una dura battaglia per la sopravvivenza, atta a stroncare definitivamente la sete di conquista Helghast. Le premesse sono semplici: atterrare sul campo, farsi strada fino al palazzo di Visari e detronizzarlo una volta per tutte. Purtroppo, gli svolgimenti non lo sono altrettanto. Armati di una letale contraerea, gli avversari costringono i nostri a cambiare i piani, trasportando la battaglia sulla terraferma e costringendo i soldati ad una serratissima guerra da trincea. Ed é qui che entra in gioco il team speciale Alpha, capitanato dalla familiare figura di Rico Velasquez e di cui noi faremo parte. La trama, seppur con un piccolo buco al centro, si snoderà attraverso un pericoloso viaggio carico di onore, gloria, amicizia e angosciose fatalità.
Peccato che si sbatta ben presto il muso contro una caratterizzazione dei personaggi tutt'altro che trascinante, con a capo di tutto un protagonista stereotipato, seppur nel suo fascino. Fortunatamente é ancora una volta il contesto a farla da padrone, verosimile nel suo immaginario e accattivante nel suo mettersi continuamente in gioco, nonostante il gusto da “capitolo intermedio” di trilogia.
Contesto reso ancor più immersivo da un gameplay di stampo altamente realistico e accattivante, pur nei limiti della sua classicità. C'é da dire che Killzone 2 non propone niente di diverso da qualsiasi altro sparatutto in prima persona, ma una precisazione va fatta: non é importante “cosa” fa, ma “come” lo fa. E Killzone 2 fa tutto maledettamente bene. Lo scopo di Guerrilla é palese e di certo non si nasconde dietro la voglia di innovare, tutt'altro. Il team ha mirato fin dal principio a ricreare un conflitto tangibile a pelle, e i risultati si vedono. Sparatorie che si estendono fino alla linea dell'orizzonte, cieli costellati da lampi e fuoco di cannoni, decine e decine di soldati che lottano fino all'ultimo respiro: la sensazione di guerra già assaporata nel primo capitolo é stata elevata all'infinito. Il sentirsi solo una piccola pedina in una scacchiera ben più grande é un qualcosa di indescrivibile.
In men che non si dica, nonostante non accennasse a mostrarsi un minimo, esso diventò baluardo fisso della nuova console giapponese; un vero e proprio punto di riferimento per chiunque fosse indeciso sulla console da acquistare. Ah, l'amour. Una cieca passione capace di velare quello che, con tutta probabilità, poteva rivelarsi l'ennesimo prodotto tutto fumo e niente arrosto di Guerrilla. Solo ora, dopo 4 lunghissimi anni passati a frantumarci i cervelli con congetture di ogni tipo, é nelle nostre mani. Nessuna installazione, tempi d'attesa iniziali ridotti all'osso: non é passato neanche un attimo dall'avvio del gioco che già ci ritroviamo catapultati in un cupo campo di battaglia.
Sulla falsariga del capostipite, il carismatico Scolar Visari - comandante delle armate Helghast - sprona le proprie truppe alla resistenza più dura, al raggiungimento di quell'obbiettivo che da generazioni e generazioni il suo popolo insegue. Proiettili vaganti, possenti esplosioni, coltri di fumo a coprire le urla e i resti straziati dei cadaveri. Un tragico odore di sangue e fango si leva alto, mentre occhi color porpora scrutano la distruzione che li attornia, squarciando la fitta nebbia. Lontani ricordi riaffiorano. É proprio lui, Killzone é tornato.
Nei panni del sergente Sevchenko (no, non il giocatore), assisteremo al grande esodo che porterà per la prima volta gli ISA su suolo sconosciuto nemico. Abbandonata la strenua difesa del pianeta Vekta, i paladini della giustizia si lanciano infatti in un letale assalto dritto all'origine di tutti i problemi: il pianeta Helghan. Se Maometto non va dalla montagna...
Dopo un numero imprecisato di anni dal prequel, ricomincia così una dura battaglia per la sopravvivenza, atta a stroncare definitivamente la sete di conquista Helghast. Le premesse sono semplici: atterrare sul campo, farsi strada fino al palazzo di Visari e detronizzarlo una volta per tutte. Purtroppo, gli svolgimenti non lo sono altrettanto. Armati di una letale contraerea, gli avversari costringono i nostri a cambiare i piani, trasportando la battaglia sulla terraferma e costringendo i soldati ad una serratissima guerra da trincea. Ed é qui che entra in gioco il team speciale Alpha, capitanato dalla familiare figura di Rico Velasquez e di cui noi faremo parte. La trama, seppur con un piccolo buco al centro, si snoderà attraverso un pericoloso viaggio carico di onore, gloria, amicizia e angosciose fatalità.
Peccato che si sbatta ben presto il muso contro una caratterizzazione dei personaggi tutt'altro che trascinante, con a capo di tutto un protagonista stereotipato, seppur nel suo fascino. Fortunatamente é ancora una volta il contesto a farla da padrone, verosimile nel suo immaginario e accattivante nel suo mettersi continuamente in gioco, nonostante il gusto da “capitolo intermedio” di trilogia.
Contesto reso ancor più immersivo da un gameplay di stampo altamente realistico e accattivante, pur nei limiti della sua classicità. C'é da dire che Killzone 2 non propone niente di diverso da qualsiasi altro sparatutto in prima persona, ma una precisazione va fatta: non é importante “cosa” fa, ma “come” lo fa. E Killzone 2 fa tutto maledettamente bene. Lo scopo di Guerrilla é palese e di certo non si nasconde dietro la voglia di innovare, tutt'altro. Il team ha mirato fin dal principio a ricreare un conflitto tangibile a pelle, e i risultati si vedono. Sparatorie che si estendono fino alla linea dell'orizzonte, cieli costellati da lampi e fuoco di cannoni, decine e decine di soldati che lottano fino all'ultimo respiro: la sensazione di guerra già assaporata nel primo capitolo é stata elevata all'infinito. Il sentirsi solo una piccola pedina in una scacchiera ben più grande é un qualcosa di indescrivibile.
Killzone 2
9.5
Voto
Redazione
Killzone 2
Killzone 2 é la quintessenza dello sparatutto in prima persona. Cosa vuol dire questo? Che chi ha sempre disprezzato il genere, ora non cambierà di certo idea. Chi ancora oggi ama passare pomeriggi a pane e Doom, invece, nuoterà nella cioccolata più prelibata. L'ultimo nato di Guerrilla non riesce ad innovare, non tanto per suoi deficit ma per una scelta precisa, perché Killzone ci getta in pasto ad un realistico conflitto che non fa niente di diverso dagli altri, ma lo fa meglio. Campagna in singolo solida, divertente e - nonostante gli alti e bassi del copione - appassionante, longevità prolungata da milioni di extra e trofei allegati, multiplayer tattico e di ampio respiro, reparto audio/visivo di prim'ordine. Insomma, scommettiamo che l'assenza di una cooperativa non impedirà a Killzone 2 di farsi amare da tutto il popolo Playstation e non. In parole povere, una delle produzioni di maggior impatto che la storia ricordi.