Killzone 2
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Ambientate in un totale di otto campi diversi, smaccatamente ispirati a quanto già visto nella campagna, le battaglie online ci metteranno nei panni di una nutrito numero di classi selezionabili, ognuna con i propri pregi e difetti. Come era lecito aspettarsi, tutto questo ben di Dio non sarà disponibile fin dal principio, sia per quanto riguarda i personaggi che per il loro equipaggiamento. Farsi valere in un match equivale quindi a guadagnare più o meno punti esperienza, a seconda dell'andamento, al fine di sbloccare le abilità più temibili o, semplicemente, per vedersi decorati di una nuova, scintillante medaglia al valore. Le classi tra cui optare consistono, oltre che nel soldato semplice, nel medico, nello scout, nell'ingegnere, nella spia e nel sabotatore.
Se la prima risulta adatta a chiunque voglia sforacchiare crani nemici senza troppi fronzoli, le altre vengono incontro a giocatori più esperti, offrendo specializzazioni più uniche che rare e sfociando in differenti approcci al gameplay, soprattutto in squadra. Se lo scout (leggasi "infame cecchino") si farà valere sulle lunghe distanze, il medico permetterà agli alleati morenti di tornare freschi e prestanti in un batter d'occhio; se l'ingegnere occuperà il proprio tempo nell'attivazione di spaventose torrette fisse o mobili, la spia si infiltrerà tra le file nemiche - grazie ad abili travestimenti - per poi attaccare tranquillamente alle spalle. E non é finita qui. Il pezzo forte é proprio l'equilibrio assoluto tra suddette classi, che spingerà ognuno di noi a scegliere quella maggiormente adatta ai propri gusti, e non la più conveniente.
L'utilizzo occasionale di una singola tipologia di combattente, inoltre, ci premierà con ulteriori power up creati su misura. Un medico che pensa più a trucidare che a guarire non farà molta strada: al contrario, più utilizzerà le abilità messegli a disposizione, più si vedrà caricato di onorificenze e materiale, come nuove armi o medicinali. Da sottolineare il limite di poter equipaggiare solo un paio di talenti contemporaneamente, vista la scarsa capacità dell'inventario. Cosa significa? Che dovremo pensarci due volte prima di gettarci nella mischia con l'attrezzatura sbagliata. Per di più, la personalizzazione del proprio alter-ego non si barrica dietro alle idee predefinite degli sviluppatori, tutt'altro. Infatti, in casi estremi, ci verrà addirittura data la possibilità di “mischiare” due classi, per ottenere i benefici di una e dell'altra, a seconda del nostro volere. Insomma, la varietà sembra essere di casa.
Per quanto concerne le modalità di gioco, niente da segnalare. Affiancati ai soliti DeathMatch, Cattura la Bandiera (o il microfono, in questo caso) e Conquista della Zona, troveremo un innovativo Assassinio, in cui un giocatore a caso diventerà l'obbiettivo dell'intera squadra avversaria, e il Warzone. Quest'ultimo non é una vera e propria tipologia di gara, ma un'alchimia di quanto detto sopra. Terminata una lotta, si passerà direttamente a quella successiva senza tempi d'attesa, giovando così al ritmo di gioco e variegandolo ancor più di quanto già non fosse. La conformazione delle mappe stronca sul nascere camper, glitcher e imbroglioni di ogni specie, con luoghi vastissimi alternati a più soffocanti interni, mai troppo sicuri snodandosi in molteplici direzioni.
Purtroppo non possiamo ancora dire nulla sui server, chiusi fino all'uscita del gioco completo (il 25 Febbraio), ma la vecchia versione di prova ci ha dimostrato la loro bontà anche con 32 persone in campo, senza mai mostrare il fianco a bug o lag di sorta. L'ulteriore tempo passato, sicuramente, avrà permesso a Guerrilla di perfezionare i rimanenti difetti, se mai ce ne fosse stato bisogno.
Il lato tecnico é solo la proverbiale ciliegina su una della torte più gustose di questa generazione. I pasticcieri... ehm, i programmatori di Sony hanno mostrato al mondo intero come con un po' di olio di gomito e i giusti stanziamenti si possa tirar fuori un universo pulsante e intriso di vita propria anche da un chip freddo e senza emozioni come il Cell. Potenza bruta e disegni ispirati si mischiano in un cocktail visivo tanto possente nelle fondamenta quanto prestante nella messa in pratica. La mole poligonale ha dell'incredibile, con ambienti dettagliatissimi e particolareggiati allo spasmo, texture naturali (e non) ben definite ed effettistica da urlo. Ogni proiettile andato a segno corrode lentamente la superficie colpita, ogni superficie colpita sfuria i propri danni in una piccola nube di polvere, ogni piccola nube di polvere va a fondersi con roboanti esplosioni, detriti volanti ed infiniti viavai di soldati.
La resa finale é senza pari: la sensazione di guerra é ai massimi livelli concepiti, ogni singola goccia di possibilità offerta da PS3 é sfruttata al meglio, sfociando in un risultato al top del top in ambito console. La pulizia a schermo é magistrale, idem per gli agenti atmosferici (come fulmini, vento e simili). Non é da meno l'illuminazione, gestita in tempo reale. E poco importa se provenga da una fioca lampadina traballante del cupo distretto di Salamun, dal sole cocente di un deserto o dalle centinaia di bocche da fuoco sui campi di battaglia. Il motore fisico, dal lato suo, fa sì che ogni nostra azione si ripercuota realisticamente sullo scenario circostante, mandando in frantumi oggettistica varia, scalciando via il cemento dalle pareti e sfondando qualunque cosa abbia un aspetto quantomeno vulnerabile. Certo, nemmeno a questo giro ci sarà permesso abbattere integralmente gli edifici o far crollare l'intero emisfero boreale del pianeta Helghan, ma nessuno é qui a cercare il pelo nell'uovo.
Ma la sorpresa più sofisticata si nasconde dietro le slegatissime animazioni, in special modo quelle nemiche. Grazie ad un innovativo sistema di gestione dei danni, gli Helghast accuseranno il colpo in modo più o meno accentuato dipendentemente dalla zona della ferita. Crivellarli di proiettili e vederli accasciare al suolo in modo sempre diverso non ha prezzo, e il montaggio dei “balletti della morte” messo su da Sony ci dà ragione. Fortunatamente, per bilanciare cotanta bellezza esteriore, Guerrilla ha pensato bene di sviluppare in egual modo il loro intelletto (manco fossero la donna dei nostri sogni). L'intelligenza artificiale rende i cattivi di turno dei veri e propri duri a morire che manco Bruce Willis. Astuti nell'utilizzo delle coperture (e nel cambiarle, in molti casi) ci faranno sudare l'ambita vittoria centimetro dopo centimetro, con lenti avanzamenti, lanciandoci granate per farci uscire allo scoperto e accerchiandoci per bersagliarci con fuoco incrociato. La soluzione? Ingegnarsi. E velocemente, anche, perché loro non staranno ad aspettarvi.
Il frame-rate riesce a gestire tale fardello con una scioltezza encomiabile, attestandosi stabilmente sui 30 fotogrammi al secondo anche nelle situazioni più concitate. A questo proposito fanno storcere il naso i fastidiosi micro-caricamenti in vista dei vari checkpoint, momenti in cui la PS3 va letteralmente in pausa caffé. Da qui sorgono le polemiche sulla mancata installazione iniziale, espediente che avrebbe di certo abbreviato sensibilmente tali punti morti, unico neo di un comparto audio/visivo senza concorrenti. Audio, appunto, che cade nel solito doppiaggio italiano senza infamia e senza lode, ma grandioso nella riproposizione di adrenaliniche soundtrack dallo stampo hollywoodiano, accostando ai temi già conosciuti altri nuovi di zecca.