Killzone 3
di
Luca Gambino
Una scelta che si riflette anche nel level design che disegna tortuosi passaggi all'interno di mappe potenzialmente molto più vaste di quanto effettivamente giocabile, al fine di portarci di fronte allo schieramento nemico e dar vita al classico scambio di piombo. Gli scontri infatti saranno quasi sempre eseguiti con il nemico di fronte a noi. Sarà difficile vivere situazioni “Alla Halo”, con un combattimento a 360 ed un campo di battaglia da vivere in tutta la sua interezza. Guerrilla invece incede nella guerra da trincea, ben riparati dietro le protezioni sparse strategicamente nei livelli di gioco nel tentativo di tenersi la testa ben piantata sulle spalle e creare quanti più danni possibile ad un nemico che sopperisce ad una naturale mancanza di arguzia con una invidiabile precisione di tiro e con numeri sul campo sicuramente superiori ai nostri.
Tecnicamente, quello che ci appare davanti agli occhi in Killzone 3 non riesce a ricreare lo stesso stupore che ovviamente ha accompagnato il debutto sulla Ps3 della serie. Di sicuro assistiamo ad un “tuning” del set grafico già visto nel secondo episodio ma a parte qualche nuova location creata appositamente per questo episodio, Guerrilla ha, coerentemente con la trama, calcato la mano sugli stessi elementi che hanno decretato l'ottimo risultato ammirato in Killzone 2. Inutile quindi cercare elementi di novità nel design degli inquietanti Helghast o nelle location che mostrano ancora una volta decadenza e marzialità grazie anche ad una palette cromatica che lascia ben poco spazio a colori che non siamo le tonalità più cupe del grigio, marrone e nero.
Fortunatamente però Guerrilla ha limitato l'utilizzo dell'effetto di blur, forse memore delle critiche piovute a questo versante del design, realizzando un orizzonte visivo sicuramente più dettagliato e meno approssimato da sfumature di circostanza. E' da sottolineare anche come alcuni passaggi estetici del gioco siano stati realizzati tenendo bene a mente l'aspetto 3D dell'intera opera, dal momento che Killzone 3 é uno dei portabandiera Sony nell'implementazione di questa tecnologia e che, dati alla mano, ha dato risultati tutto sommato soddisfacenti. Non altrettanto possiamo invece dire dell'implementazione del Move che sebbene lasci intravedere delle buone possibilità future, allo stato attuale dello sviluppo faccia rimpiangere dopo pochi minuti l'utilizzo di un “normalissimo” joypad.
Un plauso va fatto anche ai doppiatori italiani che abbiamo veramente sentito in grande spolvero. La traduzione italiana infatti riesce a regalare ai vari protagonisti un'interpretazione drammatica e mai banale che va a impreziosire le ottime animazioni facciali dei protagonisti. Il risultato é un comparto tecnico a completo servizio di una sceneggiatura perennemente in bilico tra la follia di alcuni dei personaggi sullo schermo (Stahl su tutti) e la drammaticità dello scontro tra le due civiltà.
Uno scontro che ovviamente si ripropone anche nella modalità multiplayer che abbiamo avuto modo di testare nella sua fase di beta e nella modalità bot, che é ovviamente da intendersi come una semplice “palestra” prima di buttarsi nelle vere arene online dove Killzone 3 si esprime al suo meglio.
Insomma, Killzone 3 é effettivamente il miglior finale che si potesse pensare per l'eterna lotta tra umani e Helghast. Quello che abbiamo davanti agli occhi é l'esaltazione massima di un gameplay forse controcorrente nell'odierno panorama degli shooter in prima persona ma che per potenza visiva ed esecuzione di una trama più che mai articolata merita di essere giocato e gustato fino in fondo. Certo, non possiamo fare a meno di dire che ci sono alcuni passaggi sottotono, alcune scelte opinabili, altre del tutto incomprensibili ma se guardiamo al prodotto completo e non alla sommatoria delle sue singole parti non possiamo non spellarci le mani di fronte al lavoro dei Signori (e la maiuscola non é un errore) di Guerrilla.
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Tecnicamente, quello che ci appare davanti agli occhi in Killzone 3 non riesce a ricreare lo stesso stupore che ovviamente ha accompagnato il debutto sulla Ps3 della serie. Di sicuro assistiamo ad un “tuning” del set grafico già visto nel secondo episodio ma a parte qualche nuova location creata appositamente per questo episodio, Guerrilla ha, coerentemente con la trama, calcato la mano sugli stessi elementi che hanno decretato l'ottimo risultato ammirato in Killzone 2. Inutile quindi cercare elementi di novità nel design degli inquietanti Helghast o nelle location che mostrano ancora una volta decadenza e marzialità grazie anche ad una palette cromatica che lascia ben poco spazio a colori che non siamo le tonalità più cupe del grigio, marrone e nero.
Fortunatamente però Guerrilla ha limitato l'utilizzo dell'effetto di blur, forse memore delle critiche piovute a questo versante del design, realizzando un orizzonte visivo sicuramente più dettagliato e meno approssimato da sfumature di circostanza. E' da sottolineare anche come alcuni passaggi estetici del gioco siano stati realizzati tenendo bene a mente l'aspetto 3D dell'intera opera, dal momento che Killzone 3 é uno dei portabandiera Sony nell'implementazione di questa tecnologia e che, dati alla mano, ha dato risultati tutto sommato soddisfacenti. Non altrettanto possiamo invece dire dell'implementazione del Move che sebbene lasci intravedere delle buone possibilità future, allo stato attuale dello sviluppo faccia rimpiangere dopo pochi minuti l'utilizzo di un “normalissimo” joypad.
Un plauso va fatto anche ai doppiatori italiani che abbiamo veramente sentito in grande spolvero. La traduzione italiana infatti riesce a regalare ai vari protagonisti un'interpretazione drammatica e mai banale che va a impreziosire le ottime animazioni facciali dei protagonisti. Il risultato é un comparto tecnico a completo servizio di una sceneggiatura perennemente in bilico tra la follia di alcuni dei personaggi sullo schermo (Stahl su tutti) e la drammaticità dello scontro tra le due civiltà.
Uno scontro che ovviamente si ripropone anche nella modalità multiplayer che abbiamo avuto modo di testare nella sua fase di beta e nella modalità bot, che é ovviamente da intendersi come una semplice “palestra” prima di buttarsi nelle vere arene online dove Killzone 3 si esprime al suo meglio.
Insomma, Killzone 3 é effettivamente il miglior finale che si potesse pensare per l'eterna lotta tra umani e Helghast. Quello che abbiamo davanti agli occhi é l'esaltazione massima di un gameplay forse controcorrente nell'odierno panorama degli shooter in prima persona ma che per potenza visiva ed esecuzione di una trama più che mai articolata merita di essere giocato e gustato fino in fondo. Certo, non possiamo fare a meno di dire che ci sono alcuni passaggi sottotono, alcune scelte opinabili, altre del tutto incomprensibili ma se guardiamo al prodotto completo e non alla sommatoria delle sue singole parti non possiamo non spellarci le mani di fronte al lavoro dei Signori (e la maiuscola non é un errore) di Guerrilla.
Killzone 3
9
Voto
Redazione
Killzone 3
Insomma, Killzone 3 é effettivamente il miglior finale si potesse pensare per l'eterna lotta tra umani e Helghast. Quello che abbiamo davanti agli occhi é l'esaltazione massima di un gameplay forse controcorrente nell'odierno panorama degli shooter in prima persona ma che per potenza visiva ed esecuzione di una trama più mai ben articolata, merita di essere giocato e gustato fino in fondo. Certo, non possiamo fare a meno di dire che ci sono alcuni passaggi sotto tono, alcune scelte opinabili, altre del tutto incomprensibili ma se guardiamo al prodotto completo e non alla sommatoria delle sue singole parti non possiamo non spellarci le mani di fronte al lavoro dei Signori (e la maiuscola non é un errore) di Guerrilla.