Killzone HD
di
Davide Ottagono
Un oscuro dittatore si affaccia dalla balconata del suo palazzo, saluta la folla sottostante e carica i suoi soldati con discorsi di patriottismo e di odio verso i propri nemici. Il popolo Helghast, una volta esiliato dal pianeta Terra, cerca vendetta contro coloro che li hanno spinti nei più remoti e pericolosi angoli della galassia, costringendoli ad adattarsi a nuovi ed impervi habitat. Quelli che una volta erano esseri umani come tutti noi cambiarono, mutarono, si trasformarono in vere e proprie bestie, macchine da guerra bramose di un desiderio di rivincita che ormai da troppi anni ribolle nei loro cuori. É passato ormai quasi un decennio dal primo, storico discorso di Scolar Visari - imperatore dell'armata rinnegata - al suo popolo e Sony, ancora una volta, si mette in gioco rispolverando vecchie glorie del passato, andando incontro a tutti coloro che - vuoi per mancanza di soldi, vuoi per la giovane età - si sono persi l'inizio di una delle più famose saghe di sparatutto dei giorni nostri.
Il nome di Killzone ha guadagnato sempre più consensi ed apprezzamenti (sia di critica che di pubblico) con il passare degli anni, diventando di fatto uno dei principali cavalli di battaglia in esclusiva per l'armata Sony. Forse non tutti ricorderanno che lo stesso Killzone, al tempo, nacque nel tentativo di dimostrare alla concorrenza come anche una vecchia ed “acciaccata” PS2 potesse calcolare in tempo reale sanguinosi e polverosi campi di battaglia. “L'anti-Halo”; questo l'appellativo con cui sempre più spesso veniva additato. Tralasciando il fatto che poi non si sia neanche lontanamente avvicinato alle vette d'eccellenza delle avventure di Master Chief, sia per una certa immaturità del team di sviluppo, sia per le scarse prestazioni tecniche della console, resta ancora oggi un ottimo esempio di stile e buona sceneggiatura, nonostante i limiti piuttosto vistosi.
Ambientato in un ipotetico futuro, Killzone ci mette nei panni di Ian Templar, un soldato d'alto rango dell'esercito di liberazione ISA, intento con i suoi commilitoni a scacciare ancora una volta la minaccia Helghast dai pianeti alleati. Nonostante il canovaccio si snodi piuttosto linearmente, con classiche battaglie da trincea che si alternano ad atti di forza più “silenziosi”, le sorprese in ambito di caratterizzazione non mancano mai. Poco dopo le scene iniziali, infatti, andranno ad unirsi al nostro gruppo tre nuovi personaggi: Luger l'assassina (vecchia fiamma del protagonista), Rico l'assaltatore (personaggio che ormai é diventato una sorta di mascotte, all'interno della saga), e Hacka la spia (prima facente parte dell'esercito nemico e ora pentito).
Per farla breve, prenderemo le redini di un team in larga parte eterogeneo, con siparietti (molto spesso anche comici) di assoluto spessore. Quella che inizialmente sembra essere la classica battaglia campale tra le forze del bene e del male si trasforma ben presto in un pericoloso viaggio suicida dietro le linee nemiche, nel disperato tentativo di riattivare le difese interplanetarie conquistate dai nemici e di rispedire al mittente queste armate di uomini in nero che sembrano non avere pietà di niente e di nessuno. Come dicevamo prima, non stiamo parlando di certo del nuovo Guerre Stellari, ma nel suo piccolo riesce a cacciare un po' di sentimento e caratterizzazione che sempre più spesso viene a mancare in sparatutto di questo genere. Tra alleanze inaspettate ed altrettanto inaspettati tradimenti, la cavalcata solitaria di Templar e dei suoi tre compagni riesce facilmente ad appassionare, grazie a dialoghi sopra le righe e ad una regia che - nonostante gli anni sulle spalle - lo avvicina molto alla qualità di un bel film di guerra fantascientifica.
Purtroppo, il gameplay non sempre riesce a tenere il passo. Inutile raccontarci bugie, già ai suoi tempi Killzone era tutt'altro che un capolavoro. Lineare, con poche sorprese e anche piuttosto legnosetto, non riusciva ad innalzarsi neanche quanto bastava per raggiungere già solo il podio dei migliori sparatutto su console. Figuriamoci oggi, dove i passi in avanti in questo genere sono stati epocali. In effetti, gli anni sono stati crudeli con lui. Se al tempo si riusciva a sorvolare su alcuni difetti e su una certa staticità generale, oggi come oggi tutto sembra moltiplicato alla decima potenza. L'impossibilità di saltare, le mille barriere invisibili, i percorsi fin troppo prestabiliti, la mancanza di una mira di precisione: lo ammettiamo, attualmente é davvero difficile rientrare nella sua ottica e goderselo appieno, anche se a cuor più leggero.
Ovviamente, non parliamo di un gioco brutto. Killzone resta un prodotto dove falciare milizie su milizie é ancora altamente divertente, ma i limiti di design sono evidenti come non mai. Non esiste alcuna via secondaria, l'IA nemica non rappresenta mai una vera e propria sfida e, dall'inizio alla fine, il tutto si conclude ad un semplice avanzamento per corridoi e stanze quadrate più o meno mascherate, con nemici kamikaze che si fanno stendere senza alcun ritegno. Magari entrando in possesso dei nuovi strumenti di morte sparsi qui e lì per i livelli qualcosa può cambiare, ma bene o male le sorprese si fermano a questo. Per quanto possa essere comunque divertente, Killzone é un titolo che può stancare in fretta, e assolutamente non per monotonia, ma semplicemente perché non offre quasi mai qualcosa in più di tanti altri suoi “colleghi”. Men che meno oggi come oggi, dove lo standard qualitativo si é alzato vertiginosamente.
L'avventura principale può essere portata a termine in anche meno di 10 ore, e la mancanza di qualunque collezionabile rende la rigiocabilità inferiore a zero. Peggio ancora, l'assenza del multigiocatore in rete costringe lo split-screen offline a mantenere in piedi l'intera baracca della longevità. Ovviamente, starà a voi decidere quanto ne valga la pena, anche considerando il prezzo ridotto del pacchetto.
Nonostante la grafica sia stata ripulita, non é tanto quest'ultima ad essere la principale protagonista beata dal passaggio all'alta definizione. Anzi, le perenni tonalità di grigio che una volta servivano a mascherare alcune “leggerezze” del motore, oggigiorno risultano più che mai indigeste, facendo perdere al titolo anche uno degli aspetti che al tempo fu più idolatrato: quello visivo. In realtà, é stato l'intero comparto tecnico a ritrovarsi giovato da questo rifacimento: il frame rate é finalmente stabile e i caricamenti sono rapidi come non mai. Ottime come sempre anche le colonne sonore, magari poco sfruttate durante le fasi di gioco, ma grandi protagoniste durante le scene filmate. Altrettanto buono, anche se un po' altalenante, il doppiaggio italiano.
Il nome di Killzone ha guadagnato sempre più consensi ed apprezzamenti (sia di critica che di pubblico) con il passare degli anni, diventando di fatto uno dei principali cavalli di battaglia in esclusiva per l'armata Sony. Forse non tutti ricorderanno che lo stesso Killzone, al tempo, nacque nel tentativo di dimostrare alla concorrenza come anche una vecchia ed “acciaccata” PS2 potesse calcolare in tempo reale sanguinosi e polverosi campi di battaglia. “L'anti-Halo”; questo l'appellativo con cui sempre più spesso veniva additato. Tralasciando il fatto che poi non si sia neanche lontanamente avvicinato alle vette d'eccellenza delle avventure di Master Chief, sia per una certa immaturità del team di sviluppo, sia per le scarse prestazioni tecniche della console, resta ancora oggi un ottimo esempio di stile e buona sceneggiatura, nonostante i limiti piuttosto vistosi.
Ambientato in un ipotetico futuro, Killzone ci mette nei panni di Ian Templar, un soldato d'alto rango dell'esercito di liberazione ISA, intento con i suoi commilitoni a scacciare ancora una volta la minaccia Helghast dai pianeti alleati. Nonostante il canovaccio si snodi piuttosto linearmente, con classiche battaglie da trincea che si alternano ad atti di forza più “silenziosi”, le sorprese in ambito di caratterizzazione non mancano mai. Poco dopo le scene iniziali, infatti, andranno ad unirsi al nostro gruppo tre nuovi personaggi: Luger l'assassina (vecchia fiamma del protagonista), Rico l'assaltatore (personaggio che ormai é diventato una sorta di mascotte, all'interno della saga), e Hacka la spia (prima facente parte dell'esercito nemico e ora pentito).
Per farla breve, prenderemo le redini di un team in larga parte eterogeneo, con siparietti (molto spesso anche comici) di assoluto spessore. Quella che inizialmente sembra essere la classica battaglia campale tra le forze del bene e del male si trasforma ben presto in un pericoloso viaggio suicida dietro le linee nemiche, nel disperato tentativo di riattivare le difese interplanetarie conquistate dai nemici e di rispedire al mittente queste armate di uomini in nero che sembrano non avere pietà di niente e di nessuno. Come dicevamo prima, non stiamo parlando di certo del nuovo Guerre Stellari, ma nel suo piccolo riesce a cacciare un po' di sentimento e caratterizzazione che sempre più spesso viene a mancare in sparatutto di questo genere. Tra alleanze inaspettate ed altrettanto inaspettati tradimenti, la cavalcata solitaria di Templar e dei suoi tre compagni riesce facilmente ad appassionare, grazie a dialoghi sopra le righe e ad una regia che - nonostante gli anni sulle spalle - lo avvicina molto alla qualità di un bel film di guerra fantascientifica.
Purtroppo, il gameplay non sempre riesce a tenere il passo. Inutile raccontarci bugie, già ai suoi tempi Killzone era tutt'altro che un capolavoro. Lineare, con poche sorprese e anche piuttosto legnosetto, non riusciva ad innalzarsi neanche quanto bastava per raggiungere già solo il podio dei migliori sparatutto su console. Figuriamoci oggi, dove i passi in avanti in questo genere sono stati epocali. In effetti, gli anni sono stati crudeli con lui. Se al tempo si riusciva a sorvolare su alcuni difetti e su una certa staticità generale, oggi come oggi tutto sembra moltiplicato alla decima potenza. L'impossibilità di saltare, le mille barriere invisibili, i percorsi fin troppo prestabiliti, la mancanza di una mira di precisione: lo ammettiamo, attualmente é davvero difficile rientrare nella sua ottica e goderselo appieno, anche se a cuor più leggero.
Ovviamente, non parliamo di un gioco brutto. Killzone resta un prodotto dove falciare milizie su milizie é ancora altamente divertente, ma i limiti di design sono evidenti come non mai. Non esiste alcuna via secondaria, l'IA nemica non rappresenta mai una vera e propria sfida e, dall'inizio alla fine, il tutto si conclude ad un semplice avanzamento per corridoi e stanze quadrate più o meno mascherate, con nemici kamikaze che si fanno stendere senza alcun ritegno. Magari entrando in possesso dei nuovi strumenti di morte sparsi qui e lì per i livelli qualcosa può cambiare, ma bene o male le sorprese si fermano a questo. Per quanto possa essere comunque divertente, Killzone é un titolo che può stancare in fretta, e assolutamente non per monotonia, ma semplicemente perché non offre quasi mai qualcosa in più di tanti altri suoi “colleghi”. Men che meno oggi come oggi, dove lo standard qualitativo si é alzato vertiginosamente.
L'avventura principale può essere portata a termine in anche meno di 10 ore, e la mancanza di qualunque collezionabile rende la rigiocabilità inferiore a zero. Peggio ancora, l'assenza del multigiocatore in rete costringe lo split-screen offline a mantenere in piedi l'intera baracca della longevità. Ovviamente, starà a voi decidere quanto ne valga la pena, anche considerando il prezzo ridotto del pacchetto.
Nonostante la grafica sia stata ripulita, non é tanto quest'ultima ad essere la principale protagonista beata dal passaggio all'alta definizione. Anzi, le perenni tonalità di grigio che una volta servivano a mascherare alcune “leggerezze” del motore, oggigiorno risultano più che mai indigeste, facendo perdere al titolo anche uno degli aspetti che al tempo fu più idolatrato: quello visivo. In realtà, é stato l'intero comparto tecnico a ritrovarsi giovato da questo rifacimento: il frame rate é finalmente stabile e i caricamenti sono rapidi come non mai. Ottime come sempre anche le colonne sonore, magari poco sfruttate durante le fasi di gioco, ma grandi protagoniste durante le scene filmate. Altrettanto buono, anche se un po' altalenante, il doppiaggio italiano.
Killzone HD
7
Voto
Redazione
Killzone HD
In linea di massima, riprendere in mano Killzone dopo quasi un decennio é una strana sensazione. Da un lato, é ancora bello vedere come tutto sia iniziato, e come un piccolo esperimento sia poi diventato il kolossal che oggi tutti conosciamo. Dall'altro, é palese che il passare degli anni non gli abbia per nulla giovato. Legnoso e poco fantasioso nelle fasi di gameplay, Killzone resta “solo” uno sparatutto carino con trovate di trama molto simpatiche. Non é un'avventura chissà quanto innovativa, e una volta finito raramente lo riprenderete in mano (se non per collezionare tutti i Trofei), ma é comunque un prodotto discretamente divertente, pur con tutti i suoi alti e bassi. Ancor più allettante se non avete mai avuto modo di recuperarlo. Sperando che questo nuovo ultra-pacchetto contente l'intera trilogia sia una prima avvisaglia dell'arrivo di un quarto episodio. Chissà, magari su nuova generazione.