Killzone Mercenary

Killzone Mercenary
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Ebbene sì, siamo ancora qui. In un periodo in cui non si fa altro che parlare di PS4, Xbox One, nuova generazione imminente o del sempre in voga GTA5, il titolo che in verità ha cercato di ritagliarsi lo spazio pubblicitario più grande é proprio l'ultimo dei Guerrilla. Dopo averlo visto in anteprima allo scorso E3, averne provato con mano un livello completo della campagna in singolo e, solo qualche giorno fa, aver disquisito del comparto multigiocatore, é finalmente arrivato il momento di un impietoso e secco parere finale. Sony, infatti, ci ha spedito il gioco completo con quasi un mese d'anticipo rispetto all'uscita nei negozi, dandoci quindi tutto il tempo di dissezionarlo ed assaggiarlo in tutte le sue molteplici e (premettiamo) sorprendenti sfaccettature. Oggi é il grande giorno, Mercenary campeggia fiero sugli scaffali e noi possiamo rompere il silenzio stampa e condividere i nostri pareri con il mondo. La cosa certa é che PSVita ha bisogno come il pane di nuovo software che possa renderla più accattivante agli occhi dell'utenza e, in attesa di Tearaway e Murasaki Baby, proprio Killzone si accolla il fardello di colmare questo vuoto cosmico che si é protratto per qualche mese di troppo.

Killzone Mercenary


Ci riesce? Il complesso ci ha convinto? Molto. Anzi, vogliamo già anticiparvi come Mercenary sia uno dei migliori sparatutto che abbiamo giocato ultimamente e, sotto molti aspetti, persino il miglior Killzone dell'intera saga. classico ma innovativo, nostalgico ma al tempo stesso nuovo. Parliamo di un prodotto che mostra i muscoli della console come niente prima d'ora, che ci ha regalato tantissimo e continua a regalarci tantissimo anche mentre vi stiamo scrivendo, ma che al contempo ha l'amaro retrogusto di una grandissima occasione mancata, di un qualcosa di eccezionale che con un po' di lavoro in più (e, soprattutto, con un budget più elevato alle spalle) sarebbe potuto diventare un caposaldo del genere. Ma, visto che ci piace tenervi sulle spine, andiamo con ordine.

Killzone: Mercenary ci mette nei panni di Arran Danner, un guerriero mercenario che prende parte alla famosa guerra tra ISA e Helghast solo ed esclusivamente come "asso nella manica" del miglior offerente. Danner non segue alcun credo, se ne infischia delle morali e - soprattutto - non si fa scrupoli su niente. Nemmeno a puntare un'arma contro coloro che fino al giorno prima sono stati i suoi alleati. la dura legge di questo peculiare business, ma nessuno sa metterla in pratica meglio di lui. In veste di spin-off, Mercenary non si impegna a dare un proseguio agli eventi già visti su console casalinghe (per quello dovremo aspettare Shadow Fall e PS4), ma ci fa rivivere tutti i punti chiave della battaglia da un punto di vista esterno, maggiormente defilato. La sceneggiatura si snoda quindi attraverso svariati anni, dall'assalto Helghast su Vekta (Killzone 1) alla risposta ISA e al conseguente approdo sul Helgan (Killzone 2), e ci permetterà di vivere in prima persona quei retroscena più oscuri del conflitto che, silenziosamente, hanno contribuito alla vittoria degli alleati.



Senza ombra di dubbio, però, la vicenda di Danner non riesce a risultare appassionante quanto quella principale, complici anche protagonisti e comprimari non sviluppati a dovere o, in casi estremi, completamente da buttare. Non mancano però delle chicche interessanti. Kratek, l'antagonista di turno, é un personaggio tutto sommato interessante sia nel (cinico) carattere quanto nel design, mentre la possibilità di passare per la primissima volta nelle file degli Helghast (per motivi di trama che ovviamente non vogliamo svelarvi) apre un'orizzonte tutto nuovo alla saga. La verità é che Mercenary, pur catapultandoci in un racconto di contorno poco appassionante, riesce sempre e comunque a tenere alto l'interesse del giocatore grazie a continue sequenze altamente coreografiche e trovate di fondo che non finiscono mai di sorprendere. Il problema é che fallisce nello sfruttare a dovere le tante idee innovative e a trasformarle in qualcosa di realmente completo per un solo, semplice motivo: non ha il tempo necessario per farlo. La campagna in singolo é breve. Ma non breve come quella di un Call of Duty o di un Battlefield. Intendiamo proprio spaventosamente breve! Ed é assurdo perché, parola nostra, é l'unico difetto che abbiamo trovato ad un prodotto curatissimo e potenzialmente perfetto in ogni suo altro aspetto. Credere, dopo 3 ore, di trovarsi di fronte al primo boss del gioco solo per poi assistere a dei titoli di coda che chiamare prematuri é un complimento... ci ha lasciato alquanto perplessi.

Ringraziando il cielo, Killzone: Mercenary é uno di quei titoli che guadagna longevità e divertimento ad un secondo, terzo, quarto o quinto giro. Campagna a parte, che non ha comunque modo di essere salvata, il gameplay si bea di una miriade di compiti secondari che riescono in qualche modo nella disperata impresa di salvare il single-player dalla dannazione totale. Nonostante la base del gioco sia rimasta pressocché invariata, con controlli pesanti e realistici, atmosfere opprimenti e sparatorie fatte di continue coperture e spazi angusti, tutti i nuovi accorgimenti fatti dai Cambridge Studio riescono nell'obiettivo di rendere il tutto migliore, vario e persino più ragionato. Il level-design ne ha guadagnato in qualità, con ambientazioni stracolme di vie secondarie e scelte tattiche differenti. Non per nulla é stato aggiunto un radar in basso allo schermo, altra novità per la serie, grazie al quale potremo studiare le ronde nemiche per così sorprenderle alle spalle.

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8

Voto

Redazione

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Killzone Mercenary

Vero, forse abbiamo speso fin troppe parole su un gioco il cui commento finale poteva benissimo essere riassunto in pochi, semplici concetti: Killzone Mercenary é un titolo grandioso, sicuramente il miglior FPS presente su PSVita e un must-have per i fans della saga. E' divertente, é vario, offre svariate decine di ore di contenuti secondari con cui divertirsi in singolo e centinaia di ore potenziali con cui tenersi occupati in multiplayer. É appagante e aperto ad ogni tipo di giocatore, da quello più tattico a quello più istintivo, é spettacolare e davvero pieno di possibilità. In più, ha un comparto audio-visivo senza precedenti, su console portatile. Se avesse avuto una storia principale all'altezza, oltre che lunga almeno il doppio, il voto sarebbe stato indubbiamente più alto. Purtroppo, quando ci si ritrova davanti ad un prodotto così curato, giungere ad un inatteso "The End" in sole 3 ore non può non lasciare un fortissimo amaro in bocca. Una grande occasione sprecata, ma snobbarla solo per questo é da folli.

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