Killzone Mercenary

di Davide Ottagono
Già Killzone 3, tempo addietro, aveva tentato di dare alla saga una qualche possibilità di giocare in modo stealth, pur non riuscendoci appieno. Mercenary, ironicamente, riesce lì dove i Guerrilla stessi avevano fallito, permettendo di poterci muovere completamente nell'ombra dall'inizio alla fine dell'incarico, magari sorprendendo le varie pattuglie nemiche alle spalle e in silenzio, o avvantaggiandoci grazie alle decine di percorsi alternativi che ogni missione cela furbamente. Del resto, il gioco stesso incita a più riprese un qualche tipo di basso profilo, visto che farsi intercettare da un soldato o da una telecamera ci complicherà poi l'intero compito. Spiegare a parole quanto Mercenary sia apertissimo ad ogni genere di manovra, dalla più silenziosa alla più coreografica, non é facilissimo, quindi proprio per questo vogliamo farvi un paio di esempi: nella prima missione, per dire, ci troveremo di fronte ad una stanza blindata con un sergente barricato al suo interno. Subito, il tutorial ci avverte come piazzando delle cariche esplosive sul bunker riusciremo a passare ma che, così facendo, allerteremo i rinforzi Helghast nei paraggi. Il giocatore intelligente noterà invece l'invitante condotto d'areazione che, molto più in alto, si snoda dal bunker fino ad una destinazione ignota. Seguendolo, arriveremo ad una valvola ben nascosta che sembra gestire proprio l'areazione della stanza. La si gira, si ficca all'interno del tubo una bella granata tossica (perché, ancora una volta, teniamo a sottolineare quanto ci piacciano i lavori silenziosi) e l'Helghast, pur di salvarsi, sarà costretto ad aprirci la strada dall'intero. Assolutamente grandioso. Questo é solo uno delle decine di casi in cui il gioco ci pone, senza avvertirci, davanti a dei bivi, ed é solo uno dei motivi per cui questo Mercenary é un prodotto migliore delle sue stesse controparti casalinghe.



Un altro punto a favore é che questo spin-off portatile ci concede una libertà quasi totale nella gestione del nostro personaggio. Infatti, grazie ad un interessante sistema monetario (molto simile a quello visto in Bulletstorm, per fare un esempio), potremo iniziare la missione con l'equipaggiamento che più ci aggrada invece di reperire gli strumenti direttamente sul campo. L'armamentario stesso, oltre che ad essere il più vasto mai apparso in un capitolo di Killzone, viene egregiamente raccontato attraverso un sistema di statistiche capaci di spiegare facilmente e velocemente potenza, precisione, rinculo e rateo di fuoco di ogni pezzo. Interessante introduzione sono le armature (alcune utili per l'infiltrazione, altre per assorbire i colpi) e i sistemi Van-Guard, dei veri e propri assi nella manica da utilizzare nelle situazioni più estreme. Costano un occhio della testa, vero, ma questi "poteri speciali" possono davvero fare la differenza tra la vita e la morte, quando tutto sembra volgere al peggio. I Van-Guard possono darci la possibilità di diventare quasi invisibili per un breve lasso di tempo, di bombardare le truppe con mortai dall'alto, di mandare un drone stealth in avanscoperta, di segnalarci tutti i nemici in zona e tanto altro ancora.

Nonostante la trama principale si prolunghi per sole 9 missioni dalla durata media di 15 minuti a testa, ognuna di esse potrà essere rigiocata non solo per essere ripulita di ogni suo segreto o per vincere le centinaia di medagliette extra, ma anche e soprattutto per cimentarsi in loro nuove versioni alternative e ben più ostiche. Una volta completato il contratto originario, infatti, verranno sbloccate tre nuove missioni secondarie all'interno dello stesso, denominate Precisione, Infiltrazione e Distruzione. Come lasciano intuire i nomi stessi, altro non sono che varianti più "limitate" della missione appena conclusa. Precisione, ad esempio, ci costringe spesso a rifare l'intero livello con uno strettissimo tempo limite, totalizzando un certo numero di colpi alla testa e per di più imbracciando un'arma che ci viene imposta dalla CPU.



Infiltrazione é, ovviamente, la traduzione più "Fisheriana" di tutte. Nella maggior parte dei casi, bisognerà equipaggiarsi di armi silenziate e trovare un modo a prova di bomba per superare gli strettissimi controlli avversari senza mai destar sospetti. Distruzione, invece, é un po' quella modalità che fa tirare un sospiro di sollievo dopo essere stato costretto per ore a ripetere le stesse sezioni in stealth con poco successo. Si usano lanciamissili, si chiamano attacchi aerei, si fanno esplodere tante belle cose e, nella stragrande maggioranza dei casi, si cerca di creare il caos più grande possibile. Ironia della sorte, sono proprio queste variazioni al tema a regalare un'iniezione di longevità alla campagna in singolo, con un timer che adesso ci segna circa 30 ore volate via senza accenni di noia. Tra l'altro, non dimentichiamo come Guerrilla abbia promesso numerosi DLC gratuiti ed un supporto continuo dopo il lancio nei negozi.

Qualche parola la vorremmo spendere anche sulle caratteristiche uniche di PSVita e su come siano state sfruttate in questo titolo. Nonostante non ci sia traccia dell'accelerometro, gli schermi touch (sia posteriore che anteriore) vengono chiamati spesso in causa, seppur senza troppa esagerazione. Alla fine, parliamo di scorrere il dito nella direzione corretta durante un assalto corpo a corpo, dello zoom del mirino del fucile di precisione o della risoluzione degli enigmi di hackeraggio delle porte.

Del multiplayer, invece, ve ne abbiamo già parlato nel nostro speciale di qualche giorno fa. Anche lì abbiamo speso tante belle parole ma, per chi se lo fosse perso, facciamo un rapido riassunto. Mercenary supporta partite in rete fino ad 8 giocatori contemporaneamente. 8 giocatori, 6 mappe e 3 modalità diverse. Il tutto é molto stabile, le mappe varie e le modalità - sebbene un po' classiche - funzionano egregiamente. Ovviamente reiteriamo gli stessi dubbi avuti in fase di anteprima: un sistema di respawn troppo "casuale", un'equilibrio tra le varie armi non perfettissimo e una possibile carenza di utenti da sfidare, vista la poca diffusione della console. Ma questi sono problemi che potrebbero benissimo essere smentiti col tempo.

Dulcis in fundo, il comparto tecnico. Anche qui, nel corso dei mesi, abbiamo speso righe e righe di elogio verso questo comparto audio-visivo che spesso e volentieri faceva il verso ai mostri sacri su console casalinghe. Ovviamente, lo schermo piccolo aiuta a nascondere numerose magagne, come delle texture non chissà quanto definite, ma possiamo assicurarvi che l'impatto generale, soprattutto in singolo, é da lasciare a bocca aperta. Ambientazioni vaste, aperte, non lineari e poligonalmente complesse, panorami da mozzare il fiato, effetti di fumo e luce curatissimi, frame-rate stabile. Nel complesso, sembra di trovarsi di fronte a un Killzone su PS3, che già a sua volta é uno dei punti tecnici più alti raggiunti in ambito console. Prova superata a pieni voti, quindi, assolutamente. Così come é superata a piena voti anche la prova del comparto acustico. Una volta equipaggiate le nostre care cuffie, si viene immediatamente catapultati in un mondo di effetti realistici come non mai. L'immersione é totale, anche e soprattutto grazie alle egregie colonne sonore che, in modo molto intelligente, accompagnano l'azione e i suoi ritmi. Forse si poteva fare di più sul doppiaggio in italiano ma, in fin dei conti, non possiamo considerarlo come vero e proprio difetto.