Kinect Joy Ride
di
Luca Gambino
Presentato inizialmente come progetto slegato da Kinect, Joyride ha dapprima fatto perdere le sue tracce per poi riemergere dalle nebbie del vaporware come uno dei titoli di punta dell'offerta Microsoft legata al lancio di questo ambizioso dispositivo. Anche in questo caso la formula di gioco prescelta punta tutto sull'immediatezza e sulla semplicità d'approccio, aperto veramente a qualsiasi tipologia di giocatore. Joyride si presenta infatti come un racing arcade dal look "cartoonesco" che dimostra fin da subito di non volersi prendere troppo sul serio anche perché alla guida della vetture potrete trovare addirittura gli avatar presenti nella vostra console. Tutto all'insegna del puro divertimento, quindi, con la precisa volontà di mettere sullo stesso piano tutte le tipologie di giocatori.
Niente più combinazioni di tasti/grilletti di impossibile esecuzione per i non "games addicted" , niente parzializzazioni al millimetro per l'accelerazione o la frenata, nessun trucco d'alta scuola per fare curve al limite del possibile. Tutto quello che viene richiesto al giocatore é di impugnare un volante virtuale e comportarsi come se si fosse realmente in pista. Gira a destra, gira a sinistra, vai dritto. Stop. O quasi. Ad ogni modo, tutto ampiamente alla portata di chiunque. Non vi dovrete nemmeno preoccupare di freno e acceleratore dal momento che la velocità sarà impostata direttamente dal sistema. Arrivare primi o ultimi sarà solo un fattore legato al vostro comportamento in pista, su come riuscirete a effettuare correttamente le curve, a quanto sarete "bastardi" con i vostri avversari e soprattutto su come riuscirete a sfruttare al meglio i bonus.
Già, i bonus, perché non può esistere un racing arcade degno di questo nome che non implementi i classici bonus da recuperare in pista per contrastare il percorso dei vostri diretti avversari. Dai missili teleguidati al "Freeze" dei vostri antagonisti, anche l'utilizzo dei bonus sarà gestibile attraverso la gestualità del vostro corpo. Volete inserire il turbo? Portate indietro le braccia e poi spingetele decisi in avanti e il vostro mezzo inizierà a schizzare via a velocità impossibili, al limite del controllabile. Volete lanciare un razzo al vostro concorrente diretto? Spingete all'infuori il vostro braccio sinistro e il razzo partirà verso il bersaglio. Ovviamente tutto questo non sarà sufficiente, da solo, a garantirvi il successo perché sul vostro percorso troverete le altre macchine che, sebbene non brillino per intelligenza artificiale, cercheranno di mettervi il bastone tra le ruote ad ogni curva.
Il design dei percorsi si assesta su buoni livelli, presentando tutti quegli elementi classici che rendono ancora più divertenti le azioni sulla pista. Curve a gomito, paraboliche e lunghi salti dove ci verrà anche richiesto di esibirci in alcune mosse acrobatiche che aumenteranno il nostro punteggio complessivo e che saranno spese immortalate dall'immancabile funzione di macchina fotografica di Kinect. Occhio alle espressioni idiote, quindi. Ovviamente se questi fattori possono essere irrinunciabili e tutto sommato comprensibili per il giocatore più "casual", quello più avvezzo potrebbe lamentare della troppa semplicità legata al titolo, sul basso tasso di sfida richiesto (gira in questi giorni un "Epic fail" dove il giocatore non muove letteralmente un muscolo ma viene comunque filoguidato al terzo posto assoluto) e più in generale della mancanza di tutti quegli elementi come la stessa differenziazione delle singole auto che possa andare oltre il classico pomeriggio passato assieme agli amici a fare a spallate/sportellate.
In generale possiamo dire che il sistema di riconoscimento dei movimenti svolge il suo compito egregiamente. Non che venga messo a dura prova, intendiamoci, ma l'interfaccia uomo-macchina svolge il suo compito con buona precisione, dando la giocatore la sensazione di avere sempre il controllo sulla vettura. Ovviamente si paga sempre lo scotto di una mancanza di "tattilità" che può infastidire soprattutto il giocatore più esperto, ma il fine ultimo del gioco é sicuramente quello di divertire a prescindere da qualsiasi forma classica legata al genere racing.
Sicuramente una maggiore profondità di questi elementi di gioco avrebbe giovato, e non poco, alla sua longevità generale, dal momento che saranno sufficienti un paio di sessioni "impegnate" per vedere tutto quello che c'é da vedere, compreso un multiplayer via Xbox Live che non ci ha pienamente convinto. Un conto é divertirsi e condividere la stessa area di gioco (gomitate sui denti comprese) con amici e parenti, un altro é un freddo multiplayer competitivo dove l'unico elemento comunitario risiede nelle sole risate di schermo che arrivano magari dall'altra parte dell'oceano. Ecco, Joyride non é stato fatto per questo. In sostanza, Joyride si rivela un gioco simpatico e divertente, il classico titolo che può risolvere una situazione di stallo nei dopo cena con amici, ma la sua profondità in linea di massima raggiunge il suo apice e si esaurisce proprio lì, in fretta e soprattutto in compagnia. Se siete alla ricerca di qualcosa che vada anche solo al di sotto della superficie del genere racing arcade sarà meglio volgere lo sguardo (e i soldi) altrove.
Niente più combinazioni di tasti/grilletti di impossibile esecuzione per i non "games addicted" , niente parzializzazioni al millimetro per l'accelerazione o la frenata, nessun trucco d'alta scuola per fare curve al limite del possibile. Tutto quello che viene richiesto al giocatore é di impugnare un volante virtuale e comportarsi come se si fosse realmente in pista. Gira a destra, gira a sinistra, vai dritto. Stop. O quasi. Ad ogni modo, tutto ampiamente alla portata di chiunque. Non vi dovrete nemmeno preoccupare di freno e acceleratore dal momento che la velocità sarà impostata direttamente dal sistema. Arrivare primi o ultimi sarà solo un fattore legato al vostro comportamento in pista, su come riuscirete a effettuare correttamente le curve, a quanto sarete "bastardi" con i vostri avversari e soprattutto su come riuscirete a sfruttare al meglio i bonus.
Già, i bonus, perché non può esistere un racing arcade degno di questo nome che non implementi i classici bonus da recuperare in pista per contrastare il percorso dei vostri diretti avversari. Dai missili teleguidati al "Freeze" dei vostri antagonisti, anche l'utilizzo dei bonus sarà gestibile attraverso la gestualità del vostro corpo. Volete inserire il turbo? Portate indietro le braccia e poi spingetele decisi in avanti e il vostro mezzo inizierà a schizzare via a velocità impossibili, al limite del controllabile. Volete lanciare un razzo al vostro concorrente diretto? Spingete all'infuori il vostro braccio sinistro e il razzo partirà verso il bersaglio. Ovviamente tutto questo non sarà sufficiente, da solo, a garantirvi il successo perché sul vostro percorso troverete le altre macchine che, sebbene non brillino per intelligenza artificiale, cercheranno di mettervi il bastone tra le ruote ad ogni curva.
Il design dei percorsi si assesta su buoni livelli, presentando tutti quegli elementi classici che rendono ancora più divertenti le azioni sulla pista. Curve a gomito, paraboliche e lunghi salti dove ci verrà anche richiesto di esibirci in alcune mosse acrobatiche che aumenteranno il nostro punteggio complessivo e che saranno spese immortalate dall'immancabile funzione di macchina fotografica di Kinect. Occhio alle espressioni idiote, quindi. Ovviamente se questi fattori possono essere irrinunciabili e tutto sommato comprensibili per il giocatore più "casual", quello più avvezzo potrebbe lamentare della troppa semplicità legata al titolo, sul basso tasso di sfida richiesto (gira in questi giorni un "Epic fail" dove il giocatore non muove letteralmente un muscolo ma viene comunque filoguidato al terzo posto assoluto) e più in generale della mancanza di tutti quegli elementi come la stessa differenziazione delle singole auto che possa andare oltre il classico pomeriggio passato assieme agli amici a fare a spallate/sportellate.
In generale possiamo dire che il sistema di riconoscimento dei movimenti svolge il suo compito egregiamente. Non che venga messo a dura prova, intendiamoci, ma l'interfaccia uomo-macchina svolge il suo compito con buona precisione, dando la giocatore la sensazione di avere sempre il controllo sulla vettura. Ovviamente si paga sempre lo scotto di una mancanza di "tattilità" che può infastidire soprattutto il giocatore più esperto, ma il fine ultimo del gioco é sicuramente quello di divertire a prescindere da qualsiasi forma classica legata al genere racing.
Sicuramente una maggiore profondità di questi elementi di gioco avrebbe giovato, e non poco, alla sua longevità generale, dal momento che saranno sufficienti un paio di sessioni "impegnate" per vedere tutto quello che c'é da vedere, compreso un multiplayer via Xbox Live che non ci ha pienamente convinto. Un conto é divertirsi e condividere la stessa area di gioco (gomitate sui denti comprese) con amici e parenti, un altro é un freddo multiplayer competitivo dove l'unico elemento comunitario risiede nelle sole risate di schermo che arrivano magari dall'altra parte dell'oceano. Ecco, Joyride non é stato fatto per questo. In sostanza, Joyride si rivela un gioco simpatico e divertente, il classico titolo che può risolvere una situazione di stallo nei dopo cena con amici, ma la sua profondità in linea di massima raggiunge il suo apice e si esaurisce proprio lì, in fretta e soprattutto in compagnia. Se siete alla ricerca di qualcosa che vada anche solo al di sotto della superficie del genere racing arcade sarà meglio volgere lo sguardo (e i soldi) altrove.
Kinect Joy Ride
6
Voto
Redazione
Kinect Joy Ride
Aspettando la versione Kinect di Forza, gli amanti dei racing game dovranno accontentarsi per un pò di questo Joyride. Un titolo tutto sommato divertente e accessibile veramente a tutti, ma che ha il demerito di avere una curva d'interesse che tende a svanire dopo le primissime sessioni di gioco. Questa sensazione si amplifica ovviamente nei confronti dei giocatori più esperti che troveranno veramente scarsi motivi di interesse per approfondire "in privato" la conoscenza di un gioco che fa della sua componente "party" la sua unica ragione di vita.