Kinect Sports: Stagione 2
di
Marco Modugno
C'era un tempo in cui noi videogiocatori venivamo ancora lasciati in pace a rilassarci, sprofondati in comode poltrone/divani, limitandoci a muovere le dita delle mani e, al massimo, le mascelle, qualora avessimo deciso di combattere lo stress di una sessione particolarmente ostica con uno spuntino o un chewing gum. Poi venne il Wii, partorito dalla mente di un genio malvagio, animato dalla sacra missione di dare una smossa anche allo zoccolo duro dei geek per antonomasia, traghettando il folto pubblico degli amanti delle realtà virtuali nell'era del pilates e dello spinning. Il risultato, più che le tradizionali lacrime e sangue é stato un torrente d'inaspettato sudore, gocciolato sul tappeto buono del salotto assieme all'amara consapevolezza di quanto poco una dieta di trash food, bibite gassate e sessioni di Call of Duty contribuisca a tonificare i nostri fisici bolsi, lontani miglia da quelli di un vero sportivo.
Così, mentre un po' frastornati ci ritrovavamo di colpo a condividere molto più di quanto avremmo voluto con i fanatici della palestra e della corsetta la mattina presto, illusi per qualche istante che un'ora di Wii Fit possa davvero compensare le tante nottate passate in compagnia di pizza fredda e Oblivion, anche gli altrio produttori di console si affrettavano a mettersi al passo, sfornando la loro personale idea di body controller. A meno di non aver tatuate le parole "Sony fan boy" sul polpaccio (depilato) sinistro, occorre riconoscere che Microsoft ha saputo, in questo contesto, lanciare la sfida più audace. Eliminazione totale delle periferiche di controllo, sostituite da un sistema di rilevazione dei movimenti del corpo che qualche genio del marketing ha poi deciso di battezzare Kinect.
Di lì all'implementazione di una serie impressionante di titoli in grado di simulare, più o meno bene, le più svariate discipline sportive, il passo é stato brevissimo. E così, in concomitanza con l'uscita natalizia dell'anno scorso di Kinect, lo scontro si annunciava già aspro con Motionsports di Ubisoft da una parte, caratterizzato da un look più serioso, a partire dalle figure fotorealistiche dei protagonisti virtuali rappresentati, e Kinect Sports di Microsoft dall'altra, contraddistinto da un aspetto più fumettoso e dalla presenza di personaggi simili agli avatar di Xbox Live. Guerra vinta quasi senza spargimento di sangue dal titolo "di casa" che, forte probabilmente di una miglior conoscenza dell'hardware, riusciva a regalare un sistema di controllo più preciso.
Caratteristica a dir poco irrinunciabile quando si parla di un gioco "motion controlled". Archiviata la pratica, ecco avvicinarsi di nuovo le feste di fine anno e presentarsi l'occasione di allietare i parenti appesantiti damiscugli devastanti di panettone/torrone/spumantecon una nuova puntata di Kinect Sports, denominata Stagione 2, pronta a strizzare ben più di un occhio al gusto anglosassone per determinate discipline. Sei i nuovi sport presenti, dedicati equamente al pubblico di lingua albionese di qua (tennis, freccette e golf) e di là dall'oceano (sci, football e baseball). Praticamente mancano solo il cricket da una parte e il basket dall'altra. Il minestrone messo in tavola dal team di sviluppo Big Park/Rare, però risulta decisamente piacevole anche per noi europei del sud, permeati da sempre da una certa innegabile quanto sana esterofilia sportiva.
Vinta la riluttanza e la pigrizia che non possono mai abbandonare del tutto un videogiocatore tradizionale, pena la radiazione dall'albo mondiale dei geek professionisti, eccoci allora rivolgere un ultimo sguardo pieno di nostaglia al nostro gamepad personalizzato, abbandonato sul divano, e posizionarci in piedi di fronte al televisore per provare il secondo capitolo di Kinect Sports.
Se l'impostazione grafica resta immutata rispetto al primo episodio, con la possibilità anche qui di giocare nei panni del proprio avatar, ovviamente dotato per l'occasione della divisa sportiva più adatta alla disciplina che si intraprende, immutate sono anche alcune pecche del comparto sonoro.
Una tra tutte certe uscite a sproposito, tutt'altro che infrequenti, dei commentatori, che ci ricordano in modo inequivocabile come le loro voci siano frutto di una selezione effettuata dall'IA del gioco all'interno di un assortimento tutt'altro che sovrabbondante di frasi campionate. Molto meglio si comportano le musiche che accompagnano le sessioni di gioco, piacevoli e accattivanti.
Il grosso salto in avanti, dal punto di vista tecnico, lo fa invece l'implementazione dei comandi vocali ingame, che apre nuove frontiere d'interazione. A partire dalla navigazione nei menu che beneficia, proprio come i cellulari smartphone, della possibilità di scegliere "chiamando" a voce le opzioni, scelta decisamente più pratica e veloce del tradizionale "metti la cera, togli la cera" (chi non l'ha capita si affretti a rivedere il primo Karate Kid anni Ottanta!) di Kinect. La voce torna utile anche in alcuni sport, primo fra tutti il football, quando ci consente, in qualità di quarterback, di impostare l'azione offensiva all'inizio di un down di gioco.
Sei gli sport rappresentati, dicevamo. E la qualità del gameplay varia drasticamente dall'uno all'altro. In cima alla classifica della godibilità si colloca decisamente lo sci, che risponde bene ai controlli e regala sensazioni decisamente adrenaliniche (specie se avete uno schermo abbastanza grande) al giocatore, sia che si parli di slalom, sia che si preferisca cimentarsi in discipline di velocità pura. Ad un'incollatura segue il baseball. Si può battere, ricevere e correre e proprio lo scatto di corsa, incluso lo scivolone finale in base per superare sul filo dell'azione il ricevitore avversario rappresenta uno dei momenti allo stesso tempo più divertenti e più acrobatici del gioco intero (allontanate prima di giocare il tavolinetto con gli Swaroski, per carità!!).
Seguno tennis e golf, già visti ai tempi del Wii ma qui degnamente rappresentati, anche quando, nel primo caso, si decide di cimentarsi (e non sarà una passeggiata) in una partita a due in split screen (verticale, purtroppo). Penultimo, senza onore né demerito il football, penalizzato da una certa imprecisione nei passaggi, dall'impossibilità di battere i difensori sul tempo, nemmeno scattando e correndo sul posto come scalmanati e dall'assenza di un modello di gioco più articolato sugli schemi tattici. Fanalino di coda é rappresentato dal gioco delle freccette. Se intendevate comperare KS: S2 per questo sport, fareste meglio a farvi regalare un vero bersaglio, invece, o a farvi una passeggiata fino all'Irish Pub, giù in piazza. L'imprecisione del controller nel rilevare i vostri movimenti, qui, raggiunge un'erraticità randomica degna di uno studio matematico, rendendo una partita molto più simile ad un'estrazione del Lotto che ad un effettiva competizione di abilità.
Oltre a giocare assieme ai vostri amici e parenti, attirati a casa vostra con la prospettiva di una partita ad un sedentarissimo board game, o magaridi un torneone di Fifa 2012, e poi coinvolti loro malgrado in un'inattesa sudata da affrontare in maglione e mocassini, KS: S2 presenta anche una piacevole modalità Challenge, o Sfida che dir si voglia. Tolto il football (e le freccette, dove tentare una sfida on line potrebbe rivelarsi più frustrante che tentare di ricamare a punto e croce seduti dietro Valentino Rossi durante una prova), tutti gli sport permettono di cimentarsi in minigames a punteggio, da confrontare poi con i vostri amici di rete. Un sistema riuscito, é il caso di dirlo, per attirare qualche giocatore un po' meno casuale.
Un titolo blasonato ma non esente da luci e ombre, quindi, che non necessariamente debbono rappresentare un fattore dissuadente dall'acquisto di quello che rimane comunque il migliorgioco di sport attualmente in circolazione per Kinect. Prenderei però seriamente in considerazione la possibilità di continuare a sfruttare per un po' il primo capitolo, aspettando che questa seconda release venga rimossa dallo scaffale novità, consentendo un taglio di prezzo che migliori il rapporto tra il costo e la qualità effettiva del prodotto.
Così, mentre un po' frastornati ci ritrovavamo di colpo a condividere molto più di quanto avremmo voluto con i fanatici della palestra e della corsetta la mattina presto, illusi per qualche istante che un'ora di Wii Fit possa davvero compensare le tante nottate passate in compagnia di pizza fredda e Oblivion, anche gli altrio produttori di console si affrettavano a mettersi al passo, sfornando la loro personale idea di body controller. A meno di non aver tatuate le parole "Sony fan boy" sul polpaccio (depilato) sinistro, occorre riconoscere che Microsoft ha saputo, in questo contesto, lanciare la sfida più audace. Eliminazione totale delle periferiche di controllo, sostituite da un sistema di rilevazione dei movimenti del corpo che qualche genio del marketing ha poi deciso di battezzare Kinect.
Di lì all'implementazione di una serie impressionante di titoli in grado di simulare, più o meno bene, le più svariate discipline sportive, il passo é stato brevissimo. E così, in concomitanza con l'uscita natalizia dell'anno scorso di Kinect, lo scontro si annunciava già aspro con Motionsports di Ubisoft da una parte, caratterizzato da un look più serioso, a partire dalle figure fotorealistiche dei protagonisti virtuali rappresentati, e Kinect Sports di Microsoft dall'altra, contraddistinto da un aspetto più fumettoso e dalla presenza di personaggi simili agli avatar di Xbox Live. Guerra vinta quasi senza spargimento di sangue dal titolo "di casa" che, forte probabilmente di una miglior conoscenza dell'hardware, riusciva a regalare un sistema di controllo più preciso.
Caratteristica a dir poco irrinunciabile quando si parla di un gioco "motion controlled". Archiviata la pratica, ecco avvicinarsi di nuovo le feste di fine anno e presentarsi l'occasione di allietare i parenti appesantiti damiscugli devastanti di panettone/torrone/spumantecon una nuova puntata di Kinect Sports, denominata Stagione 2, pronta a strizzare ben più di un occhio al gusto anglosassone per determinate discipline. Sei i nuovi sport presenti, dedicati equamente al pubblico di lingua albionese di qua (tennis, freccette e golf) e di là dall'oceano (sci, football e baseball). Praticamente mancano solo il cricket da una parte e il basket dall'altra. Il minestrone messo in tavola dal team di sviluppo Big Park/Rare, però risulta decisamente piacevole anche per noi europei del sud, permeati da sempre da una certa innegabile quanto sana esterofilia sportiva.
Vinta la riluttanza e la pigrizia che non possono mai abbandonare del tutto un videogiocatore tradizionale, pena la radiazione dall'albo mondiale dei geek professionisti, eccoci allora rivolgere un ultimo sguardo pieno di nostaglia al nostro gamepad personalizzato, abbandonato sul divano, e posizionarci in piedi di fronte al televisore per provare il secondo capitolo di Kinect Sports.
Se l'impostazione grafica resta immutata rispetto al primo episodio, con la possibilità anche qui di giocare nei panni del proprio avatar, ovviamente dotato per l'occasione della divisa sportiva più adatta alla disciplina che si intraprende, immutate sono anche alcune pecche del comparto sonoro.
Una tra tutte certe uscite a sproposito, tutt'altro che infrequenti, dei commentatori, che ci ricordano in modo inequivocabile come le loro voci siano frutto di una selezione effettuata dall'IA del gioco all'interno di un assortimento tutt'altro che sovrabbondante di frasi campionate. Molto meglio si comportano le musiche che accompagnano le sessioni di gioco, piacevoli e accattivanti.
Il grosso salto in avanti, dal punto di vista tecnico, lo fa invece l'implementazione dei comandi vocali ingame, che apre nuove frontiere d'interazione. A partire dalla navigazione nei menu che beneficia, proprio come i cellulari smartphone, della possibilità di scegliere "chiamando" a voce le opzioni, scelta decisamente più pratica e veloce del tradizionale "metti la cera, togli la cera" (chi non l'ha capita si affretti a rivedere il primo Karate Kid anni Ottanta!) di Kinect. La voce torna utile anche in alcuni sport, primo fra tutti il football, quando ci consente, in qualità di quarterback, di impostare l'azione offensiva all'inizio di un down di gioco.
Sei gli sport rappresentati, dicevamo. E la qualità del gameplay varia drasticamente dall'uno all'altro. In cima alla classifica della godibilità si colloca decisamente lo sci, che risponde bene ai controlli e regala sensazioni decisamente adrenaliniche (specie se avete uno schermo abbastanza grande) al giocatore, sia che si parli di slalom, sia che si preferisca cimentarsi in discipline di velocità pura. Ad un'incollatura segue il baseball. Si può battere, ricevere e correre e proprio lo scatto di corsa, incluso lo scivolone finale in base per superare sul filo dell'azione il ricevitore avversario rappresenta uno dei momenti allo stesso tempo più divertenti e più acrobatici del gioco intero (allontanate prima di giocare il tavolinetto con gli Swaroski, per carità!!).
Seguno tennis e golf, già visti ai tempi del Wii ma qui degnamente rappresentati, anche quando, nel primo caso, si decide di cimentarsi (e non sarà una passeggiata) in una partita a due in split screen (verticale, purtroppo). Penultimo, senza onore né demerito il football, penalizzato da una certa imprecisione nei passaggi, dall'impossibilità di battere i difensori sul tempo, nemmeno scattando e correndo sul posto come scalmanati e dall'assenza di un modello di gioco più articolato sugli schemi tattici. Fanalino di coda é rappresentato dal gioco delle freccette. Se intendevate comperare KS: S2 per questo sport, fareste meglio a farvi regalare un vero bersaglio, invece, o a farvi una passeggiata fino all'Irish Pub, giù in piazza. L'imprecisione del controller nel rilevare i vostri movimenti, qui, raggiunge un'erraticità randomica degna di uno studio matematico, rendendo una partita molto più simile ad un'estrazione del Lotto che ad un effettiva competizione di abilità.
Oltre a giocare assieme ai vostri amici e parenti, attirati a casa vostra con la prospettiva di una partita ad un sedentarissimo board game, o magaridi un torneone di Fifa 2012, e poi coinvolti loro malgrado in un'inattesa sudata da affrontare in maglione e mocassini, KS: S2 presenta anche una piacevole modalità Challenge, o Sfida che dir si voglia. Tolto il football (e le freccette, dove tentare una sfida on line potrebbe rivelarsi più frustrante che tentare di ricamare a punto e croce seduti dietro Valentino Rossi durante una prova), tutti gli sport permettono di cimentarsi in minigames a punteggio, da confrontare poi con i vostri amici di rete. Un sistema riuscito, é il caso di dirlo, per attirare qualche giocatore un po' meno casuale.
Un titolo blasonato ma non esente da luci e ombre, quindi, che non necessariamente debbono rappresentare un fattore dissuadente dall'acquisto di quello che rimane comunque il migliorgioco di sport attualmente in circolazione per Kinect. Prenderei però seriamente in considerazione la possibilità di continuare a sfruttare per un po' il primo capitolo, aspettando che questa seconda release venga rimossa dallo scaffale novità, consentendo un taglio di prezzo che migliori il rapporto tra il costo e la qualità effettiva del prodotto.
Kinect Sports: Stagione 2
7
Voto
Redazione
Kinect Sports: Stagione 2
La strada da percorrere é ancora lunga. Se l'idea alla base di Kinect, ossia la nascita di una generazione di titoli da giocare senza controller, superando l'ultima frontiera del motion gaming fissata da wii-mote+nunchuk e PS3 Move, é a mio parere potenzialmente geniale, molto dovrà ancora essere fatto per trasformarla in qualcosa di veramente appetibile per il pubblico dei videogiocatori non casual. KS: S2 fa del suo meglio per estendere la panoplia delle esperienze sportive giocabili senza pad, rubando anche spazio al mediocre Motionsports di Ubi, ma non molto di più. Mi spiace dirlo ma l'attesa di una vera killer application per Kinect, in grado di costituire un punto di svolta decisivo, promette di essere ancora lunga.