King Kong
di
Pietro Puddu
VIDEO EXPERIENCE
Le intenzioni alla base di King Kong sono evidenti sin dai primi istanti di gioco; Michael Ancel e lo stesso Peter Jackson hanno voluto creare un'ideale sinergia tra il film in sala ed il rifacimento videoludico, concependo un'esperienza interattiva dalle forti contaminazioni cinematografiche. Nessun indicatore visivo su schermo fornisce dettagli sullo status del protagonista, del quale non è visualizzabile alcuna barra energetica o riserva di munizioni; nemmeno un semplice mirino agevola l'impiego delle armi da fuoco. Se da un lato il coinvolgimento emotivo e la coerenza stilistica traggono benefici evidenti, sul piano puramente giocabilistico l'artificio rende l'azione a tratti farraginosa: gli avvertimenti parlati riguardo le scorte di pallottole o l'effetto di motion blur associato ai danni subiti, per quanto integrati con intelligenza, non sempre sopperiscono all'immediatezza dell'informazione simbolico\numerica.
8
La varietà del gameplay, indispensabilie ai fini di tenere alto il livello d'interesse del giocatore, è stata ricercata nell'alternanza tra sezioni in prima persona, nelle quali interpretare l'avventura direttamente dagli occhi dell'eroe di turno, ed altre in terza, con l'assunzione dei panni villosi del mitico scimmione. Se questa drammatica variazione d'impostazione riesce a sorprendere e a vivacizzare i ritmi dell'esperienza, le singole sezioni per quanto ben fatte convincono solo in parte.
L'approccio in stile FPS permette d'addentrarsi nell'ecosistema selvaggio dell'isola, imponendo il confronto con le minaccie naturali dalla scomoda posizione di homo sapiens. Il rapporto con personaggi non giocanti sempre pronti alla battuta, gli scontri con la fauna locale (duranti i quali sarà importante sfruttare il fattore "catena alimentare") ed i semplici enigmi rivelano un'ottima capacità d'intrattenimento; d'altra parte, i momenti puramente blastatori risentono di un angolo di visione così angusto da impedire un totale controllo sugli avvenimenti, mentre la componente più riflessiva rischia di venire a noia per la ridondanza dei rompicapi ambientali proposti (principalmente a causa di soluzioni abusate come "trova la leva, apri la porta" o "brucia gli arbusti, apri un varco").
L'entrata in scena di King Kong sposta il gameplay sulla pura componente action, soluzione ideale per l'esaltazione delle sue doti distruttive e della sua massa dirompente: gli scontri fisici con le creature preistoriche danno vita a coregrafie mozzafiato, le sezioni acrobatiche regalano arrampicate funanboliche e volteggi sospesi nel vuoto. Il rovescio della medaglia è insito nella sensazione di "automatismo" legata ai gesti del gigante, che non richiedono né abilità di coordinazione né l'apprendimento di mosse particolari, con il risultato di lasciare il giocatore quasi estromesso dagli eventi; inoltre, la scelta delle inquadrature sacrifica spesso la chiarezza della regia in nome della spettacolarità.
NATURAL BLUES
King Kong riesce a stupire soprattutto dal punto di vista della direzione artistica.
Le ambientazioni sono state modellate imitando la naturale irregolarità del paesaggio, fatta di pendenze, strapiombi, formazioni rocciose e zone coperte da vegetazione incontaminata; in nessuna occasione l'armonia grafica verrà compromessa da strutture squadrate o spigolosità poligonali, né il giocatore sarà in grado di individuare visivamente l'artificioso procedimento di ricostruzione degli scenari.
La giungla prende vita sotto la pioggia battente, nel frusciare delle fronde, nel muoversi nascosto di creature in cerca di cibo; l'umidità della foresta pluviale genera un persistente velo di nebbia, i capricci del tempo sono annunciati da lampi detonanti attraverso il cielo plumbeo, le architetture indigene portano i segni del tempo nella roccia erosa e intessuta di muschi. Le musiche d'accompagnamento dettano la cadenza emotiva degli avvenimenti, variando in maniera contestuale da temi tribali di sottofondo ad accelerazioni orchestrali ricche di pathos.
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L'attenzione al dettaglio traspare anche nella realizzazione delle animazioni animalesche; se tirannosauri, velociraptor e dragoni alati si comportano in modo verosimile e sfoggiano una vasta gamma di atteggiamenti, cacciando le loro prede, fiutando l'aria o ruggendo con ferocia contro l'inerme giocatore, è King Kong a catturare su di sé tutta l'attenzione. Il primate di 10 metri buca lo schermo con movenze di grande resa dinamica, esaltato da un'imponenza regale e da lineamenti facciali espressivi; vederlo lottare con i grandi rettili o saltare di ramo in ramo sarà una gioia per gli occhi.
Dal lato puramente tecnico il titolo mostra il fianco a qualche critica; il motore grafico non garantisce una fluidità cristallina (rimanendo sui 30 fps scarsi e cedendo a qualche leggero calo), la resa visiva d'insieme può mancare di pulizia e la porzione di schermo sfruttata nelle sezioni in prima persona risulta opprimente. A questo proposito, le bande nere ai bordi del televisore presenti anche nella modalità 4:3 fanno rimpiangere la mancata implementazione dello switch dai 50 ai 60hz.
Le intenzioni alla base di King Kong sono evidenti sin dai primi istanti di gioco; Michael Ancel e lo stesso Peter Jackson hanno voluto creare un'ideale sinergia tra il film in sala ed il rifacimento videoludico, concependo un'esperienza interattiva dalle forti contaminazioni cinematografiche. Nessun indicatore visivo su schermo fornisce dettagli sullo status del protagonista, del quale non è visualizzabile alcuna barra energetica o riserva di munizioni; nemmeno un semplice mirino agevola l'impiego delle armi da fuoco. Se da un lato il coinvolgimento emotivo e la coerenza stilistica traggono benefici evidenti, sul piano puramente giocabilistico l'artificio rende l'azione a tratti farraginosa: gli avvertimenti parlati riguardo le scorte di pallottole o l'effetto di motion blur associato ai danni subiti, per quanto integrati con intelligenza, non sempre sopperiscono all'immediatezza dell'informazione simbolico\numerica.
La varietà del gameplay, indispensabilie ai fini di tenere alto il livello d'interesse del giocatore, è stata ricercata nell'alternanza tra sezioni in prima persona, nelle quali interpretare l'avventura direttamente dagli occhi dell'eroe di turno, ed altre in terza, con l'assunzione dei panni villosi del mitico scimmione. Se questa drammatica variazione d'impostazione riesce a sorprendere e a vivacizzare i ritmi dell'esperienza, le singole sezioni per quanto ben fatte convincono solo in parte.
L'approccio in stile FPS permette d'addentrarsi nell'ecosistema selvaggio dell'isola, imponendo il confronto con le minaccie naturali dalla scomoda posizione di homo sapiens. Il rapporto con personaggi non giocanti sempre pronti alla battuta, gli scontri con la fauna locale (duranti i quali sarà importante sfruttare il fattore "catena alimentare") ed i semplici enigmi rivelano un'ottima capacità d'intrattenimento; d'altra parte, i momenti puramente blastatori risentono di un angolo di visione così angusto da impedire un totale controllo sugli avvenimenti, mentre la componente più riflessiva rischia di venire a noia per la ridondanza dei rompicapi ambientali proposti (principalmente a causa di soluzioni abusate come "trova la leva, apri la porta" o "brucia gli arbusti, apri un varco").
L'entrata in scena di King Kong sposta il gameplay sulla pura componente action, soluzione ideale per l'esaltazione delle sue doti distruttive e della sua massa dirompente: gli scontri fisici con le creature preistoriche danno vita a coregrafie mozzafiato, le sezioni acrobatiche regalano arrampicate funanboliche e volteggi sospesi nel vuoto. Il rovescio della medaglia è insito nella sensazione di "automatismo" legata ai gesti del gigante, che non richiedono né abilità di coordinazione né l'apprendimento di mosse particolari, con il risultato di lasciare il giocatore quasi estromesso dagli eventi; inoltre, la scelta delle inquadrature sacrifica spesso la chiarezza della regia in nome della spettacolarità.
NATURAL BLUES
King Kong riesce a stupire soprattutto dal punto di vista della direzione artistica.
Le ambientazioni sono state modellate imitando la naturale irregolarità del paesaggio, fatta di pendenze, strapiombi, formazioni rocciose e zone coperte da vegetazione incontaminata; in nessuna occasione l'armonia grafica verrà compromessa da strutture squadrate o spigolosità poligonali, né il giocatore sarà in grado di individuare visivamente l'artificioso procedimento di ricostruzione degli scenari.
La giungla prende vita sotto la pioggia battente, nel frusciare delle fronde, nel muoversi nascosto di creature in cerca di cibo; l'umidità della foresta pluviale genera un persistente velo di nebbia, i capricci del tempo sono annunciati da lampi detonanti attraverso il cielo plumbeo, le architetture indigene portano i segni del tempo nella roccia erosa e intessuta di muschi. Le musiche d'accompagnamento dettano la cadenza emotiva degli avvenimenti, variando in maniera contestuale da temi tribali di sottofondo ad accelerazioni orchestrali ricche di pathos.
L'attenzione al dettaglio traspare anche nella realizzazione delle animazioni animalesche; se tirannosauri, velociraptor e dragoni alati si comportano in modo verosimile e sfoggiano una vasta gamma di atteggiamenti, cacciando le loro prede, fiutando l'aria o ruggendo con ferocia contro l'inerme giocatore, è King Kong a catturare su di sé tutta l'attenzione. Il primate di 10 metri buca lo schermo con movenze di grande resa dinamica, esaltato da un'imponenza regale e da lineamenti facciali espressivi; vederlo lottare con i grandi rettili o saltare di ramo in ramo sarà una gioia per gli occhi.
Dal lato puramente tecnico il titolo mostra il fianco a qualche critica; il motore grafico non garantisce una fluidità cristallina (rimanendo sui 30 fps scarsi e cedendo a qualche leggero calo), la resa visiva d'insieme può mancare di pulizia e la porzione di schermo sfruttata nelle sezioni in prima persona risulta opprimente. A questo proposito, le bande nere ai bordi del televisore presenti anche nella modalità 4:3 fanno rimpiangere la mancata implementazione dello switch dai 50 ai 60hz.
King Kong
7.5
Voto
Redazione
King Kong
Peter Jackson's King Kong dovrebbe servire come punto di riferimento per tutte le softco impegnate nella realizzazione di trasposizioni videoludiche di pellicole cinematografiche; le risorse economiche alla base del progetto non hanno riguardato unicamente l'acquisizione di una licenza allettante, ma sono state investite nella creazione di un'esperienza audiovisiva di grande impatto e di un solido gameplay aperto alla sperimentazione. La coraggiosa scelta di associare un classico first person shooter a componenti adventure e a sezioni action in terza persona si rivela riuscita, anche se non esente da difetti nell'ottimizzazione del gameplay; la riproposizione di medesime situazioni ludiche, la flebile componente d'interazione nella gestione di King Kong e qualche sbavatura tecnica impediscono ad un prodotto comunque lodevole di raggiungere soglie di vera eccellenza.