Kingdom Under Fire
di
Redazione Gamesurf
UNA TRAMA ACCATTIVANTE
Mettere insieme della missioni di guerra e delle missioni tipicamente Arcade può probabilmente far storcere il nasoni puristi, ma a fungere da collante universale viene in nostro soccorso la trama del gioco: Kingdom under Fire è infatti pieno di colpi di scena e di risvolti considerevolmente accattivanti, che non sarebbero altrettanto interessanti senza l'apporto delle missioni in solitario (la cosiddetta "Modalità RPG"). Per farvi un esempio rapido, il Thane dei nani, razza notoriamente solitaria e scorbutica, accetterà di allearsi agli umani solo a patto che Curiel, mandato a lui come ambasciatore, ripulisca i suoi sotterranei dal "Male che li infesta": è sicuramente una cosa molto più appassionante piuttosto che una comparsa improvvisa e immotivata di truppe naniche.
La cronaca è la stessa sia che decidiate di giocare dalla parte degli umani sia che preferiate gli affilati artigli dei demoni: quello che cambierà sarà il punto di vista e, dunque, gli obbiettivi da raggiungere. Se, pertanto, nella prima missione Curiel dovrà portare in salvo alcuni compaesani, lo scopo delle truppe di Likuku sarà quello di non lasciar vivo nessuno (eccetto Curiel, il quale riuscirà sempre e comunque a scappare per necessità di trama). Questo è indice di un fatto importante: le due campagne hanno presumibilmente la stessa difficoltà, ma le missioni sono diverse! In altri strategici che presupponevano più razze, solitamente si supponevano missioni uguali (come in Warcraft) o successive (come in Starcraft); qui invece no: la storia è una sola, ma la bussola dei demoni punta il nord dalla parte opposta rispetto a quella degli umani.
Ad illustrarci l'andamento degli eventi possiamo contare su due abili cronisti, seppur un po' di parte, che rispondono ai nomi di Moonlight (eroe degli umani) e Vampire Richter (servo del signore dei demoni). È interessare notare come entrambi i cronisti, durante i briefing, raccontino i fatti esprimendosi in passato remoto, a dimostrazione che entrambe le fazioni potrebbero vincere...
UN SISTEMA DI GIOCO SEMPLICE MA INCOMPLETO
Come sempre capita negli strategici in tempo reale, il mouse da solo è sufficiente per le azioni elementari, ossia la selezione di una truppa e il darle un ordine. Tramite la tastiera è inoltre possibile raggruppare le proprie truppe ed assegnare ad ogni gruppo un tasto numerico di richiamo rapido. Inoltre, ad ogni tipologia di truppe è possibile assegnare ordini, oltre che col mouse dagli appositi menù, tramite la pressione di alcuni hot-key (solitamente CTRL+un tasto).
I problemi sorgono in modalità RPG: per dirla in parole povere "non è Diablo, e si vede!". Infatti le caratteristiche del personaggio sono limitate alle stesse delle truppe, ossia punti ferita, mana, attacco, armatura e, come già menzionato, livello. L'inventario è ristretto all'osso, rivelandosi sin dalla prima missione insufficiente alle nostre necessità, e fin troppo spesso ci ritroveremo a dover abbandonare qualche oggetto, di cui magari immaginiamo un'utilità successiva solo perché non abbiamo niente di peggio da abbandonare.
Infine, e non è da poco, le missioni in modalità RPG sono infinitamente più facili di quelle di strategia, la cui difficoltà si attesta fin da subito su livelli parecchio elevati (la terza missione degli umani sarà una vera sfida, per non parlare della seconda dei demoni). Intendiamoci: non che a me piacciano i giochi "troppo facili", ma non mi piace neppure trovarmi a bestemmiare davanti al monitor perché sto ripetendo una missione per la quarta volta di seguito... e sono ancora all'inizio del gioco!
Mettere insieme della missioni di guerra e delle missioni tipicamente Arcade può probabilmente far storcere il nasoni puristi, ma a fungere da collante universale viene in nostro soccorso la trama del gioco: Kingdom under Fire è infatti pieno di colpi di scena e di risvolti considerevolmente accattivanti, che non sarebbero altrettanto interessanti senza l'apporto delle missioni in solitario (la cosiddetta "Modalità RPG"). Per farvi un esempio rapido, il Thane dei nani, razza notoriamente solitaria e scorbutica, accetterà di allearsi agli umani solo a patto che Curiel, mandato a lui come ambasciatore, ripulisca i suoi sotterranei dal "Male che li infesta": è sicuramente una cosa molto più appassionante piuttosto che una comparsa improvvisa e immotivata di truppe naniche.
La cronaca è la stessa sia che decidiate di giocare dalla parte degli umani sia che preferiate gli affilati artigli dei demoni: quello che cambierà sarà il punto di vista e, dunque, gli obbiettivi da raggiungere. Se, pertanto, nella prima missione Curiel dovrà portare in salvo alcuni compaesani, lo scopo delle truppe di Likuku sarà quello di non lasciar vivo nessuno (eccetto Curiel, il quale riuscirà sempre e comunque a scappare per necessità di trama). Questo è indice di un fatto importante: le due campagne hanno presumibilmente la stessa difficoltà, ma le missioni sono diverse! In altri strategici che presupponevano più razze, solitamente si supponevano missioni uguali (come in Warcraft) o successive (come in Starcraft); qui invece no: la storia è una sola, ma la bussola dei demoni punta il nord dalla parte opposta rispetto a quella degli umani.
Ad illustrarci l'andamento degli eventi possiamo contare su due abili cronisti, seppur un po' di parte, che rispondono ai nomi di Moonlight (eroe degli umani) e Vampire Richter (servo del signore dei demoni). È interessare notare come entrambi i cronisti, durante i briefing, raccontino i fatti esprimendosi in passato remoto, a dimostrazione che entrambe le fazioni potrebbero vincere...
UN SISTEMA DI GIOCO SEMPLICE MA INCOMPLETO
Come sempre capita negli strategici in tempo reale, il mouse da solo è sufficiente per le azioni elementari, ossia la selezione di una truppa e il darle un ordine. Tramite la tastiera è inoltre possibile raggruppare le proprie truppe ed assegnare ad ogni gruppo un tasto numerico di richiamo rapido. Inoltre, ad ogni tipologia di truppe è possibile assegnare ordini, oltre che col mouse dagli appositi menù, tramite la pressione di alcuni hot-key (solitamente CTRL+un tasto).
I problemi sorgono in modalità RPG: per dirla in parole povere "non è Diablo, e si vede!". Infatti le caratteristiche del personaggio sono limitate alle stesse delle truppe, ossia punti ferita, mana, attacco, armatura e, come già menzionato, livello. L'inventario è ristretto all'osso, rivelandosi sin dalla prima missione insufficiente alle nostre necessità, e fin troppo spesso ci ritroveremo a dover abbandonare qualche oggetto, di cui magari immaginiamo un'utilità successiva solo perché non abbiamo niente di peggio da abbandonare.
Infine, e non è da poco, le missioni in modalità RPG sono infinitamente più facili di quelle di strategia, la cui difficoltà si attesta fin da subito su livelli parecchio elevati (la terza missione degli umani sarà una vera sfida, per non parlare della seconda dei demoni). Intendiamoci: non che a me piacciano i giochi "troppo facili", ma non mi piace neppure trovarmi a bestemmiare davanti al monitor perché sto ripetendo una missione per la quarta volta di seguito... e sono ancora all'inizio del gioco!
Kingdom Under Fire
6.5
Voto
Redazione
Kingdom Under Fire
Bello a vedersi, bello a sentirsi, intrigante la trama, innovativa l'introduzione dei canoni RPG, simpatiche e appropriate le missioni in solitario, tantissime unità e abilità speciali... terribilmente difficile a giocarsi. Se siete dei navigati giocatori di strategici in tempo reale, e se in più vi piacciono gli arcade/RPG, questo è il titanico titolo che fa per voi. In caso contrario, lasciate perdere: la difficoltà potrebbe sconfortarvi.