Kingdom Under Fire: Heroes
di
CHIARIAMO LE IDEE...
Appiccicare un'etichetta preconfezionata a Kingdom Under Fire: Heroes (KUFH) rischia di apparire una mossa falsa, perché ogni etichetta convenzionale presto scivolerebbe via. Strategia in tempo reale? Azione "colpisci-e-uccidi"? Fantasy? Gioco di ruolo? Ognuna raffigura un lato del complesso prisma che è questo titolo, ma allo stesso tempo ogni faccia da sola non è in grado di sintetizzare tutte le altre. Giocare a KUFH trasmette una sensazione paragonabile ad un ampio ventaglio di colori ed emozioni occorre un'iride abile a coglierli e a coglierne le differenze. A questi raffinati occhi KUFH regala una sensazione di giocabilità con picchi che fanno apparire gli altri titoli lontani come la pianura vista da una vetta. Ivi incluso qualche piccolo difetto.
TUTTA LA GUERRA
Visto che è un'esclusiva Xbox, è conveniente presentare KUFH esaminandolo ai raggi "X" (!). La lastra mette in luce uno scheletro sviluppato intorno alla battaglia, allo scontro diretto, ridisegnando il modello storico medievale con forti tinte fantasy, ancora più intense rispetto a Crusaders. Il cromosoma che differenzia KUFH è l'approccio alla battaglia, che non intende sacrificare nessun aspetto fondamentale. KUFH ritenta l'esperimento di unire strategia e azione. Questa è la superficie solare dell'idea di Phantagram. Ma il lato oscuro è il problema della loro integrazione e, soprattutto, del suo funzionamento pratico. L'idea è geniale e attraente, ma farla girare efficacemente non è facile.
PRIMO: LA MENTE PER PIANIFICARE
Il braccio senza mente non si muove. Non è un antico proverbio cinese, anche se il genio della guerra Sun-Tzu non avrebbe storto il naso di fronte alla verità di questa affermazione. Dopo le canoniche scelte del menu iniziale, KUFH offre la scelta tra sette eroi, di cui solo tre sono disponibili all'inizio (gli altri lo saranno una volta completate le carriere dei primi tre), ognuno dei quali occupa un determinato ruolo nelle epiche vicende che accompagnano lo scontro titanico (oggi si direbbe scontro di civiltà) tra l'alleanza degli uomini e la legione oscura. Niente di nuovo sotto il sole, ma questo telaio narrativo serve ad incasellare i protagonisti all'interno di situazioni strutturate, con una propria biografia, una lealtà ad una bandiera o il legame con una terra. Questo fa sì che il giocatore non sia un dio che dispone liberamente dei propri pupazzi videoludici, ma sia a volte costretto ad assumere certe scelte scartandone altre. Frequentare l'osteria, parlare con le truppe, fare acquisti in armeria, ragionare sulla mappa sono le azioni elementari da compiere per programmare le missioni. Non sono pratiche di burocrazia videoludica per far riposare i polpastrelli tra un massacro e l'altro; corrispondono invece a veri imperativi di gioco senza i quali scendere in campo vuol dire andare allo sbaraglio.
SECONDO: IL BRACCIO PER COMBATTERE
Se fosse possibile fermare l'immagine nelle convulse scene di battaglia di KUFH, si otterrebbe un'istantanea di tutti i suoi dettagli. Il giocatore che controlla l'eroe controlla anche il comandante del suo schieramento; quindi la morte dell'eroe fa perire ogni sua truppa: game over. Perciò l'eroe è affiancato da uno o più ufficiali che possono intervenire su sua richiesta, disponendo inoltre di dispositivi di soccorso come poteri curativi e due chances di ripresa prima della morte. La molecola di gioco più elementare è lo scontro uno contro uno, con l'eroe che liberamente può circolare per il campo di battaglia ingaggiando duelli con qualunque tipo di avversario. Il fattore che determina la vittoria o la sconfitta è l'esaurimento dei punti ferita, visibili in una barra orizzontale la stessa regola dei picchiaduro. Fresca, immediata, coinvolgente: tre aggettivi per trasmettere la giocabilità delle fasi di combattimento. Ad insaporire il gioco, minacciato dalla ripetitività, ci pensa il più tradizionale degli armamentari a base di poteri speciali, colpi letali e incantesimi.
TERZO: LE MANI PER GIOCARE
La carne al fuoco è davvero abbondante, e il sistema di controllo è come lo chef che deve cuocerla evitando di bruciarla. Per portare in tavola un ottimo piatto, bisogna mettere in pratica alcune grandi regole. Primo: lo schieramento è fondamentale. Vincere uno scontro dipende in larga misura dalla posizione assegnata alle unità. Secondo: la conformazione del territorio serve ad individuare la posizione più opportuna: boschi, colline, rive offrono tutti un mix di vantaggi e svantaggi in base al tipo di unità. Terzo: il tempo può essere un prezioso alleato se sfruttato per dosare gli attacchi contro nemici più potenti o per trovarne i punti deboli; ma diventa un nemico quando lo scontro si appiattisce ad uno scontro selvaggio. C'è il sapore della strategia pura, vero? Eppure KUFH non è solo fredda strategia, è anche azione, ma un'azione sostenuta dai principi di strategia. Difficile? Anche se lo fosse, il campo di battaglia è un'ottima scuola dove si impara rapidamente. Ma la guerra non è solo sangue! Ogni fase di gioco non è un compartimento stagno. Anche in battaglia l'eroe deve comunque controllare l'andamento generale delle sue unità, muoverle a seconda delle perdite, impartire nuovi ordini. In tempo reale. Ovviamente lo spostamento tra un'unità e l'altra "congela" lo stato di salute dell'eroe impedendogli di perire.
LA LEGGE DI KUFH: Marcia-Attacco-Marcia
A grandi linee è questa la sequenza di gioco su cui si struttura KUFH prevede tre momenti essenziali: la marcia (m), l'attacco (a), e la ripresa della marcia (m). Marcia: la fase della programmazione prima degli scontri prevede controlli elementari. Ma una volta che le truppe si muovono, inizia la vera sfida per KUFH. La funzione primaria è quella di stabilire una direzione di marcia, e tale comando può essere assegnato in due modi: direttamente sul campo oppure attivando la minimappa. Durante la marcia, la truppa può assumere vari schemi di formazione: dispersa, normale o chiusa. Attacco! Non appena il cammino incontra un'unità nemica, le unità guidate dall'eroe si lanciano in battaglia ed inizia la fase di gioco più sanguinea. La battaglia è davvero concitata, perché nasce dallo scontro fisico di unità contrapposte. Il giocatore assume subito il controllo dell'eroe che, per eliminare gli avversari, ha a disposizione i quattro tasti funzione, metà dei quali relativi a mosse semplici, e l'altra metà riservata ad attacchi speciali. Raccomandato l'uso di combos. I combattimenti assumono notevole libertà perché non esiste un sistema di puntamento dell'avversario, lasciando così all'eroe la libera scelta della sua vittima. E' la furiosa guerra di tutti contro tutti. Di nuovo in marcia! Ogni missione di KUFH comprende molteplici scontri intervallati da lunghe marce e il cerchio si chiude. Il filo che tiene unito questa drastica alternanza è costituito dall'obiettivo di ciascuna missione, rispetto al quale ogni scontro e ogni marcia da una tappa all'altra aggiungono informazioni, nuovi personaggi, nuove unità e nuovi poteri.
QUARTO: GLI OCCHI PER AMMIRARE
Sì! La grafica di KUFH produce immediatamente un'esclamazione di meraviglia, un sussulto delle cornee che si lasciano incantare da panorami mozzafiato. Gli effetti climatici, la vegetazione, l'orografia, i corsi d'acqua, il cielo, tutto è ottimamente realizzato. Nessuna eccezione, dall'oggetto più grande a quello più piccolo, niente è lasciato in secondo piano, per qualità e quantità di dettaglio. Ciò che seduce più intensamente sono le inquadrature mobili che conferiscono realismo e drammaticità ad ogni situazione, ricercando e ottenendo una più stretta aderenza alla realtà. La telecamera segue fedelmente i movimenti delle truppe, concedendo inoltre l'opportunità di ammirare gli scenari naturali. Il design degli eroi è stupefacente, ognuno sfoggiando una forte personalità grafica, anche nei movimenti. Questa accuratezza non è prerogativa degli eroi, perché anche le loro truppe, e quelle nemiche, sono raffigurate con altissima precisione, anche se nei loro movimenti si riscontra una certa ripetitività.
ANCHE SE QUALCOSA NON VA...
Heroes conferma il successo del suo predecessore perché non aggiunge sostanzialmente niente di nuovo, oltre ad un potenziamento della grafica e l'inserimento di nuovi personaggi. La giocabilità resta intatta, coi suoi tanti pregi e qualche difetto. Come ci ricorda il sermone del vecchio pastore, la perfezione non è di questa terra, e anche KUFH non si sottrae a piccole pecche. In battaglia spesso le uniformi si confondono, rendendo difficile distinguere le unità. Per ottenere un controllo adeguato delle unità occorre un apprendimento non certo breve per maneggiare con cura sia i comandi strategici che quelli di combattimento. Ma già dalle prime missioni il livello di abilità richiesto è decisamente avanzato. Realismo? Sicuramente; ma questo genere di realismo non è adatto a tutti, e non è adatto sin dall'inizio. La conformazione geografica rappresenta un ulteriore elemento di realismo che però, talvolta, fa a pugni con le esigenze di funzionalità del gioco. Avere le unità coperte alla vista da una boscaglia fa perdere la visuale d'insieme, lasciando il giocatore incerto sul da farsi, soprattutto se fra i cespugli si nascondono insidie. Per non parlare delle situazioni in cui il numero delle unità è ben più cospicuo. Manca quindi una visuale d'insieme che è tipica degli rts, e che la minimappa non può certo surrogare. Su un piano più generale, ciò dimostra che il controllo degli spostamenti non è così agevole come dovrebbe, finendo col sottrarre attenzione ad altri compiti. Questi inconvenienti potrebbero essere tranquillamente risolti usando un mouse e una tastiera, e il fatto che KUFH faccia desiderare i controlli tipici di un pc significa, guardando al bicchiere mezzo pieno, che la qualità è davvero buona per un titolo da consolle.
...IL RESTO E' ECCEZIONALE
In una stagione in cui Xbox ha ormai raggiunto la sua potenza massima, ecco piombare un titolo come KUFH che rappresenta senza dubbio un titolo che sospenderà la voglia, apparentemente irrefrenabile, di Xbox360. Non è solo una questione di grafica pompata, perché la qualità proviene dal modello generale. Anche se l'integrazione tra azione e strategia scricchiola in qualche passaggio per via del sistema di controllo, è la sintesi di una giocabilità complessa, di una grafica eccellente da ogni punto di vista, di una soglia di attenzione e coinvolgimento sempre puntata verso l'alto, che consegna a KUFH la sua meritata medaglia d'oro.
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Appiccicare un'etichetta preconfezionata a Kingdom Under Fire: Heroes (KUFH) rischia di apparire una mossa falsa, perché ogni etichetta convenzionale presto scivolerebbe via. Strategia in tempo reale? Azione "colpisci-e-uccidi"? Fantasy? Gioco di ruolo? Ognuna raffigura un lato del complesso prisma che è questo titolo, ma allo stesso tempo ogni faccia da sola non è in grado di sintetizzare tutte le altre. Giocare a KUFH trasmette una sensazione paragonabile ad un ampio ventaglio di colori ed emozioni occorre un'iride abile a coglierli e a coglierne le differenze. A questi raffinati occhi KUFH regala una sensazione di giocabilità con picchi che fanno apparire gli altri titoli lontani come la pianura vista da una vetta. Ivi incluso qualche piccolo difetto.
TUTTA LA GUERRA
Visto che è un'esclusiva Xbox, è conveniente presentare KUFH esaminandolo ai raggi "X" (!). La lastra mette in luce uno scheletro sviluppato intorno alla battaglia, allo scontro diretto, ridisegnando il modello storico medievale con forti tinte fantasy, ancora più intense rispetto a Crusaders. Il cromosoma che differenzia KUFH è l'approccio alla battaglia, che non intende sacrificare nessun aspetto fondamentale. KUFH ritenta l'esperimento di unire strategia e azione. Questa è la superficie solare dell'idea di Phantagram. Ma il lato oscuro è il problema della loro integrazione e, soprattutto, del suo funzionamento pratico. L'idea è geniale e attraente, ma farla girare efficacemente non è facile.
PRIMO: LA MENTE PER PIANIFICARE
Il braccio senza mente non si muove. Non è un antico proverbio cinese, anche se il genio della guerra Sun-Tzu non avrebbe storto il naso di fronte alla verità di questa affermazione. Dopo le canoniche scelte del menu iniziale, KUFH offre la scelta tra sette eroi, di cui solo tre sono disponibili all'inizio (gli altri lo saranno una volta completate le carriere dei primi tre), ognuno dei quali occupa un determinato ruolo nelle epiche vicende che accompagnano lo scontro titanico (oggi si direbbe scontro di civiltà) tra l'alleanza degli uomini e la legione oscura. Niente di nuovo sotto il sole, ma questo telaio narrativo serve ad incasellare i protagonisti all'interno di situazioni strutturate, con una propria biografia, una lealtà ad una bandiera o il legame con una terra. Questo fa sì che il giocatore non sia un dio che dispone liberamente dei propri pupazzi videoludici, ma sia a volte costretto ad assumere certe scelte scartandone altre. Frequentare l'osteria, parlare con le truppe, fare acquisti in armeria, ragionare sulla mappa sono le azioni elementari da compiere per programmare le missioni. Non sono pratiche di burocrazia videoludica per far riposare i polpastrelli tra un massacro e l'altro; corrispondono invece a veri imperativi di gioco senza i quali scendere in campo vuol dire andare allo sbaraglio.
SECONDO: IL BRACCIO PER COMBATTERE
Se fosse possibile fermare l'immagine nelle convulse scene di battaglia di KUFH, si otterrebbe un'istantanea di tutti i suoi dettagli. Il giocatore che controlla l'eroe controlla anche il comandante del suo schieramento; quindi la morte dell'eroe fa perire ogni sua truppa: game over. Perciò l'eroe è affiancato da uno o più ufficiali che possono intervenire su sua richiesta, disponendo inoltre di dispositivi di soccorso come poteri curativi e due chances di ripresa prima della morte. La molecola di gioco più elementare è lo scontro uno contro uno, con l'eroe che liberamente può circolare per il campo di battaglia ingaggiando duelli con qualunque tipo di avversario. Il fattore che determina la vittoria o la sconfitta è l'esaurimento dei punti ferita, visibili in una barra orizzontale la stessa regola dei picchiaduro. Fresca, immediata, coinvolgente: tre aggettivi per trasmettere la giocabilità delle fasi di combattimento. Ad insaporire il gioco, minacciato dalla ripetitività, ci pensa il più tradizionale degli armamentari a base di poteri speciali, colpi letali e incantesimi.
TERZO: LE MANI PER GIOCARE
La carne al fuoco è davvero abbondante, e il sistema di controllo è come lo chef che deve cuocerla evitando di bruciarla. Per portare in tavola un ottimo piatto, bisogna mettere in pratica alcune grandi regole. Primo: lo schieramento è fondamentale. Vincere uno scontro dipende in larga misura dalla posizione assegnata alle unità. Secondo: la conformazione del territorio serve ad individuare la posizione più opportuna: boschi, colline, rive offrono tutti un mix di vantaggi e svantaggi in base al tipo di unità. Terzo: il tempo può essere un prezioso alleato se sfruttato per dosare gli attacchi contro nemici più potenti o per trovarne i punti deboli; ma diventa un nemico quando lo scontro si appiattisce ad uno scontro selvaggio. C'è il sapore della strategia pura, vero? Eppure KUFH non è solo fredda strategia, è anche azione, ma un'azione sostenuta dai principi di strategia. Difficile? Anche se lo fosse, il campo di battaglia è un'ottima scuola dove si impara rapidamente. Ma la guerra non è solo sangue! Ogni fase di gioco non è un compartimento stagno. Anche in battaglia l'eroe deve comunque controllare l'andamento generale delle sue unità, muoverle a seconda delle perdite, impartire nuovi ordini. In tempo reale. Ovviamente lo spostamento tra un'unità e l'altra "congela" lo stato di salute dell'eroe impedendogli di perire.
LA LEGGE DI KUFH: Marcia-Attacco-Marcia
A grandi linee è questa la sequenza di gioco su cui si struttura KUFH prevede tre momenti essenziali: la marcia (m), l'attacco (a), e la ripresa della marcia (m). Marcia: la fase della programmazione prima degli scontri prevede controlli elementari. Ma una volta che le truppe si muovono, inizia la vera sfida per KUFH. La funzione primaria è quella di stabilire una direzione di marcia, e tale comando può essere assegnato in due modi: direttamente sul campo oppure attivando la minimappa. Durante la marcia, la truppa può assumere vari schemi di formazione: dispersa, normale o chiusa. Attacco! Non appena il cammino incontra un'unità nemica, le unità guidate dall'eroe si lanciano in battaglia ed inizia la fase di gioco più sanguinea. La battaglia è davvero concitata, perché nasce dallo scontro fisico di unità contrapposte. Il giocatore assume subito il controllo dell'eroe che, per eliminare gli avversari, ha a disposizione i quattro tasti funzione, metà dei quali relativi a mosse semplici, e l'altra metà riservata ad attacchi speciali. Raccomandato l'uso di combos. I combattimenti assumono notevole libertà perché non esiste un sistema di puntamento dell'avversario, lasciando così all'eroe la libera scelta della sua vittima. E' la furiosa guerra di tutti contro tutti. Di nuovo in marcia! Ogni missione di KUFH comprende molteplici scontri intervallati da lunghe marce e il cerchio si chiude. Il filo che tiene unito questa drastica alternanza è costituito dall'obiettivo di ciascuna missione, rispetto al quale ogni scontro e ogni marcia da una tappa all'altra aggiungono informazioni, nuovi personaggi, nuove unità e nuovi poteri.
QUARTO: GLI OCCHI PER AMMIRARE
Sì! La grafica di KUFH produce immediatamente un'esclamazione di meraviglia, un sussulto delle cornee che si lasciano incantare da panorami mozzafiato. Gli effetti climatici, la vegetazione, l'orografia, i corsi d'acqua, il cielo, tutto è ottimamente realizzato. Nessuna eccezione, dall'oggetto più grande a quello più piccolo, niente è lasciato in secondo piano, per qualità e quantità di dettaglio. Ciò che seduce più intensamente sono le inquadrature mobili che conferiscono realismo e drammaticità ad ogni situazione, ricercando e ottenendo una più stretta aderenza alla realtà. La telecamera segue fedelmente i movimenti delle truppe, concedendo inoltre l'opportunità di ammirare gli scenari naturali. Il design degli eroi è stupefacente, ognuno sfoggiando una forte personalità grafica, anche nei movimenti. Questa accuratezza non è prerogativa degli eroi, perché anche le loro truppe, e quelle nemiche, sono raffigurate con altissima precisione, anche se nei loro movimenti si riscontra una certa ripetitività.
ANCHE SE QUALCOSA NON VA...
Heroes conferma il successo del suo predecessore perché non aggiunge sostanzialmente niente di nuovo, oltre ad un potenziamento della grafica e l'inserimento di nuovi personaggi. La giocabilità resta intatta, coi suoi tanti pregi e qualche difetto. Come ci ricorda il sermone del vecchio pastore, la perfezione non è di questa terra, e anche KUFH non si sottrae a piccole pecche. In battaglia spesso le uniformi si confondono, rendendo difficile distinguere le unità. Per ottenere un controllo adeguato delle unità occorre un apprendimento non certo breve per maneggiare con cura sia i comandi strategici che quelli di combattimento. Ma già dalle prime missioni il livello di abilità richiesto è decisamente avanzato. Realismo? Sicuramente; ma questo genere di realismo non è adatto a tutti, e non è adatto sin dall'inizio. La conformazione geografica rappresenta un ulteriore elemento di realismo che però, talvolta, fa a pugni con le esigenze di funzionalità del gioco. Avere le unità coperte alla vista da una boscaglia fa perdere la visuale d'insieme, lasciando il giocatore incerto sul da farsi, soprattutto se fra i cespugli si nascondono insidie. Per non parlare delle situazioni in cui il numero delle unità è ben più cospicuo. Manca quindi una visuale d'insieme che è tipica degli rts, e che la minimappa non può certo surrogare. Su un piano più generale, ciò dimostra che il controllo degli spostamenti non è così agevole come dovrebbe, finendo col sottrarre attenzione ad altri compiti. Questi inconvenienti potrebbero essere tranquillamente risolti usando un mouse e una tastiera, e il fatto che KUFH faccia desiderare i controlli tipici di un pc significa, guardando al bicchiere mezzo pieno, che la qualità è davvero buona per un titolo da consolle.
...IL RESTO E' ECCEZIONALE
In una stagione in cui Xbox ha ormai raggiunto la sua potenza massima, ecco piombare un titolo come KUFH che rappresenta senza dubbio un titolo che sospenderà la voglia, apparentemente irrefrenabile, di Xbox360. Non è solo una questione di grafica pompata, perché la qualità proviene dal modello generale. Anche se l'integrazione tra azione e strategia scricchiola in qualche passaggio per via del sistema di controllo, è la sintesi di una giocabilità complessa, di una grafica eccellente da ogni punto di vista, di una soglia di attenzione e coinvolgimento sempre puntata verso l'alto, che consegna a KUFH la sua meritata medaglia d'oro.