Kingdom Under Fire: The Crusaders

Kingdom Under Fire The Crusaders
di
LE ORIGINI
L'autore di KUF è Phantagram Interactive, studio nato a Seoul, il quale dopo essersi separato dalla proprietà di Ncsoft nel natale del 2003, ha trovato in Microsoft l'editore per pubblicare il suo Kingdom Under Fire, salvando sviluppatore e prodotto dal concreto rischio di estinzione. IL background di KUF appare intricato: le vicende narrate si situano mezzo secolo dopo gli eventi in cui era ambientato il titolo che lo ha preceduto, quel Kingdom Under Fire: A War of Heroes comparso solo su PC nel 2001. Questa volta l'esclusiva passa a Xbox, rendendo questo primo KUF su Xbox ancora più invogliante con l'inserimento di una completa giocabilità online.

UNA NUOVA SINTESI
Azione o ragione? L'attuale offerta del mercato videoludico ha scelto di impostare in senso antagonista ed esclusivo il rapporto tra due dei principali cromosomi che compongono il codice genetico di un videogioco, amplificando una delle due grandezze e riducendo l'altra. Sono così stati sviluppati ottimi esemplari di azione pura, coinvolgente e immediata, che fronteggiano sull'altra sponda titoli altrettanto eccelsi che premiano un impegno strategico a tutto campo, facendo dell'azione una conseguenza del calcolo razionale. In questo senso KUF non accetta questa linea di demarcazione schierandosi su uno dei suoi due lati e abbandonando l'altro. Invece rappresenta l'esperimento di una nuova angolatura strategica (che non vuole rinunciare alle funzioni e opzioni tipiche del suo genere) impiantata sull'orizzonte di un'azione in terza persona. Un incrocio azzardato di ingegneria ludico-genetica? Oppure l'embrione di una nuova specie dominante?


TRA STORIA, MITO E FANTASIA
KUF costruisce un universo abitato da eroici paladini e sanguinari guerrieri, dalle brillanti armature e dalle taglienti lame, militanti per re e papi che incarnano e difendono il volere divino dalle minacce di orde nemiche. Anche se l'universo di KUF è un universo polarizzato tra Bene e Male, che sono i due grandi generali in campo che muovono i loro eserciti di prodi guerrieri e ferine creature, questa lettura è riduttiva. Le sfumature tra il bianco sacro e il nero demoniaco s'insinuano sin dall'inizio facendo scricchiolare a logica troppo banale del buono-contro-cattivo, per sostituirla con vicende e personaggi che oscillano tra i due fronti senza mai schierarsi apertamente. Da qui si profila una trama inserita in una visione che non è una riproduzione fedele di determinate epoche o eventi storici, conformemente ad un canonico gioco di strategia pura. Qui invece la palese ambientazione medievale è mescolata con forti tonalità mitiche che spostano KUF in una dimensione storica proiettata già in una modernità sconosciuta al medioevo. Anche qui: non è il solito fantasy. I riferimenti alla storia sono attendibili, ma sono accostati ad elementi ed atteggiamenti, oltre che a personaggi, chiaramente fuori da quella storia. Le armi e le armature, le abilità magiche, le creature sono le componenti immaginarie che s'incontrano in una realtà storicamente definita, ma qui riformulata per offrire una sintesi di reality e fiction che si dimostra perfettamente simbiotico con i gusti del pubblico e della critica. Né storia, né favola, eppure storia mista a favola. Questo è il prologo di KUF.

LA TRAMA: STORIA ED EPICA
La narrazione non inizia ma prosegue laddove si era interrotta, dopo che alla guerra degli Eroi per la conquista di Bersia seguì un precario periodo di pace, dopo che la sabbia del tempo ha ricoperto l'Altare della Distruzione, epicentro dello scontro finale con cui Khiliani, a capo della Legione Oscura, tentò di impossessarsi dell'Antico Cuore difeso dal paladino Rick Miner. I canti si sono ammutoliti e i cantori delle epiche battaglie non compongono più i loro versi. Eppure il germe dell'oscurità covava nell'ingannevole pace. La Legione Oscura ha ripreso le ostilità contro il regno di Bersia, stendendo la sua ombra di morte sulle terre confinanti. E' ormai tempo, per i sette eroi che soccorsero Bersia dalla minaccia della Legione Oscura, capeggiati dal prode Rick Miner, di imbracciare di nuovo le loro armi e a indossare le armature, preparandosi alla seconda guerra degli Eroi.

PERSONAGGI: ALLEANZA E LEGIONE
I protagonisti di KUF sono distribuiti in due classi: l'alleanza degli umani e la legione oscura, entrambe presentano gradazioni interne il giocatore è libero di scegliere quale classe di eroi impersonare. Tra i primi: Gerald, Kendal sono "eroi", mentre Rupert, Ellen, Douane e Thomas occupano il grado di "ufficiali". Ciascuno è dotato di un'arma principale e di un'abilità principale; ciascuno è caratterizzato da una propria biografia. Tra le fila della legione oscura milita un "cast" che abbina ad eroi antropomorfi anche creature ferine partorite dalla fantasia. In linea generale, il design dei personaggi è ben diversificato, riflettendone la natura solare od oscura, prediligendo uno stile più fiabesco per l'alleanza degli umani, mirante ad accentuarne la carica positiva. In modo speculare, i protagonisti della legione oscura sfoggiano un marcato stile dark, quasi barocco, simile a personaggi da romanzi gotici. Eppure gli umani non sono monotone figure buoniste, senza rifiutare gesti sanguinari o scagliandosi senza pietà sui prigionieri. In modo analogo la legione presenta più di un tratto che li accomuna ai loro atavici nemici, offrendo venature personali assai prossime agli umani. Entrambi i ceppi di quest'antropologia videoludica presentano comunque elevato dettaglio e abbondanza di elementi sia nel fisico che negli accessori. Circa le truppe, anch'esse protagoniste a pieno titolo, l'alleanza degli umani può contare su arcieri, cavalieri, guastatori, paladini e cavaliere della tempesta, una specie di aquila mitologicamente potenziata che fornisce supporto aereo. Sul fronte opposto, sono schierati amazzoni-arciere a cavallo, orchi, scorpioni, mammuth e persino un dragone nero, alter ego negativo del cavaliere della tempesta.

Kingdom Under Fire: The Crusaders
8

Voto

Redazione

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Kingdom Under Fire: The Crusaders

L'esperienza di gioco di questo titolo sfugge alla etichettature convenzionali, prefabbricate per titoli sempre più focalizzati su un genere specifico. KUF invece si muove in controtendenza, tentando un'ardita conciliazione tra strategia in tempo reale ed azione pura. Per ottenerne una valida sintesi KUF non può esimersi dallo sfrondare le punte estreme di entrambi i generi. E' un'operazione che castra azione e strategia per produrre un inutile eunuco videoludico? E' il rischio a cui va incontro KUF per attuare l'ambizioso progetto di una "strategy by action", cioè di una strategia che procede con un'azione diretta anziché derivata meccanicamente dalla pianificazione. Per riuscire in ciò deve procurarsi solidi appoggi collocati nel deja-vu della narrazione tradizionale di un medioevo fantastico, e in un'architettura grafica che colpisce per l'estetica dei grandi spazi naturali e il design di tutti i personaggi, senza però sfoggiare nulla di innovativo.

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