Klonoa: Empire of Dreams
di
Redazione Gamesurf
Klonoa é un gatto strano: probabilmente da qualche parte sarà anche scritto che é un gatto maschio, ma a noi piace immaginare che sia una gattina femmina e definirla "Klonoella bella", per il suo nome (che suona femmineo) e il muso birbante con le lunghe orecchie che sembrano quasi delle mani. Tali orecchie sono di grande aiuto perché la micia, oltre a spiccare i grandi e composti salti tipici dei gatti, se ne serve per librarsi in volo allungando i balzi di qualche frazione di secondo. A che serve tutto ciò? Beh, ovvio, é un gatto che vive dentro a un platform... dovrà pur avere qualche abilità speciale!
IL PLATFORM CHE SODDISFA
La storia alla base di Klonoa: Empire of Dreams, già citata nell'anteprima già pubblicata da Gamesurf qualche mese fa, é come di consueto abbastanza semplice: in un cosmo diverso dal nostro qualche marrano ha rubato i sogni alla popolazione locale, e Klonoa viene incaricata di sistemare la faccenda: questo ovviamente é solo un pretesto per creare svariati mondi (in totale cinque), ciascuno costituito da sette Visioni (questo é il nome dato dal gioco ai livelli), per un totale di trentacinque ambientazioni da completare
Dopo maree di platform parecchio banali passati sulle console portatili redazionali, l'impatto con Empire of Dreams é sollevante: finalmente possiamo dire di trovarci davanti a un bel gioco che stimola la materia grigia, ben realizzato e con una curva di apprendimento calibrata alla perfezione
L'idea di base del gioco é la stessa già vista in altri episodi dedicati a Klonoa (quelli per PlayStation, PlayStation 2 e WonderSwan): Klonoa deve farsi strada interagendo con dei mostriciattoli che incontra lungo il cammino. Alcuni servono per saltare in alto (sono rosa, si chiamano Moo e assomigliano a un generico mostro teneroso giapponese), altri sono ottimi da lanciare contro fastidiosi nemici, altri ancora esplodono e aprono varchi per avanzare lungo il percorso (i Boomie: questi sono dei piccoli gatti neri)
Man mano che si avanza nel gioco si presentano nuovi strumenti di interazione per aggirare i nuovi ostacoli che sbarrano la strada alla protagonista (gli esplosivi, per esempio, appaiono a metà inoltrata), e i vari livelli sono intervallati da vere e proprie corse contro il tempo per raccogliere preziose monete e stelle. Al completamento di ogni mondo Klonoa deve affrontare il classico boss di fine livello, e riteniamo che in questi frangenti, purtroppo, il gioco non dia il meglio di sé: i boss sono molto semplici da battere e non sono all'altezza del resto del titolo. Si tratta comunque di una sbavatura in un platform che é strutturato per dare soddisfazione al giocatore, in quanto le mappe si estendono ampiamente lungo i due assi, e per recuperare tutte (ma proprio tutte) le stelle non é solo necessario essere abili con i pulsanti, ma anche aver riflettuto sulla distribuzione degli oggetti sullo schermo, visto che in Klonoa nessuno mostriciattolo, pietra o pulsante é messo a caso, e tutto ha una giustificazione
IL PLATFORM CHE SODDISFA
La storia alla base di Klonoa: Empire of Dreams, già citata nell'anteprima già pubblicata da Gamesurf qualche mese fa, é come di consueto abbastanza semplice: in un cosmo diverso dal nostro qualche marrano ha rubato i sogni alla popolazione locale, e Klonoa viene incaricata di sistemare la faccenda: questo ovviamente é solo un pretesto per creare svariati mondi (in totale cinque), ciascuno costituito da sette Visioni (questo é il nome dato dal gioco ai livelli), per un totale di trentacinque ambientazioni da completare
Dopo maree di platform parecchio banali passati sulle console portatili redazionali, l'impatto con Empire of Dreams é sollevante: finalmente possiamo dire di trovarci davanti a un bel gioco che stimola la materia grigia, ben realizzato e con una curva di apprendimento calibrata alla perfezione
L'idea di base del gioco é la stessa già vista in altri episodi dedicati a Klonoa (quelli per PlayStation, PlayStation 2 e WonderSwan): Klonoa deve farsi strada interagendo con dei mostriciattoli che incontra lungo il cammino. Alcuni servono per saltare in alto (sono rosa, si chiamano Moo e assomigliano a un generico mostro teneroso giapponese), altri sono ottimi da lanciare contro fastidiosi nemici, altri ancora esplodono e aprono varchi per avanzare lungo il percorso (i Boomie: questi sono dei piccoli gatti neri)
Man mano che si avanza nel gioco si presentano nuovi strumenti di interazione per aggirare i nuovi ostacoli che sbarrano la strada alla protagonista (gli esplosivi, per esempio, appaiono a metà inoltrata), e i vari livelli sono intervallati da vere e proprie corse contro il tempo per raccogliere preziose monete e stelle. Al completamento di ogni mondo Klonoa deve affrontare il classico boss di fine livello, e riteniamo che in questi frangenti, purtroppo, il gioco non dia il meglio di sé: i boss sono molto semplici da battere e non sono all'altezza del resto del titolo. Si tratta comunque di una sbavatura in un platform che é strutturato per dare soddisfazione al giocatore, in quanto le mappe si estendono ampiamente lungo i due assi, e per recuperare tutte (ma proprio tutte) le stelle non é solo necessario essere abili con i pulsanti, ma anche aver riflettuto sulla distribuzione degli oggetti sullo schermo, visto che in Klonoa nessuno mostriciattolo, pietra o pulsante é messo a caso, e tutto ha una giustificazione
Klonoa: Empire of Dreams
Klonoa: Empire of Dreams
Un platform coinvolgente con molti puzzle che mettono alla prova il giocatore. Cosa si può chiedere di più alla vita? L'episodio di Klonoa per Game Boy Advance è un ottimo gioco bidimensionale che cattura subito grazie a regole semplici e una grafica accattivante. Grazie a una buona distribuzione delle difficoltà il gioco è un continuo invito a proseguire nel completare le 35 "Visioni" presenti. Se platform ha da essere, che sia Klonoa: Empire of Dreams. Noi abbiamo testato la versione giapponese ma non abbiamo notizie di particolari divergenze con la versione europea, la quale ha comunque i testi tradotti in lingua inglese.