Kunitsu-Gami: Path of the Goddess: Recensione della sorpresa Capcom dell'estate
Se avete letto la mia anteprima su questo gioco - la potete recuperare qui - ero rimasto piuttosto colpito dal gioco, ma c'erano più di un elemento che non era ancora messo al proprio posto, e in parte non avevo compreso appieno le potenzialità del titolo in questione. Ora che entrambi gli elementi sono stati livellati e messi a bolla - dato che Capcom ha lavorato sodo per bilanciare alcune discrepanze della demo e bilanciato alcuni scontri che prima erano frustranti - e il tempo che ho potuto dedicare io ad apprendere le meccaniche, posso dirmi pronto a scendere in battaglia... anzi a salire sul monte.
Kunitsu-Gami: tra storia e Folklore
Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è ambientato sul Monte Kafuku, un luogo che un tempo era benedetto dalla natura ma che è stato corrotto da una sostanza oscura. Questa corruzione ha trasformato il monte e rubato le maschere sacre infuse con i poteri della Dea, minacciando e corrompendo i villaggi circostanti. La storia segue la sacerdotessa Yoshiro, incaricata di purificare queste terre infestate da creature demoniache. Accompagnata dal suo protettore Soh, Yoshiro deve affrontare queste orde di creature che emergono dai portali al crepuscolo, cercando di riportare la pace e la purezza al Monte Kafuku. La narrazione è profondamente radicata nel folklore giapponese, con ogni missione che rappresenta una tappa nel viaggio di purificazione, mostrando la lotta tra il bene e il male in un contesto ricco di tradizioni e miti antichi.
Il gioco si basa su elementi del folklore giapponese, come i mononoke - sfido gli appassionati di cinema a ricordare la grande opera omonima dello Studio Ghibli -, spiriti e demoni che popolano molte leggende giapponesi. Questi spiriti sono rappresentati nel gioco come nemici che la sacerdotessa Yoshiro deve affrontare per purificare il monte. Inoltre, l’estetica del gioco è fortemente influenzata dall’ukiyo-e, uno stile artistico tradizionale giapponese che si riflette nei disegni e nelle ambientazioni.
La narrazione e i personaggi sono profondamente radicati nelle tradizioni e nei miti antichi, creando un mondo ricco di simbolismo e significato culturale.
L'impressionante art design, i costumi tradizionali e la grafica
L’art design del titolo è una celebrazione visiva delle tradizioni del paese del Sol Levante, con una forte influenza dell’arte Ukiyo-e, di cui abbiamo parlato sopra. Questo stile artistico tradizionale, noto per le sue rappresentazioni di samurai leggendari, imperatori e scene della vita quotidiana, si riflette nelle illustrazioni dettagliate e nei paesaggi del gioco. I costumi dei personaggi, come quelli della sacerdotessa Yoshiro e del suo protettore Soh, sono ricchi di dettagli e simbolismi, ispirati agli abiti tradizionali giapponesi. I colori scelti per il gioco sono vivaci e contrastanti, con tonalità che vanno dai rossi intensi ai blu profondi, creando un’atmosfera che è al contempo mistica e inquietante. La grafica del gioco, disponibile su diverse piattaforme, è stata ottimizzata per offrire un’esperienza visiva immersiva. Questa combinazione di elementi visivi non solo rende il gioco esteticamente affascinante, ma immerge anche i giocatori in un mondo che sembra uscito direttamente da un’antica leggenda giapponese.
La danza delle spade
Il gameplay si sviluppa attraverso una serie di missioni di purificazione, dove Yoshiro, accompagnata dal suo protettore Soh, deve affrontare orde di creature demoniache che emergono dai portali al crepuscolo. Durante il giorno infatti possiamo muovere la sacerdotessa, liberare persone intrappolate dalle radici malefiche - e convertirli in un'unità da combattimento-difesa - e raccogliere elementi utili, così come gestire tutta la parte tattica e di posizionamento. Quando si giunge al calar della sera inizia la parte di combattimento, con battaglie caratterizzate da un sistema di “spade danzanti”, che permette di eseguire movimenti fluidi e coreografici per sconfiggere i nemici.
Le quest sono strutturate in modo da richiedere sia abilità di combattimento che strategia, poiché il giocatore deve pianificare le proprie mosse e utilizzare le risorse disponibili per proteggere i villaggi e purificare le aree corrotte. La narrazione è arricchita da brevi video che introducono le missioni, mostrando le tappe del viaggio di Yoshiro e la sua lotta per riportare la pace. Grazie agli artefatti che si sbloccano, le meccaniche di potenziamento delle classi dei guerrieri, le zone da visitare anche più volte per ottenere "loot" utile anche per le missioni successive, il gioco risulta sempre incredibilmente stimolante. Noi stessi siamo chiamati ad entrare in azione con le nostre lame e grazie alle combo delle armi e alle scelte da pianificare per fermare le orde nemiche, sono rimasto folgorato dall'offerta del gioco.
Capcom poteva fare un lavoro più "sicuro" e invece si è affidata ad un progetto indie che i giocatori dovranno necessariamente imparare, capire, ma alla lunga c'è davvero da divertirsi in modo assurdo. La curva di apprendimento è sempre bilanciata al meglio e la voglia anche di rifare una missione errata - gli errori sono piuttosto comuni -, non porta mai a frustrazione proprio per il divertimento che fanno scaturire il mix di azione e strategia davvero ben calibrato. Se poi pensate che questo gioco abbia il rischio di essere ripetitivo, vi confermo già che non è così, perché andando avanti avrete sempre nuovi stimoli per proseguire la vostra strada, quindi non avete nemmeno quel rischio e l'RE Engine in questo gioco è stato usato in modo sublime, anche e soprattutto per rendere l'opera disponibile su ogni piattaforma in modo da risultare appetibile, giocabile e sempre visivamente impressionante.