La Grande Fuga
di
Siamo nel bel mezzo della seconda guerra mondiale. Le forze degli alleati e dell'asse combattono incessantemente sanguinose battaglie su larga scala fatte di bombardamenti e scontri tra eserciti delle diverse fazioni. Ma ci sono piccole battaglie che pur hanno dato il loro contributo per lo sviluppo della guerra, piccole battaglie che hanno avuto come teatro i campi di prigionia tedeschi. La Grande Fuga, il celebre film vecchio ormai di quasi trent'anni, parla di un gruppo di prigionieri alleati (per lo più americani ed inglesi) che organizzano la fuga dal campo di prigionia tedesco più sorvegliato in assoluto, lo Stalag Luft III, quel campo dal quale mai nessuno prima era riuscito a fuggire, campo messo su dai tedeschi proprio per arginare le smanie fuggiasche di quei prigionieri che dei campi "normali" si facevano beffe. E La Grande Fuga, il gioco dei Pivotal Games, prende spunto dal vecchio film interpretato, tra gli altri, dal grande Steve McQueen (James Garner, Charles Bronson, scomparso pochi giorni or sono, e Richard Attenborough hanno fatto parte dell'imponente cast) per imbastire uno stealth game (ovvero uno di quei giochi nei quali ha fondamentale importanza restare celati alla vista del nemico) nel quale dovremo ripercorrere le gesta degli eroi che con la loro evasione distolsero l'attenzione dei tedeschi dal fronte. Nonostante la struttura principale del gioco sia basata sullo stealth, non mancano i diversivi nei quali dovremo compiere diverse azioni. Nella prima parte del gioco impersoneremo il Capitano McDonald alle prese con una battaglia nei cieli tedeschi.
Il nostro aereo sta per essere abbattuto, ma prima di lanciarci col paracadute e finire tra le grinfie dei soldati nemici, dovremo andare al controllo della mitragliatrice e buttar giù quanti più caccia dell'asse possibile. Più avanti nel gioco potremo metterci addirittura alla guida di un carro armato e girare con la mitica Triumph 650 che Steve McQueen cavalcò maestosamente nel film. Si tratta in sostanza di piacevoli stacchi da una struttura di gioco principale che altrimenti rischiava davvero di divenire troppo monotona. Come dicevamo, nella prima parte del gioco impersoneremo il Capitano McDonald. Ma in tutto saranno quattro i personaggi che si alterneranno sotto il nostro controllo durante le varie missioni. Comunque, non sarà mai possibile cambiare protagonista nel corso di una missione, visto che ognuna di esse è studiata e scritta per essere compiuta da un personaggio specifico. La visuale adottata per riprendere le gesta dei nostri eroi è la classica in terza persona alle spalle del protagonista che stiamo controllando in quel particolare momento. I controlli di base permettono di effettuare azioni come camminare, inchinarsi, strisciare e raccogliere oggetti e sono affiancate e coadiuvate dai controlli avanzati con i quali potremo effettivamente renderci conto del grado di affollamento di un area prima di decidere di entrarci. A questo proposito ci viene incontro la possibilità di sbirciare dai buchi delle serrature (si sa, questi fuggiaschi sono tutti un po' voyeur) ed inoltre potremo dare un'occhiata oltre gli angoli sporgendoci di quel tanto che basta per non farci notare.
Muovere i primi passi all'interno del gioco da una sensazione particolare. Una sensazione inizialmente di difficile interpretazione, ma che pian piano prende forma e si manifesta di botto. Ma come? Uno steath game senza nessun indicatore che ci faccia capire quanto siamo ben nascosti?. Ebbene si. La Grande Fuga non ci metterà a disposizione nessun tipo di radar (Metal Gear non ha insegnato nulla?) e non ci verrà offerto nessun altro aiuto in questo senso. Potremo contare unicamente sulle nostre orecchie e sui nostri occhi. Come interpretare questa scelta da parte dei programmatori? Probabilmente si è trattato di un tentativo per cercare di rendere il gioco più realistico ed emozionale.