L.A. Noire

di Sonny Ubertini
Los Angeles, anni cinquanta. La guerra é appena finita, e mentre l'Europa si lecca le ferite emerge una nuova potenza, gli Stati Uniti d'America. Uno stato ambizioso e affamato, simbolo della modernità e del progresso. Al pari del progresso e del benessere si espandono le città, dove ogni cittadino può acquistare pochi ettari di paradiso, che sia in famiglia o da solo, in tutta tranquillità.
Ma non é tutto oro quel che luccica. Sebbene lo stato veda soltanto progressi, la popolazione é ancora profondamente scossa dai traumi della guerra e dalla forbice del divario sociale che non accenna a restringersi, portando persone fondalmente oneste ad ungere la propria fedina penale volontariamente e non, con buona pace delle vittime. In tutto questo c'é Cole Phelps, veterano ed eroe di guerra dal forte senso di giustizia, grande quasi quanto la sua ambizione, arma che spesso per lui si rivelerà a doppio taglio.Si presenta così l'ultima e purtroppo unica fatica del Team Bondi, portandoci in una Los Angeles in piena espansione ed immedesimandoci in un detective intento a risolvere i più disparati casi, dal semplice furto di armi arrivando ad omicidi seriali, passando per roghi e casi di violenza sessuale. Insomma, tanta carne al fuoco, ma sarà ben cotta?



La risposta, ve l'anticipiamo, é "nì", ed é un vero peccato. Partiamo con ordine. Per tutta - o quasi - la durata del gioco (che si attesta sulle 15 ore tralasciando missioni secondarie e collezionabili) assisteremo Cole Phelps nella sua gavetta all'interno del distretto di polizia di Los Angeles, iniziando come semplici sbirri per poi arrivare a diventare star della lotta al narcotraffico. Ci troveremo quindi a dover risolvere casi più e meno scottanti con i mezzi dell'epoca, leggasi un libretto degli appunti e le celluline grigie tanto care all'ispettore Poirot, partendo dall'ispezione della scena del crimine, determinante per capire le dinamiche dell'incidente e per raggranellare preziosi indizi.

Chiusa la prima fase bisognerà interrogare eventuali testimoni e/o sospetti, attraverso una interfaccia intuitiva e soprattutto efficace. Nello scorrere dell'interrogatorio avremo infatti l'opportunità di osservare le (perfettamente ricreate, ma lo vedremo in seguito) espressioni facciali dei nostri sospetti/testimoni e capire - attraverso tic, sguardi fugaci, morsi alle labbra, fughe dal nostro sguardo - se ci sta venendo detta la verità o se stiamo ascoltando una squallida menzogna, ma se all'inizio i vari gesti sembreranno equivocabili, andando avanti nel gioco assisteremo a vere e proprie statue di ghiaccio, capaci di mentire spudoratamente mantenendo comunque una vera e propria faccia da poker. Ovviamente le semplici intuizioni non basteranno per strappare rivelazioni ai nostri interrogati, e avremo dinnanzi a noi tre diverse possibilità. Potremo dare ragione al testé e lasciarlo continuare, potremo mettere in dubbio le sue affermazioni e strappargli la verità con la forza oppure si potrà accusare l'indiziato di mentire spudoratamente, azione che dovremo obbligatoriamente supportare con delle prove. Tutte queste meccaniche rendono gli interrogatori realistici ed intriganti, oltre che particolarmente divertenti da affrontare.



Solitamente dopo l'interrogatorio starà a noi - seppur non ci sia una vera e propria libertà d'azione - decidere se sbattere l'indiziato in galera o proseguire cercando altri indizi che chiudano definitivamente il caso. Conclusa la missione verremo giudicati in base al numero di prove raccolte e a come e in quanto tempo avremo trovato il colpevole, garantendo comunque una certa rigiocabilità legata soprattutto alla presenza di filoni narrativi differenti, che porteranno comunque ad una e una sola conclusione. A tal proposito é necessario segnalare che in alcuni casi il gioco commetterà degli errori e darà per scontate informazioni o prove che invece non abbiamo mai raccolto, cosa comunque giustificata dall'enorme mole di dialoghi presente.

Se la parte investigativa é meritevole, lo stesso non si può dire di ciò che fa contorno al gioco, ovvero la struttura free roaming ed in parte la componente shooter del titolo. Il free roaming risulta infatti piatto e privo di interattività con l'ambiente - con uniche eccezioni l'accesso ad alcuni importanti siti losangelini e la possibilità di svolgere alcuni mini-casi secondari - e viene da chiedersi, considerata la pesantezza del gioco e la possibilità di saltare le suddette scene, se non fosse stato meglio affidarsi ad una struttura lineare a nostro parere ben più congeniale a quel che il gioco in realtà offre. Sì, perché seppur ci siano tantissimi sotto-filoni per ogni caso, il gioco obbliga comunque il giocatore a seguire vie prestabilite dagli sviluppatori, andando a vanificare ogni possibile uso di questa già limitatissima feature. Nulla da segnalare per la componente shooter, molto simile a quella già vista in GTA IV e piuttosto anonima, interessanti invece gli inseguimenti che si rivelano (anche loro) però un po' troppo passivi.

L'impressione finale che da il gioco é quella di una commistione anonima di diversi elementi, con la sola (ottima) componente investigativa a dare un'anima ad un gameplay altrimenti eccessivamente piatto e filoguidato, cosa spiacevole date le immense potenzialità del titolo. Il risultato in sé é altalenante, con una certa ripetitività che subentra al divertimento (e vi divertirete da pazzi, ve lo garantiamo) iniziale dopo qualche ora di gioco.



Se Atene piange Sparta non ride, recita il famoso proverbio , e lo stesso discorso può essere benissimo fatto con gameplay e trama. Non fraintendeteci, la trama di L.A. Noire é semplicemente splendida e ricca di colpi di scena, ma bisognerà attendere qualche ora per vederla decollare, al punto di arrivare a pensare che non esista. Ed é proprio questo il bello. Mentre meno te lo aspetti, silenziosa come un bisbiglio, spunta fuori timidamente per poi succedersi in un turbine di colpi di scena e vicende appassionanti. D'altronde se L.A. Noire si rivela un acquisto azzeccato non é certamente soltanto merito di un gameplay altalenante sì, ma di qualità, ma é soprattutto merito della qualità della trama e del carisma trasmesso dal gioco. Los Angeles é ricreata perfettamente con tanto di veicoli rigorosamente originali e dona un'atmosfera unica, quasi impossibile da ritrovare in un qualunque gioco disponibile sul mercato. Downtown, Sunset Boulevard, Venice Beach, ci sono tutte e sono più reali che mai. A conferire ulteriore qualità al titolo ci pensa il sonoro, curatissimo, che si rivela parte integrante del gameplay. Durante la ricerca dei vari indizi saremo infatti aiutati dal suono di un campanellino che ci avvertirà della presenza di un punto di interesse nelle vicinanze, mentre negli interrogatori ci sarà utile per capire se l'atteggiamento che abbiamo deciso di intraprendere é giusto o sbagliato per l'occasione. Oltre all'integrazione con il gameplay, il comparto sonoro si distingue per le musiche particolarmente azzeccate e per un doppiaggio degno di un blockbuster, con un lip-sync praticamente perfetto.

Passiamo ora al lato tecnico. Grande cavallo di battaglia della produzione é l'engine che muove le animazioni facciali, e a ben ragione. L'effetto é di assoluto impatto, e sarà difficile riuscire a trovare differenze tra volti in-game e volti reali. Ovviamente non gli screenshot non rendono giustizia a quello che é veramente il risultato, che garantiamo essere realmente sbalorditivo. E' un peccato dire che purtroppo é l'unica cosa riuscita nel motore grafico. Il motore che muove tutto L.A. Noire é veramente pesante, delineando la sua vera identità, un motore nato su console che é stato trasposto senza minima modifica su pc, basti pensare alla controversa decisione presa dagli sviluppatori di bloccare il tutto a 30 frame per secondo, una scelta inammissibile per un motore grafico che non fa assolutamente miracoli.

Cos'é che esce fuori alla fine della fiera?
Una occasione sprecata, é questa l'amara verità. L.A. Noire rimane un'eterna promessa, nella speranza di un seguito che riesca a correggere tutti gli errori, di palese inesperienza, commessi dall'ormai dismesso Team Bondi.
Il gioco rimane comunque un'esperienza assolutamente godibile e consigliata, forte di una trama e di un carisma letterlamente sbalorditivi e di una parte investigativa particolarmente divertente ed intrigante, ma che non riesce a diventare un capolavoro per ovvi motivi, a causa di alcune scelte sbagliate come l'utilizzo di un ormai stra-abusato free roaming e di una parte shooter sterile, oltre che di un motore grafico troppo mal ottimizzato.

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