La Tigre e il Dragone
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Nel 2001 il film "Crouching Tiger Hidden Dragon" (in Italia "La Tigre e il Dragone"), diretto da Ang Lee, vinse la bellezza di quattro premi oscar nonostante fosse realizzato con effetti speciali molto semplici, quasi "casalinghi", a tratti volutamente assurdi. Questo perché, comunque, la vicenda narrata e il fascino dell'ambientazione riuscirono a fare breccia nei cuori degli spettatori di tutte le età. A quasi tre anni di distanza, ecco arrivare su PS2 il gioco che ripropone le vicende di Jen, Shu Lien e Mu Bai: si tratta fondamentalmente di un Beat'm'Up di concezione molto Arcade, uno di quei giochi, insomma, in cui vi troverete impegnati nel l'attraversare una serie di sezioni successive zeppe di nemici da dover sconfiggere per poter proseguire, fino agli scontri coi canonici boss di fine livello. Quello che non è esattamente tipico dell'Arcade, ma molto in linea con le abitudini dei Genki di ricreare il più possibile gli stili di arti marziali, è il sistema di combattimento: avrete a vostra disposizione due tasti per gli attacchi armati (a patto di possedere un'arma) e due per gli attacchi con calci e pugni, e mediante questi potrete eseguire le varie combo che, oltre a causare danni maggiori, avranno l'effetto di stordire momentaneamente gli avversari onde poterli poi afferrare con un altro tasto. Solo su un avversario afferrato sarà possibile eseguire le cosiddette mosse speciali, particolari combinazioni di tasti capaci di provocare danni veramente ingenti.
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Altri tasti saranno dedicati al salto (che è doppio e che può diventare una discesa planata), alla carica (che permette di arrampicarsi per brevi tratti di pareti), all'utilizzo delle pozioni curative e, naturalmente, alla parata. Quest'ultima può essere semplice (tenete premuto il tasto e abituatevi all'idea che così facendo perderete comunque un po' di energia, oltre a danneggiare l'arma) oppure "combo", ossia eseguibile solo contro un avversario perfettamente frontale e che presuppone di premere ripetutamente il tasto con un adeguato tempismo per evitare ogni singolo colpo della combinazione d'attacco.
Cominciamo subito a parlare di difetti: il sistema di controllo risponde male alle sollecitazioni, coi nemici che sono stranamente sempre più veloci di noi nel colpire, con l'assenza di un qualsivoglia sistema di autopuntamento (insomma: mi basterebbe che quando fronteggio e attacco un nemico, i colpi lo raggiungessero tutti anziché vagare nel nulla lasciandomi scoperto) e soprattutto con il gioco che è estremamente (ed eccessivamente) pignolo nel considerare la direzione del personaggio e degli avversari; troppe volte mi è capitato, infatti, di afferrare ripetutamente l'aria solo perché il nemico stordito era pochi gradi più a lato di dove ero diretto, o di non poter eseguire una parata Combo perché non ero perfettamente rivolto verso l'avversario (e quando vi arriva il primo colpo di una sequenza, mettetevi in testa che vi arriveranno sistematicamente tutti i successivi).
La stessa pignoleria la si ritrova nel sistema di salti, che spessi si rifiuta di farci appendere ai cornicioni, o salire sulle piante di bambù, o così via.
La grafica di gioco è graziosa, ma niente di eccezionale: la struttura dei modelli è ben studiata, così come molto approfondita la cura nelle animazioni che ancora una volta rendono giustizia all'eleganza delle arti marziali, ma il dettaglio si limita a una bella cura dei volti dei personaggi e a qualche particolare qua e là, rimanendo molto scarno nella maggior parte del gioco. Giusto per citare un esempio, dirò che le ombre sono poligonali, e che salendo sulla pagoda dell'incrocio di Pechino, addirittura, si vede come al di fuori delle mura ci sia il nulla più assoluto. Ma la cosa più fastidiosa della grafica è il sistema di telecamere: troppe volte capita infatti che l'inquadratura venga bloccata per questo o quel motivo, e non poter vedere liberamente dove dovete saltare o da che parte giungono i nemici è a dir poco castrante.
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Nel 2001 il film "Crouching Tiger Hidden Dragon" (in Italia "La Tigre e il Dragone"), diretto da Ang Lee, vinse la bellezza di quattro premi oscar nonostante fosse realizzato con effetti speciali molto semplici, quasi "casalinghi", a tratti volutamente assurdi. Questo perché, comunque, la vicenda narrata e il fascino dell'ambientazione riuscirono a fare breccia nei cuori degli spettatori di tutte le età. A quasi tre anni di distanza, ecco arrivare su PS2 il gioco che ripropone le vicende di Jen, Shu Lien e Mu Bai: si tratta fondamentalmente di un Beat'm'Up di concezione molto Arcade, uno di quei giochi, insomma, in cui vi troverete impegnati nel l'attraversare una serie di sezioni successive zeppe di nemici da dover sconfiggere per poter proseguire, fino agli scontri coi canonici boss di fine livello. Quello che non è esattamente tipico dell'Arcade, ma molto in linea con le abitudini dei Genki di ricreare il più possibile gli stili di arti marziali, è il sistema di combattimento: avrete a vostra disposizione due tasti per gli attacchi armati (a patto di possedere un'arma) e due per gli attacchi con calci e pugni, e mediante questi potrete eseguire le varie combo che, oltre a causare danni maggiori, avranno l'effetto di stordire momentaneamente gli avversari onde poterli poi afferrare con un altro tasto. Solo su un avversario afferrato sarà possibile eseguire le cosiddette mosse speciali, particolari combinazioni di tasti capaci di provocare danni veramente ingenti.
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Altri tasti saranno dedicati al salto (che è doppio e che può diventare una discesa planata), alla carica (che permette di arrampicarsi per brevi tratti di pareti), all'utilizzo delle pozioni curative e, naturalmente, alla parata. Quest'ultima può essere semplice (tenete premuto il tasto e abituatevi all'idea che così facendo perderete comunque un po' di energia, oltre a danneggiare l'arma) oppure "combo", ossia eseguibile solo contro un avversario perfettamente frontale e che presuppone di premere ripetutamente il tasto con un adeguato tempismo per evitare ogni singolo colpo della combinazione d'attacco.
Cominciamo subito a parlare di difetti: il sistema di controllo risponde male alle sollecitazioni, coi nemici che sono stranamente sempre più veloci di noi nel colpire, con l'assenza di un qualsivoglia sistema di autopuntamento (insomma: mi basterebbe che quando fronteggio e attacco un nemico, i colpi lo raggiungessero tutti anziché vagare nel nulla lasciandomi scoperto) e soprattutto con il gioco che è estremamente (ed eccessivamente) pignolo nel considerare la direzione del personaggio e degli avversari; troppe volte mi è capitato, infatti, di afferrare ripetutamente l'aria solo perché il nemico stordito era pochi gradi più a lato di dove ero diretto, o di non poter eseguire una parata Combo perché non ero perfettamente rivolto verso l'avversario (e quando vi arriva il primo colpo di una sequenza, mettetevi in testa che vi arriveranno sistematicamente tutti i successivi).
La stessa pignoleria la si ritrova nel sistema di salti, che spessi si rifiuta di farci appendere ai cornicioni, o salire sulle piante di bambù, o così via.
La grafica di gioco è graziosa, ma niente di eccezionale: la struttura dei modelli è ben studiata, così come molto approfondita la cura nelle animazioni che ancora una volta rendono giustizia all'eleganza delle arti marziali, ma il dettaglio si limita a una bella cura dei volti dei personaggi e a qualche particolare qua e là, rimanendo molto scarno nella maggior parte del gioco. Giusto per citare un esempio, dirò che le ombre sono poligonali, e che salendo sulla pagoda dell'incrocio di Pechino, addirittura, si vede come al di fuori delle mura ci sia il nulla più assoluto. Ma la cosa più fastidiosa della grafica è il sistema di telecamere: troppe volte capita infatti che l'inquadratura venga bloccata per questo o quel motivo, e non poter vedere liberamente dove dovete saltare o da che parte giungono i nemici è a dir poco castrante.
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La Tigre e il Dragone
4.5
Voto
Redazione
La Tigre e il Dragone
Per quanto alcune idee di base siano in fin dei conti accattivanti, la realizzazione finale pecca troppo di approssimazione perché ci si possa sentire soddisfatti dal gioco, e non mi riferisco solo ad imperfezioni tecniche, sulle quali si potrebbe anche essere disposti a chiudere un occhio, ma principalmente a falle nel gameplaying e a scelte di gioco discutibili: dai Genki, capaci di stupirmi con un titolo del calibro di Sword of the Samurai, mi aspettavo un lavoro decisamente superiore!