Layton's Mystery Journey: Katrielle e il Complotto dei Milionari
Quante volte abbiamo accompagnato il buon detective Layton nelle sue avventure ricche di enigmi? Almeno una volta di sicuro, viste le numerose offerte che hanno occupato lo scaffale Nintendo dal 2008 ad oggi. Di rompicapi sotto i ponti ne sono passati a bizzeffe, e non ci sorprendiamo che gli sviluppatori della società Level-5 abbiano voluto tornare a pubblicare un nuovo capitolo da aggiungere al fortunato franchise.
L’unica differenza? Al posto di seguire il professor Hershel Layton nel suo cammino irto di indovinelli, questa volta ci troveremo a dar manforte a sua figlia Katrielle, alle prese con un complotto misterioso in quel di Londra.
Risolviamo Ogni Mistero (cit.)
Katrielle Layton, figlia del famoso detective, vuole seguire le orme del padre scomparso per cause ignote, fondando nella famosa Chancer Lane di Londra una propria agenzia investigativa. Il suo talento naturale nel risolvere qualsiasi tipo di rompicapo la incastra, passo dopo passo, all’interno di una serie di casi divertenti quanto improbabili, arrivando infine a doversi fronteggiare con un complotto ordito da sconosciuti.
Non serve fornirvi ulteriori particolari. La storia mantiene i noti leggeri di un’avventura adatta a giocatori di tutte le età, aggiungendo però alla formula personaggi diversi dai soliti noti, ottimamente caratterizzati e pronti a sostituire il volto iconico della saga.
Grazie infatti all’importante mole di dialoghi, coadiuvati da intermezzi in formato anime piacevoli da osservare, impariamo a conoscere meglio la nuova eroina che dà il volto al gioco, in una storia lineare che lascerà anche parecchio spazio ai suoi fidi assistenti.
Pennino alla mano, ringraziando il supporto della console portatile di casa Nintendo, avremo l’opportunità di spremere le nostre meningi al seguito di enigmi dalle diverse difficoltà, ognuno pronto a fornirci la giusta ricompensa in Picarati (la valuta del gioco). Se nelle scorse avventure ogni enigma tendeva in qualche modo a creare una piccola sfaccettatura all’interno dell’indagine principale, senza uscire quindi troppo fuori tema, al contrario ne Il Complotto dei Milionari quest’ultimi appaiono molto più a sé stanti, strutturati in modo di farci spaziare senza dover mantenere forzatamente il focus sul tema principale.
Definirlo un difetto è esagerato. D’altronde, i giochi sul Professor Layton sono noti proprio per la loro naturale capacità di metterci di fronte a rebus dalla natura coinvolgente non solo per la difficoltà, ma anche per la modalità con cui vengono esposti. Sotto questo punto di vista il gameplay mantiene la sua natura scherzosa e colorata, difendendo la formula vincente istituita da Level-5 sin dall’inizio del brand.
Anche in questa ultima trasposizione del franchise, gli enigmi vengono posizionati in posizioni precise degli scenari esplorabili e ognuno di essi, come sempre, presenta un proprio valore in Picarati. Più è alto il valore di questa moneta virtuale, più l’enigma presenta una difficoltà maggiore per essere risolto.
Niente che possa impensierirci troppo, visto e considerato che qualora non fossimo in grado di risolverli potremo ricorrere alla spesa di preziose monete d’oro, utili per ottenere degli aiuti, ma trovarle in giro per gli scenari è piuttosto noioso, se non altro perché basta semplicemente far scorrere lo stilo sul touchpad a vanvera fino a trovarle.
Ogni grande caso presenta un numero chiuso di indovinelli, alcuni dei quali forniscono come ricompensa un tassello da aggiungere a una chiave figurata, composta da sei pezzi, che una volta completata permette a Katrielle di risolvere il caso. Tra quasi duecento indovinelli, divisi abilmente tra principali e secondari (e perfino qualche giornaliero, grazie al DLC gratuito) il gioco propone un’offerta corposa, capace quindi di tenerci compagnia spaziando inoltre su diverse tematiche di interesse (matematica, logica, creatività).
Porting di...?
Lo scorso luglio Katrielle e il Complotto dei Milionari ha già solcato il mercato digitale lo scorso luglio, quando gli sviluppatori hanno deciso di pubblicarlo su mobile compatibile su iOS e Android. Come spesso accade quando si parla di porting, immaginiamo che l’operazione di passaggio avvenga seguendo delle tappe fisse razionalizzate a seconda della console a cui viene destinata.
Nel gioco in questione, invece, sembra che Level-5 abbia semplicemente effettuato un passaggio 1:1, riportando per filo e per segno il linguaggio di codice utilizzato per smartphone, senza apportare alcuna modifica degna di nota. Anzi, forse una differenza c’è, ma non è nel linguaggio di codice del gioco, bensì nella componente hardware della console Nintendo, che invoglia piacevolmente il giocatore ad utilizzare lo stilo in dotazione.
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Redazione