LEGO Star Wars

di Luca Gambino
C'era una volta una Legolandia lontana lontana...

Una delle critiche più feroci mosse al "carrozzone" di Guerre Stellari risiede nella sua cronica incapacità di tramutarsi in videogames di un certo livello qualitativo e contenutistico. Escludendo alcuni episodi obbiettivamente ben congegnati, le ultime produzioni made in Lucas Arts (ma non solo) mostrano la precisa volontà della software house americana di sfornare titoli di puro "contorno" alle pellicole della seconda trilogia, senza curarsi di sviluppare al meglio le infinite possibilità che un brand come quello di Guerre Stellari può offrire. E puntualmente anche in occasione dell'ultimo capitolo della Saga per antonomasia, ancora in programmazione in mezzo mondo, il corrispettivo videoludico di Episodio III non sembra discostarsi troppo da questa logica. Un altro videogioco sacrificato sull'altare della logica di mercato.

Per fortuna, in una galassia lontana lontana, forse non ancora raggiunta da questo tipo di logiche, qualcuno ha pensato bene di celebrare a suo modo la chiusura di una serie che ha rivoluzionato il mondo del cinema dell'ultimo trentennio, realizzando un videogioco semplicissimo, quasi primitivo, nelle sue meccaniche di base ma non per questo privo di alcune "chicche" di ottima fattura. Un gioco, questo Lego Star Wars, che ripercorre l'intera prima trilogia (gli Episodi I, II e III, per intenderci), regalando ai fans della saga la possibilità di vedere riuniti in un unico gioco tutti i personaggi e le ambientazioni creati dall'immaginazione di Gorge Lucas e portati su schermo dalle magie della computer grafica. Dalla rigogliosa vegetazione di Naboo alla piattaforma marina di Kamino, fino all'incandescente pianeta Mustafà, teatro dello scontro finale tra Obi-Wan e Anakin, Lego Star Wars racconterà attraverso i suoi 18 livelli di gioco l'eterna lotta tra il bene e il male iniziata nel lontano 1977 e conclusasi giusto quest'anno.


L'unione fa la Forza

Così come suggerito dal titolo del capoverso, la Forza di Lego Star Wars risiede nella possibilità di poter far interagire tutti i protagonisti dell'avventura. Sebbene il giocatore si ritrovi a comandare un solo personaggio alla volta, le situazioni proposte dal titolo della Traveller's Tales costringerà il giocatore a sfruttare a dovere le capacità peculiari di ciascun personaggio, sfruttando addirittura una sorta di "partner zapping" che permetterà, tramite la semplice pressione del tasto Y, di passare il controllo ad un altro componente del "party" gestito dal giocatore. Di norma inizieremo l'avventura con solo uno o due personaggi da amministrare (di solito i due Jedi) e raccoglieremo gli altri componenti del gruppo durante lo svolgersi dell'azione. Capiteranno ad esempio situazioni dove i Jedi potranno ricostruire tramite la Forza ponti o altri oggetti distrutti, ma dovranno successivamente affidarsi al rampino della principessa Amidala per raggiungere locazioni altrimenti inaccessibili. Essendo un titolo destinato alle fasce di utenza più giovani (ma che ovviamente strizza l'occhio anche agli appassionati con qualche anno in più sulle spalle), Lego Star Wars affida buona parte del suo successo all'immediatezza del gameplay, senza ricorrere in inutili fronzoli. I pochi tasti mappati sul joypad permetteranno al giocatore di controllare i personaggi su schermo (quelli non direttamente controllati da noi si muoveranno "autonomamente" su schermo con una buona IA) e di utilizzare armamenti e items a loro disposizione. In più, l'impossibilità per i nostri eroi di morire definitivamente, farà si che l'esperienza di gioco sia sempre ininterrotta e mai frustrante.

Una grafica cubettosa.

Com'era logico attendersi, l'elemento caratterizzante dell'intero gioco risiede nella realizzazione grafica di tutto l'universo di Star Wars, realizzato con i famosi mattoncini della celeberrima azienda svedese che da oltre settant'anni accompagnano l'infanzia di intere generazioni. Obi-Wan, Anakin Skywalker, la principessa Amidala e tutti i personaggi di primo piano di Guerre Stellari, sono stati riprodotti alla perfezione in uno stile sicuramente privo di orpelli stilistici più "ad effetto" che di sostanza, pur non disdegnando qua e là di mettere in piedi strutture di buona fattura e animazioni che pur nella loro semplicità riescono comunque a dare un quadro grafico decisamente più che dignitoso. Inutile dire che ogni personaggio, astronave o struttura è strettamente verosimigliante a quanto visto su grande schermo e che le interazioni dei protagonisti, limitate alle scene d'intermezzo realizzate con lo stesso motore del gioco, sono impreziosite da alcune animazioni facciali che aiutano i nostri piccoli eroi nel riproporre l'esatto pathos vissuto anche al cinema. Una recitazione a volte condita da un humor dissacrante, che spesso si permette di canzonare le abilità del giovane Obi-Wan di Episodio I o che riescono a sdrammatizzare il cruento scontro finale tra il Padawan Anakin Skywalker e il suo Maestro, o che incedono, rendendole quasi grottesche, le doti acrobatiche di Yoda, vero simbolo dell'intera "esalogia" Lucas. Peccato per il mancato supporto di una traccia vocale che avrebbe aiutato a comprendere meglio le vicende di Lego Star Wars. I personaggi, infatti, si limiteranno ad emettere versi di varia natura che completano la gestualità, ma né voci, né sottotitoli aiutano un ignaro, ipotetico, giocatore alle prime armi. A parziale consolazione, citiamo comunque la presenza delle classiche musiche di John Williams e dell'intero set di Sound-FX che da sempre hanno accompagnato questo classico della fantascienza.


Il lato oscuro della Forza

Come detto in precedenza, Lego Star Wars fa della semplicità d'utilizzo il suo dichiarato cavallo di battaglia. Un titolo a metà tra il beat'em up a scorrimento e uno sparatutto (il tutto rigorosamente in terza persona), in cui comunque non mancheranno le occasioni in cui sarete chiamati ad utilizzare le meningi. Il lato oscuro della produzione Eidos risiede soprattutto nella ripetitività dell'azione, che dall'inizio alla fine del gioco ci vedrà riprodurre sempre le stesse mosse e combo in un sistema che corre pesantemente il rischio di divenire noioso dopo poco tempo. Fortuna vuole che, proprio a spezzare un ritmo altrimenti troppo ripetitivo, sopraggiungano alcuni episodi che esulano totalmente da quanto descritto qui sopra. La gara degli sgusci di "Episodio I" o l'immensa battaglia di apertura di "Episodio III", dove saremo chiamati a pilotare il piccolo "Pod" del giovane Anakin, o ad abbattere le astronavi imperiali in quello che si può definire il preludio del celeberrimo attacco alla Morte Nera che ha impreziosito "Episodio IV", rappresentano forse i "picchi" dell'intero produzione. Peccato, però, che questi siano intermezzi troppo brevi per poter avere un'importante rilevanza e che si perdono fin troppo velocemente nelle lunghe sequenze di combattimenti a suon di spade laser e fulminatori che caratterizzano i restanti 15 livelli. Non che Lego Star Wars duri all'infinito, tutt'altro. Nel giro di una manciata di ore, che si aggira nell'ordine di 4 o 5, avrete ragione dei perfidi Sith, assisterete alla morte di Padmè e alla nascita dei futuri portatori dell'equilibrio nell'universo.

Alla fine di tutto, però, Lego Star Wars resta un gioco gradevole, immediato e fresco, portatore sano di divertimento "vecchio stampo", quando ancora non si pretendavano pad completamente mappati e situazioni al limite dell'impossibile per solleticare la fantasia dei videogiocatori. Un messaggio che forse dovrebbe raggiungere anche George Lucas, giusto per convincerlo che l'equazione "più effetti speciali uguale a più divertimento" non sempre risponde a realtà. E ci sono ben tre film a dimostrarlo.

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