LG OLED Evo C2 – Il piccolo grande 42” pollici
In anni passati i televisori a pixel autoilluminanti mostravano pesantemente il fianco per l'impossibilità di venire impiegati anche semplicemente per la visione di programmi televisivi senza rischiare di andare in sofferenza. Il cosiddetto effetto “burn-in” o di “stampaggio” era tipico dell'immagine nel caso si guardasse reiteratamente il medesimo canale che gli stessi loghi sempre posizionati nella medesima area dello schermo (prima che qualche editore introducesse quelli meno invasivi semi trasparenti).
La ricerca in tal senso ha portato a risolvere sempre più tali problemi alla base di un qualsiasi schermo OLED, evitandone il precoce decadimento e diventando sempre più appetibili anche in ambito gaming. I sistemi di “refresh” dei pixel post-visione (a patto di lasciare il televisore in stand-by senza distaccarlo dalla presa di corrente) scongiurano tali eventualità; anche l'ingresso di nuovi elementi come il deuterio al posto di emettitori blu basati sull'idrogeno ha aumentato longevità ed efficienza del pannello.
I produttori hanno poi pensato bene di offrire tagli di schermi inferiori al 50” pollici, prima con un timido tentativo a 48” pollici poi scendendo a 42” pollici, come nel caso di questo LG OLED Evo C2. Uno schermo che si offre a un ampio ventaglio di utenza che va dall'appassionato della qualità assoluta d'immagine che però non ha grande spazio a disposizione, al videogiocatore in cerca di soluzioni sempre più ampie e riguardose delle potenzialità di schede grafiche e console next-gen. C'è anche chi arriva a scegliere un pannello di questo calibro come soluzione al posto del più classico monitor da computer per lavoro e/o per diletto. Ciò ha portato a rivedere anche il piano di appoggio, qui risolto attraverso due punti laterali relativamente ingombranti su scrivania.
Assemblaggio e terminali
Per il montaggio dei due piedistalli laterali occorre adagiare in orizzontale il televisore a pancia lasciando sgombra l'area posteriore, in modo da fissarli con le due coppie di viti. L'operazione può venire completata senza una seconda persona di supporto. Il design è minimalista, dove alla sensazione di robustezza tra metallo e plastiche si unisce quella di un'offerta tecnica molto completa.
Il marchio “Evo” indica la capacità del pannello di offrire una notevole illuminazione dello stesso, con picchi anche molto elevati, benché non si possa pretendere la capacità di raggiungere valori pari a quello dei modelli più grandi a partire dai 55” pollici in su. Di fatto sono le dimensioni stesse ad assoggettare la resa complessiva e il numero di nit (candele per metro quadro), meno virtuosi per via dello status di “compressione” in cui versano i pixel: il livello di illuminazione viaggia attorno ai 175 nit in SDR al 100%, che diventano 133 in HDR con picchi fino a 700 nit su aree al 10% per una resa con non fa storcere il naso viste le dimensioni.
Quanto ai terminali sono disponibili: 4x HDMI 2.1 (full bandwidth fino a 48 Gbps), 3x USB 2.0, connessione Ethernet RJ-45, singolo ingresso antenna RF (compatibile DVB-T2 nuovo digitale terrestre), singolo ingresso antenna satellite (compatibile DVB-S2), uscita audio ottico digitale, slot programmi criptati CI+ (2.0). Certifica lativù 4K per vedere gratuitamente oltre 180 canali nazionali e internazionali e radio, di cui 70 canali HD e 7 canali 4K presenti sulla piattaforma satellitare tivùsat. Il televisore incorpora microfoni per comandi diretti senza passare per il sempre ottimo telecomando, che come sempre ha una marcia in più per la funzionalità esclusiva “punta e clicca” direzionandolo verso lo schermo. Inclusi Amazon Alexa, Google e Apple HomeKit.
Gestione hi-tech dell'immagine
Soprattutto in ambito OLED il contributo al risultato finale è legato all'elettronica e i vari programmi deputati a gestire video e audio. Qui un hardware d'eccellenza che integra lo stesso processore Alpha 9 Gen 5 dei modelli superiori. Durante l'uso non si percepiscono rallentamenti di sorta, l'apparato è sempre reattivo nell'impiego di qualsiasi applicazione, gestendo in scioltezza l'eventuale suddivisione in due finestre dello schermo o la modalità immagine nell'immagine.
Rispetto alla precedente generazione il miglioramento è perlopiù legato alla qualità dell'upscaling di immagini a risoluzione inferiore al 4K: superiore capacità di acquisire le informazioni del segnale video in ingresso, suddiviso in un maggior numero di aree che rendono ulteriormente preciso e con meno artefatti il segnale che appare sullo schermo. Nonostante si tratti solo di un 42” pollici (con ben 106 PPI - pixel per pollice), ricordiamo che anche per televisori di così piccolo taglio l'OLED impone la gestione nativa 10 bit, offrendo la migliore palette cromatica e potenziale gestione fino a 1,07 miliardi di sfumature colore.
HDR e Gaming a tutto campo
Il materiale HDR viene gestito quasi per intero eccetto l'HDR-10+: offerta che quindi include HDR-10 (qui HDR-10 Pro), HLG e Dolby Vision. Per quest'ultimo è presente la versione IQ, con ulteriore adattamento del segnale video sfruttando l'inferiore compressione dinamica, declinandola in base al livello di luce ambientale. Ciò consente una più fine regolazione per illuminazione e contrasto, mantenendo elevati i dettagli anche nelle scene più buie. Alla prova dei fatti il miglioramento è percepibile anche in base al materiale che transita per lo schermo, dove in taluni casi si potrebbe percepire un'eccessiva accentuazione della brillantezza, spingendo a tornare al “semplice” Dolby Vision.
A partire dai quattro terminali HDMI che gestiscono segnali 4K fino a 120 Hz, anche questo modello LG è il paradiso del gamer, pronto a gestire materiale video di classe superiore proveniente da schede grafiche di computer e console next-gen PS5 e Xbox Series X. Supporto VRR (Variable Refresh Rate) e ALLM (Auto Low Latency Mode), con superiore accuratezza nella gestione di segnali HDR in virtù dell'HGiG (HDR Gaming interest Group). In quest'ultimo caso, in caso di compatibilità della catena digitale tra TV e hardware esterno, con HGiG attivo il televisore lascia transitare il segnale senza rivedere la compressione dinamica.
Il risultato quello di un superiore equilibrio sia alle alte che basse luci. Altro punto di forza e notevole nota di differenza il Dolby Vision Gaming fino a 4K/120 Hz. L'input lag che abbiamo misurato sul sample in prova segna circa 10 ms a 60 Hz, scendendo a circa 5,3 ms a 120 Hz sempre con la modalità “Game” attiva, e nessuna preoccupazione rispetto al ritardo. Ciliegina sulla torta per evitare tearing e stuttering la compatibilità per le schede grafiche avanzate: AMD FreeSync Premium, Nvidia G-Sync ed Nvidia GeForce Now. Linterfaccia gaming che si attiva consente di agire rapidamente sulle impostazioni e cogliere al volo le informazioni del segnale video in ingresso, con preset specifici in base al tipo di gioco: FPS, RPG, RTS, Sport oppure "Standard".
La piattaforma WebOS22 consente una fluida e intuitiva navigazione attraverso l'ampia offerta streaming e VOD, ricchezza di app che includono Apple TV+, Disney+, Netflix, Prime Video e DAZN. Qui l'IA del sistema impara dai gusti di chi utilizza il TV, arrivando a proporre ulteriori programmi, sfruttando modelli previsionali e raccogliendo l'offerta dalle app installate.
Tra programmi TV, streaming e preregistrati
A partire da materiale video 2K/Full HD e ancora di più in 4K con HDR a metadati dinamici, ovvero il Dolby Vision, il C2 raggiunge un elevatissimo equilibrio tra risalto dei dettagli in secondo piano e sui fondali, dettaglio nelle ombre e profondità del nero senza affogare elementi non in primo piano. La sensazione quella che, partendo da materiale digitale di eccellenza, nulla resti sacrificato. In tal senso il Blu-ray 4K di Blade Runner 2049 è cartina al tornasole con le lunghe transizioni notturne o con bassa luce ambientale, i voli degli Spinner e la sequenza a ridosso della muraglia a protezione dal mare sono esempi assoluti.
Scendendo di risoluzione video ma non di qualità l'edizione per il 20° anniversario di Prova a prendermi – Catch me if you can di Steven Spielberg, editata su Blu-ray Full HD, è un altro esempio dove al netto dell'SDR si può godere di un brillante quadro visivo con saturazione cromatica, neri e luci che lasciano trasparire la significativa cinematografia del maestro Janusz Kaminski. Condizione dove il risultato tecnico è esaltato al massimo anche quando l'offerta è 4K/UHD ma SDR, come per la seconda edizione di Ennio di Tornatore dedicato a vita e opere del compianto maestro, così come per Ringu e l'effetto negativo e i tanti passaggi con scarsa luce. In questi ultimi due esempi guadagna ulteriormente il livello di dettaglio non solo in primo piano.
Sopra: rilevazione REC.709, sotto DCI-P3
Il pannello è pronto all'uso out of the box, anche se è possibile intervenire a 2 punti (solo basse e alte luci), 10 punti e 20 punti per chi desiderasse una taratura fine del bilanciamento del bianco. Compatibilità CalMAN AutoCal, mentre chi non avesse colorimetro e sufficiente know-how e desiderasse la giusta bilanciatura specie per materiale cinema il consiglio è di passare ai preset “Cinema” oppure “Filmmaker Mode”. In quest'ultimo caso viene disattivata tutta l'elettronica interna che agisce sull'immagine e ci si può avvicinare al concept originale della ripresa. La copertura a livello di spazio colore rilevata è ottima con il 100% sRGB, 88.8% Adobe RGB e 96% DCI-P3.
In caso di materiale 24 frame al secondo, tipo del girato cinematografico è possibile attivare la funzione di interpolazione “TruMotion”, che elimina gli scatti nei panning laterali dove la selezione
di “Movimento Cinematografico” da una parte evita un eccessivo effetto soap opera e immagini troppo piatte e dall'altra favorisce una migliore fluidità. TruMotion si può personalizzare, ma in base all'ingerenza della rielaborazione si potrebbero ravvisare alcuni artefatti attorno agli elementi in più rapido movimento laterale. Desiderando mantenere elevato il dettaglio nelle sequenze a rapido movimento si può attivare “OLED Motion Pro”, che in sostanza è il black frame insertion: ciò inserisce un frame nero tra due con immagine. In tale situazione ci si accorge dell'abbassamento dell'illuminazione, oltre a percepire un lieve flickering / lampeggio dell'immagine stessa, operando comunque non oltre i 60 Hz.
Comparto audio
Va da sé che più le dimensioni dello schermo sono piccole e inferiore potrebbe essere l'impatto dell'elaborazione sonora. L'assenza di bassi è comprensibile, eppure tra i vari preset di equalizzazione il Ai Sound Pro offre un più ampio palcoscenico. La dinamica resta bassa, aumentando spaziosità e chiarezza, specie dei dialoghi. La tenuta è più che accettabile anche in condizioni di volume molto alto, con accenni di distorsione una volta giunti a fondo scala. Un risultato nel complesso di buona resa considerando l'offerta del digitale terrestre, meno per programmi di più alta qualità in streaming o pre-registrati come con i dischi Blu-ray. In tal caso è vivamente consigliato aggiungere soundbar + subwoofer per migliorare sostanzialmente la resa d'insieme.
In conclusione
L'OLED C2 da 42” pollici di LG è da tenere in alta considerazione per l'efficienza tecnica, l'ampiezza nella gestione dei materiali video, anche i più complessi in ambito gaming. Rispetto alla concorrenza diretta resta quello con il prezzo più interessante, benché Sony offra qualcosa in più quanto a picco di luminanza, superiore anche lo speculare taglio di Panasonic. Un livello di completezza dove resta il neo dell'assenza di gestione HDR-10+.