Life is Strange 2
La maggior parte delle lezioni formative, imparate nel corso della vita, ci vengono nostro malgrado impartite da esperienze più o meno traumatiche. Non tutti ne colgono il significato appena succedono, ma con il passare del tempo e con le riflessioni giuste, ogni pezzo del puzzle finisce per trovare il proprio posto facendoci trovare la risposta che cercavamo.
Le esperienze autentiche provate da Max e Chloe, da Rachel o perfino dal piccolo Chris Eriksen hanno un po' questo in comune. Ognuna di queste ha seguito il proprio decorso, permettendo a noi giocatori di intervenire ove possibile, di compiere delle scelte morali capaci di metterti alla prova e riempirti la testa di dubbi, intonando sommessamente il motivetto dal titolo: “avrò fatto la cosa giusta?”.
Il tornado di Arcadia Bay ci ha insegnato qualcosa, inutile girarci intorno. E i ragazzi di DontNod, forti di una scrittura audace capace di tenerci coi piedi per terra per le tematiche affrontate, anche se ci sono contaminazioni sovrannaturali, hanno voluto continuare a metterci alla prova, ponendoci questa volta nei panni dei fratelli Sean e Daniel.
È DURA ESSERE ADOLESCENTI!
La famiglia Diaz vive la sua normalissima vita in quel di Seattle. Sean è il primogenito della famiglia, ha sedici anni, frequenta il liceo e ha una cotta per una delle sue compagne di classe, ma il suo livello di vergogna è tale da riuscirne a parlare soltanto con la sua migliore amica Layla. Tornando da scuola proprio in compagnia di quest’ultima viene accolto da un padre premuroso e attento, che non rinuncia a prendersi una pausa dal lavoro per stare con i propri figli, cercando insomma di non fargli mancare l’affetto e le attenzioni genitoriali (anche perché della madre, al momento, non si sa nulla). L’ultimo membro della famiglia è Daniel, il fratellino minore di nove anni, sempre molto iperattivo e fantasioso, ma comunque attento alle lezioni impartite dal padre e dal fratello maggiore.
Siamo a ridosso di Halloween, pertanto i due si stanno preparando per affrontare i festeggiamenti nel miglior modo possibile. Mentre Daniel sta preparando un costume super-segretissimo, Sean deve invece fare i conti con la lista della spesa suggerita da Layla, cercando dentro casa tutto quello che serve a rendere il party indimenticabile.
Durante i preparativi qualcosa non va, delle urla attirano l’attenzione di Sean fuori casa e in un attimo, come venisse premuto un interruttore, il regime cambia e finisce in tragedia. La lite scatenata con il nostro vicino di casa è il primo di una serie di eventi catastrofici, che culminano con l’arrivo di una pattuglia della polizia che, di fronte alla fretta e ai fatti, decide sotto stress di aprire il fuoco. In pochi momenti assistiamo inermi allo scorrere degli eventi, aspettando inutilmente l’arrivo di qualche QTE con la speranza di “poter fare qualcosa”, perché il motivetto iniziale enunciato poco sopra ha già cominciato a strisciare dentro di noi, come una vipera pronta a morderci.
Da questo momento in poi ha inizio il viaggio, ma impareremo che ogni tappa del medesimo sarà irta di problemi, preoccupazioni e pericoli, che i due fratelli dovranno cercare di superare al meglio delle loro possibilità.
LE MOLLICHE DI POLLICINO
Seguendo il percorso immaginario ricco di svincoli lasciatoci da DontNod, il nostro compito è quello di fare affidamento al nostro sesto senso. Ogni scelta ha la sua importanza, lo sappiamo fin troppo bene, e questa volta molte delle nostre decisioni nei panni di Sean avrà impatto sul piccolo Daniel, generando effetti devastanti nel caso in cui si sia intrapreso un percorso al posto di un altro.
La struttura del gioco è rimasta essenzialmente la stessa delle produzioni giocate in passato: i protagonisti vengono guidati da una configurazione comandi che segue le regole degli action in terza persona, dove lo stick analogico di destra viene dedicato all’osservazione dell’ambiente, in cui gli oggetti con cui poter interagire vengono evidenziati da un menù pop-up. Se da un lato le azioni semplici vengono evidenziate da una colorazione bianca, quelle blu invece sono dedicate agli insegnamenti da impartire a Daniel e vi consigliamo di farle, dove possibile, perché servono a delineare nel miglior modo possibile il carattere del nostro giovane fratello.
Ogni altro elemento del gameplay viene rimarcato dalla presenza di un menù interattivo molto caratteristico, dove sarà addirittura possibile leggersi conversazioni pregresse all’inizio del gioco tramite lo smartphone di Sean, oppure dare un’occhiata al nostro taccuino dei disegni, che potremo aggiornare trovando particolari location dove potremo prenderci una pausa.
Il tutto è sapientemente diretto da una mano sapiente, che lascia intravedere i connotati di una storia adulta e profonda, tempestata da scelte difficili pronte a mettere in discussione tutto il nostro operato. La mancanza di tempi morti rende queste due ore e mezza particolarmente dense, ricche di particolari ed elementi da osservare con attenzione, proprio in funzione di qualche seconda run utile a cambiare determinate scelte per scoprire un nuovo esito da aggiungere al nostro motivetto preferito.
Interessante l’inserimento di una gestione economica, lasciata lì proprio per farci sentire ancora più opprimente il peso delle responsabilità. Esiste infatti la possibilità di rubare alcuni oggetti, ma lasciamo a voi il piacere di compiere determinate azioni e seguirne le conseguenze. In fondo, proprio in questi casi, è meglio lasciare a ognuno di voi la totale libertà di decidere come andare avanti, senza influenzarvi minimamente con il background messo in piedi da noi.
Voto
Redazione