Life is Strange

di Roberto Vicario
Uno dei pregi che possiamo riconoscere ai ragazzi francesi di Dontnod Entertainment, é sicuramente quello di non volersi conformare alla massa, cercando nei loro progetti nuove e particolari forme di narrazione. Così é stato, ad esempio, nel loro titolo d'esordio, Remember Me. Grazie a Life is Strange, la filosofia “pionieristica” non si interrompe, ma anzi, cerca nuovi sbocchi e interazioni con il giocatore sia sotto l'aspetto ludico, quanto sotto quello narrativo. Proviamo ad entrare più nel dettaglio.



Il tempo diventa uno strumento narrativo!



Sin dalle prime battute di gioco, Life is Strange prende le distanze dal precedente Remember Me. Concettualmente, questo nuovo progetto, si avvicina molto di più alle ormai stra popolari avventure grafiche interattive di Telltale Games. Somiglianza che troviamo sia nella divisione in capitoli che verranno rilasciati a cadenza fissa ogni sei settimane, sia nella struttura di gioco.

Il primo di questi cinque capitoli che compongo la storia di Life is Strange si intitola “Chrysalis” e nelle circa sue 3 ore di longevità, ci introduce quelli che saranno i temi portanti dei prossimi quattro capitoli. Una sorta di puntata “pilota” che mette in risalto le potenzialità di questo prodotto, stuzzicando l'appetito e la curiosità del giocatore.

Vestiamo i panni di Max, una ragazzina che alla soglia dei suoi diciotto anni, ancora deve capire bene cosa ne sarà della sua vita. Un carattere fragile, insicuro e tremendamente vicino a tutti gli ostacoli - sotto forma di domande - che i ragazzi di questa età si trovano a dover affrontare nel loro passaggio da adolescenti ad adulti.
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La sua più grande passione é la fotografia, strumento che le serve per isolarsi da quelle paure ed insicurezze che prendono lentamente forma grazie ai pensieri della protagonista tra un dialogo e l'altro.

In questo periodo così fragile Max scopre di avere un dono, la possibilità di poter riavvolgere il tempo e rivivere momenti successi pochi minuti prima. Un potere che potrebbe cambiare totalmente la sua vita e plasmare un nuovo lato del suo carattere.

Sotto l'aspetto narrativo, il primo capitolo di Life is Strange - esattamente come la puntata pilota di una serie TV - getta le basi per un progetto che a conti fatti sembra davvero interessante. Alla componente da teen drama, vengono affiancati altri aspetti più vicini al thriller e al soprannaturale. Inoltre, abbiamo decisamente apprezzato il tratto che gli sviluppatori hanno voluto dare ad ogni singolo personaggio, in grado di mostrare un alternanza di chiaro/scuro davvero particolare.

Il tutto, come già accennato, si inserisce all'interno di un gameplay molto caratteristico. Se da una parte troviamo la classica impostazione da avventura grafica, con i diversi oggetti che vengono evidenziati nel momento in cui si può interagire, e una serie di risposte multiple nei dialoghi con i personaggi, di contro abbiamo il nostro famigerato potere che va a modificare - in parte - l'approccio in diversi passaggi della nostra esperienza. Questa eventualità trasforma Life is Strange in una sorta di “trial & error” che ci permette di tornare sui nostri passi per modificare le nostre risposte e le nostre azioni, sapendo cosa accadrà nel “futuro”. Scelte che avranno un certo peso nel momento in cui decideremo di mantenerle, andando ad influire in maniera importante sia nel proseguo del capitolo sotto esame, sia in quelli futuri.



In linea di massima, le sezioni in cui bisogna risolvere determinati quesiti sfruttando il nostro potere non ci sono sembrate particolarmente impegnative, e pur non scadendo nella banalità, il tutto scorre in maniera abbastanza fluido sotto il lato dell'impegno logico che il giocatore deve mettere a servizio del gioco.

Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, il titolo si mostra piuttosto gradevole alla vista. Pur non facendo un uso esagerato di poligoni ed effetti visivi, il motore grafico riesce ad essere un valido supporto nel delineare personalità e carattere dei singoli personaggi, attraverso espressioni facciali convincenti e modelli poligonali piacevoli. Ottima anche la componente sonora con una serie di pezzi piuttosto orecchiali, e che probabilmente vi troverete a fischiettare con il pad tra le mani.

Un grosso limite arriva invece dalla mancata localizzazione del gioco. Sebbene Square Enix - distributore del gioco - abbia già divulgato la notizia che i sottotitoli in lingua italiana non tarderanno ad arrivare, allo stato attuale delle cose per i meno anglofoni la lingua potrebbe risultare uno scoglio quanto meno fastidioso da superare. Nonostante un inglese di base sia sufficiente per poter capire il grosso della storia, é innegabile che una non perfetta conoscenza della lingua anglosassone possa compromettere la perfetta ricezione di ogni singolo dialogo o dettaglio, togliendo qualcosa all'esperienza di gioco.

Tirando le somme, il primo capitolo di Life is Strange si é dimostrato un prodotto dall'enorme potenziale. Il gioco usa una struttura che ricorda molto da vicino le classiche avventure grafiche, con una trama estremamente affascinante e ben scritta, affiancata dalla particolarità di poter riavvolgere il tempo. Ovviamente, questo é solo il primo step di un percorso che si articola su cinque tappe, e solo allora avremo la possibilità di giudicare nel complesso il prodotto di Dontnod Entertainment. La partenza é buona e ha stuzzicato la nostra curiosità, vedremo cosa accadrà in futuro.