Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name la recensione del ritorno del Drago di Dojima!
Kazuma Kiryu torna per la gioia dei suoi fan a raccontarci della sua falsa morte!
Like a Dragon Gaiden: il Drago di Dojima è morto?
Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name. Uno come me, della “vecchia guardia”, fa già un po’ di fatica a veder scomparire il nome “Yakuza” da un brand che ormai è entrato nella storia del videogioco, ma bisogna fare i conti con la scelta di SEGA che ha portato il marchio a diventare, appunto, Like a Dragon per l’occidente a partire dal precedente episodio. Dopo una incredibile avventura JRPG in cui il buon Kasuga Ichiban ha saputo conquistare il mio cuore e quello di innumerevoli altri fan, ritorniamo a impersonare Kazuma Kiryu, colui che dal lontano 2005 rappresenta il volto storico della saga. Eccoci, dunque pronti per la recensione di Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name e sono sicuro che avrete pietà di me e non mi farete cercare da nessun sicario della yakuza se da qui in poi mi limiterò a chiamarlo semplicemente Like a Dragon Gaiden, siamo d'accordo?
Like a Dragon Gaiden non nasce come un episodio a sé stante della serie, ma come lo stesso team di sviluppo ha sempre ammesso, è stato ideato come un DLC del titolo dedicato a Ichiban, per poi guadagnare con il passare del tempo sempre più spazio, sino a necessitare una pubblicazione stand alone capace di contenere tutto quello che ha da offrire. Certo, non siamo davanti a un gioco esteso come ci hanno abituato i precedenti capitoli, d’altro canto viene presentato a una cifra budget di appena sotto i 50 euro e unicamente in edizione digitale, ma quando si tratta di Kiryu l’interesse schizza alle stelle. Like a Dragon Gaiden si ripropone di rispondere a delle domande che in tanti ci eravamo fatti: dove era finito Kazuma durante le peripezie di Ichiban, viste anche le battute finali del precedente episodio? Cosa possiamo aspettarci dai due yakuza nel prossimo Like a Dragon Infinite Wealth, visto che sappiamo che appariranno entrambi? La trama di Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name punta a dare un senso a tutto questo e ci vede vestire i panni di Kazuma che per proteggere chi ama ha deciso di inscenare la propria morte e prendere il nome di Joryu, mettendosi al servizio dei Daidoji, una fazione decisamente ben armata e capace di offrire servizi di ogni tipo a chi è in grado di pagare la giusta cifra. Naturalmente il passato arriverà a bussare alla porta di Kazuma e la sua speranza di vivere tranquillamente, seppur avendo rinunciato al proprio nome, andrà a scontrarsi con i piani di chi è ancora al servizio della yakuza.
Naturalmente non andrò a raccontarvi altro riguardo alla trama, ma sappiate che conoscerete nuovi personaggi e ritroverete vecchie conoscenze, sino ad arrivare alla fine della storia andandovi a ricongiungere con quanto già visto in Like a Dragon 7. Dopo tanti anni il team Ryu Ga Gotoku, nonostante l’abbandono del geniale creatore della saga Toshihiro Nagoshi e altri veterani, continua a trovare ottimi spunti per portare avanti la narrazione, senza cadere troppo nel riciclo di canovacci già visti. Non siamo certo davanti alla migliore trama di uno Yakuza (opss… volevo dire Like a Dragon), ma la storia riesce a reggere l’epicità del personaggio di Kazuma e del suo passato. L’inizio della trama offre momenti interessanti, mentre la parte centrale della nostra avventura ha alcune fasi di stanca, ma il finale è letteralmente epico, con un tuffo nell’umanità più intima del nostro eroe che ancora una volta si rivela uno di quei protagonisti capaci di lasciare davvero il segno nel cuore dei giocatori. Per arrivare ai titoli di coda bastano meno di quindici ore, ma molto dipenderà da quanto tempo vorrete dedicare alle tantissime attività secondarie, senza dimenticare che anche dopo la fine potrete tornare sulle strade e finire ciò che avevate lasciato in sospeso. Proprio parlando di strade, ricordiamo che l’avventura si svolge in due quartieri che già conosciamo, Sotenbori a Osaka e in minor parte a Ijincho (Yokohama), con mappe più piccole rispetto a quanto siamo stati abituati in passato. Le trame di Like a Dragon Gaiden ci porteranno anche al Castello, una zona “segreta” dove solo vip e yakuza possono entrare, ma vi lascio il piacere di scoprire da soli altre informazioni a riguardo.
Una trama breve, ma quante cose da fare!
Il gameplay di Like a Dragon Gaiden segna il ritorno alle meccaniche action dei primi episodi della saga, con Kazuma che si dividerà, come sempre, tra esplorazione, combattimenti e un sacco di minigame. L’esplorazione è semplicemente identica a quella che da sempre ci accompagna sulle strade del Giappone e incontreremo diversi gruppi pronti a menare le mani sfruttando anche armi e oggetti reperibili dall’ambiente. Il combattimento è anch’esso classico e tra attacchi, prese, parate e mosse speciali torna la barra del furore che, una volta riempita in uno dei suoi tasselli, permetterà di scatenare la vera potenza di Kazuma e scagliare colpi capaci di lasciare davvero il segno.
Questa volta avremo a disposizione due stili di combattimento, uno estremamente classico fatto di colpi violenti e potenti, l’altro derivato dagli allenamenti fatti dal nostro protagonista con i Daidoji, dove le mosse sono molto più rapide e si sfruttano alcuni gadget tecnologici tipo droni o un cavo per raccogliere oggetti lontani e bloccare gli avversari. Personalmente non ho apprezzato troppo il nuovo stile, ma sicuramente porta novità e permette un approccio differente rispetto al passato e sono sicuro che molti lo troveranno più dinamico rispetto a quello più tradizionale, ma ricordiamo che non è certo questo il primo Yakuza (l’ho fatto ancora… volevo dire Like a Dragon!) dove si possono sfruttare diverse modalità di combattimento. Ci sono poi i minigiochi e le attività secondarie e queste rappresentano un'enorme monte ore di gioco da aggiungere alla missione principale. Come sempre la serie alterna i momenti serie e drammatici della trama vera e propria a quelli più scanzonati e ai limiti della follia che riguardano tutto il contorno, ancora una volta reso vivo da una creazione quasi perfetta della realtà nipponica.
Impossibile non citare Akane, una figura molto importante di Sotembori, che ha creato una rete di informatori che da un lato recupera notizie e conosce tutto di tutti, dall’altro aiuta i senza tetto del quartiere a sopravvivere in maniera dignitosa. Aiutandola nel risolvere i problemi più o meno seri dei cittadini faremo crescere l’influenza della sua rete e avremo svariati vantaggi. Le missioni sono davvero tante, anche se non molto varie, ma daranno filo da torcere ai completisti. Ci sono poi i già citati minigiochi come il minigolf, tantissimi giochi d’azzardo, l’arena dei combattimenti, le freccette, il biliardo, l’immancabile karaoke e soprattutto il ritorno da Yakuza 0 delle gare con le Mini 4WD, i modellini elettrici customizzabili che ci porteranno a rivivere un hobby divertentissimo dove preparare la propria vettura per sfidare tantissimi altri giocatori su altrettante piste.
Se la durata della storia principale è inferiore ai precedenti episodi, nel contorno troverete tutto quello di cui avrete bisogno per rilassarvi, anche in compagnia di un amico grazie al multiplayer in locale. Ogni attività che faremo ci permetterà di aumentare il nostro conto in banca e di far salire i punti che determinano il livello della rete di Akane e proprio questi due elementi saranno la chiave per migliorare le qualità di Kazuma. Ci sono tantissime abilità da sbloccare e rendere più performanti, tra attacco, difesa, furore, vita, ma anche mosse segrete e via dicendo e queste avranno un costo sia in punti della rete, sia in danaro. In un primo momento potrà sembrare che i soldi accumulati siano tantissimi, ma basterà dare un’occhiata ai prezzi dei miglioramenti per rendersi conto che anche questa volta le finanze non saranno mai abbastanza. Bisogna comunque dire che il livello di difficoltà medio non è particolarmente impegnativo e se volete una vera sfida sarà meglio salire subito a quello più elevato.
In attesa di provare Infinite Wealth, Gaiden si basa sugli asset che abbiamo già visto durante la precedente generazione di console, non per nulla stiamo parlando di un prodotto cross-gen che arriva su PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S, ma nella nostra prova avvenuta su PlayStation 5 ci è parso iniziare a sentire gli affanni di un motore grafico ormai superato. Se le animazioni facciali sono ancora di gran livello, tutto il resto è chiaramente indietro di una generazione e spiega anche come il team di sviluppo abbia potuto utilizzare solo sei mesi per creare Like a Dragon Gaiden. Il frame rate è abbastanza fluido, le telecamere non danno poi troppi problemi se non quando ci avviciniamo agli angolo durante i combattimenti, ma è chiaro che in futuro ci si debba aspettare di più dal punto di vista visivo.
Sempre ottimo il sonoro, con il doppiaggio giapponese a strappare ancora una volta applausi, per fortuna nuovamente accompagnato da una traduzione completa dei testi in italiano che in fase di recensione ha mostrato qualche errore, ma sono sicuro che con le prime patch arriveranno le dovute correzioni. Così, Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name non sarà il migliore dei titoli usciti dal Ryu Ga Gotoku Studio, ma rimane un capitolo che i fan della saga non dovrebbero perdersi, soprattutto in vista del prossimo Like a Dragon: Infinite Wealth, dove siamo sicuri che Kazuma e Ichiban sapranno nuovamente stupirci. Se amate il Drago di Dojima, non perdetevi questa sua nuova avventura!