Lollipop Chainsaw
di
Juliet Starling sembra una 18enne come tante altre. Una famiglia tipo composta da una splendida madre, un padre “biker” un po' fuori dal comune e due sorelle (la 20enne Cordelia e la 16enne Rosalind), una passione sfegatata per il proprio ruolo di capo cheerleader della San Romero High School e soprattutto un amore sconfinato nei confronti del suo fidanzatino Nick, totalmente ignaro della doppia natura della sua super-sexy ragazza.
Già perché quello che pare essere il classico quadretto familiare degno del miglior “Pleasantville” nasconde in realtà un'esistenza fatta di battaglie contro le forze oscure, fiumi di sangue e, ovviamente, caccia agli zombi.Un segreto questo, che per uno strano scherzo del destino, che poi tanto casuale non é (ma di cui non vi parleremo per evitare antipatici spoiler), sarà destinato ad essere rivelato proprio il giorno del diciottesimo compleanno della giovane protagonista, lo stesso in cui il potere maligno del Mondo Putrefatto a cavallo tra il mondo degli umani ed il paradiso deciderà di scatenarsi in tutta la sua zombesca violenza proprio sul complesso scolastico nel quale si sarebbe dovuta tenere la festa.
La trasformazione di tutti gli occupanti dello stabile in non morti ed il coinvolgimento del povero Nick, con conseguente decapitazione (necessaria per evitarne la trasformazione) e relativo incantesimo capace di garantire la sopravvivenza della testa del ragazzo anche in assenza del resto del corpo, costringerà, infatti, Juliet e la sua famiglia a prendere in mano la situazione, ed a risolvere la questione una volta per tutte affidandosi alle proprie doti di ammazza mostri ed all'uso di una “comoda” motosega da battaglia. Questo in sintesi l'incipit di Lollipop ChainSaw, il nuovo irriverente action in terza persona firmato Warner, nato dalla collaborazione fra i creatori di The Army of the Dead ed il produttore di No More Heroes e Shadow of The Damned, Goichi Suda.
Un po' Horror, un po' B-Movie all'americana, tanta musica di qualità
Lollipop Chainsaw rappresenta un chiaro esempio di come sia possibile utilizzare al meglio cliché piuttosto abusati per confezionare un prodotto comunque fresco, divertente a mai troppo banale. Già perché a ben vedere, di veramente nuovo in Lollipop Chainsaw non c'é praticamente nulla. Eccezion fatta per alcune digressioni propedeutiche al gioco stesso, la trama e le situazioni riprendono i classici stilemi del genere horror degli anni ottanta, con una scelta stilistica a cavallo fra la cupa concezione “zombiniana” di George Romero e quella più sguaiata ed irriverente vista ne “L'armata delle Tenebre” di Sam Raimi, ed in cui trovano posto siparietti e situazioni degne dei ben più recenti -e leggeri- serial TV “Buffy” e “Supernatural” e della commedia americana tutta sesso ed equivoci.
Anche dal punto di vista prettamente concettuale ci troviamo di fronte ad un'impostazione di gioco piuttosto classica, basata su dinamiche riconducibili più ad un picchiaduro a scorrimento che non ad un action in terza persona, con la nostra ammiccante protagonista impegnata a fracassare le membra dei morti viventi che infestano la San Romero High School (riferimento davvero casuale?) ed a salvare i pochi sopravvissuti che incontrerà durante il proprio cammino, in attesa dell'altrettanto classico boss-fight che segnerà come da prassi anche il completamento del livello.
A rendere il gioco decisamente più imprevedibile intervengono infine alcune scelte stilistiche davvero azzeccate, capaci di rendere questo Lollipop Chainsaw un titolo sicuramente gradevole. In primis quella di stemperare gran parte della tensione del gioco sfruttando a dovere dialoghi dal tono decisamente ironico, battute a doppio senso e più in generale situazioni semiserie tipiche dei B-Movies.
Secondariamente, la scelta di affidarsi ad una colonna sonora di livello assoluto, che tra un classico Lollipop dei “The Chordettes” (che diventerà anche il vostro incubo peggiore visto che accompagnerà tutti i menu ed i vari shop che saranno reperibili nel corso dell'avventura), un ben più metallico The Way of the Fist dei “Five Finger Death Punch”, un intramontabile You Spin Me Round dei “Dead or Alive” ed un giovanile Rock N' Roll di “Skrillex”, non mancherà di allietare l'anima musicale di qualsiasi videogiocatore. Il tutto ben sapendo che il fattore musicale rappresenta anche una delle colonne portanti del gioco, vista anche la scelta di caratterizzare i cinque boss di fine livello affidandosi ad altrettanti generi ed icone del mondo musicale passato e recente.
Già perché quello che pare essere il classico quadretto familiare degno del miglior “Pleasantville” nasconde in realtà un'esistenza fatta di battaglie contro le forze oscure, fiumi di sangue e, ovviamente, caccia agli zombi.Un segreto questo, che per uno strano scherzo del destino, che poi tanto casuale non é (ma di cui non vi parleremo per evitare antipatici spoiler), sarà destinato ad essere rivelato proprio il giorno del diciottesimo compleanno della giovane protagonista, lo stesso in cui il potere maligno del Mondo Putrefatto a cavallo tra il mondo degli umani ed il paradiso deciderà di scatenarsi in tutta la sua zombesca violenza proprio sul complesso scolastico nel quale si sarebbe dovuta tenere la festa.
La trasformazione di tutti gli occupanti dello stabile in non morti ed il coinvolgimento del povero Nick, con conseguente decapitazione (necessaria per evitarne la trasformazione) e relativo incantesimo capace di garantire la sopravvivenza della testa del ragazzo anche in assenza del resto del corpo, costringerà, infatti, Juliet e la sua famiglia a prendere in mano la situazione, ed a risolvere la questione una volta per tutte affidandosi alle proprie doti di ammazza mostri ed all'uso di una “comoda” motosega da battaglia. Questo in sintesi l'incipit di Lollipop ChainSaw, il nuovo irriverente action in terza persona firmato Warner, nato dalla collaborazione fra i creatori di The Army of the Dead ed il produttore di No More Heroes e Shadow of The Damned, Goichi Suda.
Un po' Horror, un po' B-Movie all'americana, tanta musica di qualità
Lollipop Chainsaw rappresenta un chiaro esempio di come sia possibile utilizzare al meglio cliché piuttosto abusati per confezionare un prodotto comunque fresco, divertente a mai troppo banale. Già perché a ben vedere, di veramente nuovo in Lollipop Chainsaw non c'é praticamente nulla. Eccezion fatta per alcune digressioni propedeutiche al gioco stesso, la trama e le situazioni riprendono i classici stilemi del genere horror degli anni ottanta, con una scelta stilistica a cavallo fra la cupa concezione “zombiniana” di George Romero e quella più sguaiata ed irriverente vista ne “L'armata delle Tenebre” di Sam Raimi, ed in cui trovano posto siparietti e situazioni degne dei ben più recenti -e leggeri- serial TV “Buffy” e “Supernatural” e della commedia americana tutta sesso ed equivoci.
Anche dal punto di vista prettamente concettuale ci troviamo di fronte ad un'impostazione di gioco piuttosto classica, basata su dinamiche riconducibili più ad un picchiaduro a scorrimento che non ad un action in terza persona, con la nostra ammiccante protagonista impegnata a fracassare le membra dei morti viventi che infestano la San Romero High School (riferimento davvero casuale?) ed a salvare i pochi sopravvissuti che incontrerà durante il proprio cammino, in attesa dell'altrettanto classico boss-fight che segnerà come da prassi anche il completamento del livello.
A rendere il gioco decisamente più imprevedibile intervengono infine alcune scelte stilistiche davvero azzeccate, capaci di rendere questo Lollipop Chainsaw un titolo sicuramente gradevole. In primis quella di stemperare gran parte della tensione del gioco sfruttando a dovere dialoghi dal tono decisamente ironico, battute a doppio senso e più in generale situazioni semiserie tipiche dei B-Movies.
Secondariamente, la scelta di affidarsi ad una colonna sonora di livello assoluto, che tra un classico Lollipop dei “The Chordettes” (che diventerà anche il vostro incubo peggiore visto che accompagnerà tutti i menu ed i vari shop che saranno reperibili nel corso dell'avventura), un ben più metallico The Way of the Fist dei “Five Finger Death Punch”, un intramontabile You Spin Me Round dei “Dead or Alive” ed un giovanile Rock N' Roll di “Skrillex”, non mancherà di allietare l'anima musicale di qualsiasi videogiocatore. Il tutto ben sapendo che il fattore musicale rappresenta anche una delle colonne portanti del gioco, vista anche la scelta di caratterizzare i cinque boss di fine livello affidandosi ad altrettanti generi ed icone del mondo musicale passato e recente.