Lord of the Rings Online: Shadows of Angmar
di
Volodia Pellegrini
TUTTO EBBE INIZIO CON LA CREAZIONE DEI GRANDI ANELLI
Nonostante sia ormai passata parecchia acqua sotto i ponti dall'opera cinematografica firmata Peter Jackson, il fenomeno Lord of the Rings continua a mantenere una certa attrattiva per un gran numero di fans, almeno dal punto di vista ludico. La Terra di Mezzo tolkeniana, con le sue popolazioni, le sue culture e i suoi monumenti sembra, in effetti, perfetta per ambientazioni di ogni genere di gioco, video e non. Allo stesso tempo, le frontiere del GdR di massa si sono aperte, e ai mondi fantasy tradizionali con capostipite il celebre Ultima si sono aggiunti prodotti e ambientazioni di indubbio valore come World of Warcraft, Dark Age of Camelot e Guild Wars e alla tipica ambientazione fantastica si sono aggiunte la fantascienza di Star Wars Galaxies e i supereroi di City of Heroes. Non c'è quindi da stupirsi se, finalmente, dopo una fase di sviluppo alquanto lunga e travagliata, passata anche per il rischio di una cancellazione del prodotto, le porte della Terra di Mezzo si sono aperte al gioco di ruolo online di massa.
L'inizio delle Ombre Di Angmar è quanto di più classico vi sia per un titolo del genere: mentre procede l'installazione si viene catapultati alla home page del server per compilare la registrazione inserendo i soliti dati su giocatore e account, nonché metodo di pagamento, terminato il setup, la funzione di update automatica rileverà, scaricherà e installerà la prima maxy-patch (800 mb!!!). Aggiornato il gioco potrete finalmente scegliere un server (ce ne sono di tedeschi francesi e inglesi, ma non di italiani) e creare il vostro personaggio. Le Ombre di Angmar è un gioco PvE, il che vuol dire che, a parte in un determinato posto di cui parleremo in seguito, i giocatori non possono scontrarsi fra loro,ma solo contro creature controllate dal computer. Notizia ancor più limitativa, si possono creare solo personaggi della fazione dei popoli liberi, per ora, il male non è contemplato, scelta che deluderà probabilmente molti giocatori (compreso il sottoscritto che già si sognava Goblin ed Esterling NdR).
Accettata più o meno volentieri questa scelta di produzione, bisogna comunque ammettere che le opzioni restano variabili: le razze giocabili, elfi, umani, nani e hobbith, presentano diverse sottocategorie ( Gli elfi possono essere di Lotlorien piuttosto che Granburrone, gli umani Gondoriani piuttosto che Raminghi e via così), le classi, pur presentando i classici guerrieri (tank), Hunter (danni a distanza), maghi (danni ad area), curatori (qui chiamati bardi). Presentano qualche scelta speciale come i capitani o le guardie scelte, limitate solo ad alcune razze. Ottimo il sistema di creazione del personaggio: simile a quello visto in oblivion, esso permette di scegliere sesso, colore della pelle, dei capelli, degli occhi, forma del viso e della bocca, stili e lunghezza dell'eventuale barba (no,le nane non hanno la barba!) e muscolatura. Il risultato è una combinazione estremamente varia di elementi fisici che difficilmente genereranno personaggi uguali (cosa che succede fin troppo spesso in World of Warcraft).
Restando nel tema visivo, graficamente le ambientazioni sono grandiose. Senza mezzi termini. La distanza visuale è notevole, alberi e colline sono resi perfettamente, villaggi e rovina si stagliano all'orizzonte brillando di dettagli, erba, fiori e acqua mostrano texture ed effetti veramente strabilianti (in particolar modo la riflessioni degli oggetti su stagni e fiumi). E' brutto però dover sottolineare come i modelli umani e animali stonino con la grandiosità dell'ambiente: piuttosto piatti nella texturizzazione, mancano di dettagli particolareggianti e mostrano l'espressività di un cartellone pubblicitario e sono un altalenare di pro e contro anche nelle animazioni, che, pur presentando una buona varietà di mosse, la rigidezza con cui vengono messe in atto fa pensare che si potesse dare una maggior leggerezza alle articolazioni dei modelli tridimensionali. Le cose migliorano di molto nei modelli dei giocatori, soprattutto nei dettagli e nella magnificenza di armi e armature, anche se la differenza tra gli splendidi paesaggi e i deludenti modelli si fa comunque sentire. Dal punto di vista sonoro spiccano le ottime musiche di sottofondo (alcune delle quali fanno un po' il verso a quelle della trilogia cinematografica) e i buoni suoni ambientali, poche ed ininfluenti, invece, le voci umane, difetto che, considerata la loro funzione marginale, non mina la buona impressione generale del comparto sonore del titolo.
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Per quanto concerne la giocabilità, Le Ombre di Angmar non si discosta dai canoni del genere, offrendo ai giocatori una serie di quest risolvibili in solitario o in party (ed è interessante come la collaborazione tra le classi generi bonus che migliorano le prestazioni di tutto il gruppo, l'esempio più facile è la presenza di un giocatore della classe "capitano"). La "storia" si svolgerà in parallelo alla vicenda principale dei film di Tolkien, incontrando a volte fasi secondarie della trama (fin dal prologo ci si è ritrovati a incontrare Nazgul impegnati a ispezionare la Contea). Istance & Dungeon non mancano (Moria su tutte) e le compagnie necessiteranno come sempre di una composizione mista delle varie classi per risultare efficaci al massimo (ma questi sono aspetti a cui tutti i giocatori di mmorpg sono abituati).
SI parlava in apertura del PVP, che, sebbene in piccola parte, è stato implementato.
Nel momento in cui il personaggio principale raggiunge il decimo livello, sarà possibile creare un secondo PG portabile al livello massimo di 50 , e questo PG sarà un mostro (archetto, ragno lupo mannaro eccetera). Creato il mostro, potrete entrare nella zona di Ettenmoors, dove vi sono quest e istance separate che attendono il vostro orco (o chi per esso). Anche personaggi "buoni" di livello 40 o superiore potranno però accedere alla zona e quindi scontrarsi con i giocatori impegnati in quel momento a portare avanti la loro creatura delle tenebre , generando un sistema PVP piuttosto semplificato ma che tuttavia non stona affatto nel quadro generale del prodotto.
Aspetto tecnico soddisfacente, tante quest, ambientazione tra le più famose della storia...ne Le Ombre di Angmar pare esserci tutto quello che serve a farlo entrare nell'olimpo del mmorpg, ma cosa lo frena? Innanzitutto la già criticata scelta di limitare il tutto ad una sola fazione (il monster play non è esattamente profondo come la controparte principale), in seguito, non si può non notare una certa omogeneità negli obiettivi delle quest, che potrebbe portare ad una generale omogeneità di contenuti, destinata a sconfinare nella ripetitività. Non manca inoltre una certa ripetitività di fondo, che a volte sfocia in problemi di stabilità nei server.
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Nonostante sia ormai passata parecchia acqua sotto i ponti dall'opera cinematografica firmata Peter Jackson, il fenomeno Lord of the Rings continua a mantenere una certa attrattiva per un gran numero di fans, almeno dal punto di vista ludico. La Terra di Mezzo tolkeniana, con le sue popolazioni, le sue culture e i suoi monumenti sembra, in effetti, perfetta per ambientazioni di ogni genere di gioco, video e non. Allo stesso tempo, le frontiere del GdR di massa si sono aperte, e ai mondi fantasy tradizionali con capostipite il celebre Ultima si sono aggiunti prodotti e ambientazioni di indubbio valore come World of Warcraft, Dark Age of Camelot e Guild Wars e alla tipica ambientazione fantastica si sono aggiunte la fantascienza di Star Wars Galaxies e i supereroi di City of Heroes. Non c'è quindi da stupirsi se, finalmente, dopo una fase di sviluppo alquanto lunga e travagliata, passata anche per il rischio di una cancellazione del prodotto, le porte della Terra di Mezzo si sono aperte al gioco di ruolo online di massa.
L'inizio delle Ombre Di Angmar è quanto di più classico vi sia per un titolo del genere: mentre procede l'installazione si viene catapultati alla home page del server per compilare la registrazione inserendo i soliti dati su giocatore e account, nonché metodo di pagamento, terminato il setup, la funzione di update automatica rileverà, scaricherà e installerà la prima maxy-patch (800 mb!!!). Aggiornato il gioco potrete finalmente scegliere un server (ce ne sono di tedeschi francesi e inglesi, ma non di italiani) e creare il vostro personaggio. Le Ombre di Angmar è un gioco PvE, il che vuol dire che, a parte in un determinato posto di cui parleremo in seguito, i giocatori non possono scontrarsi fra loro,ma solo contro creature controllate dal computer. Notizia ancor più limitativa, si possono creare solo personaggi della fazione dei popoli liberi, per ora, il male non è contemplato, scelta che deluderà probabilmente molti giocatori (compreso il sottoscritto che già si sognava Goblin ed Esterling NdR).
Accettata più o meno volentieri questa scelta di produzione, bisogna comunque ammettere che le opzioni restano variabili: le razze giocabili, elfi, umani, nani e hobbith, presentano diverse sottocategorie ( Gli elfi possono essere di Lotlorien piuttosto che Granburrone, gli umani Gondoriani piuttosto che Raminghi e via così), le classi, pur presentando i classici guerrieri (tank), Hunter (danni a distanza), maghi (danni ad area), curatori (qui chiamati bardi). Presentano qualche scelta speciale come i capitani o le guardie scelte, limitate solo ad alcune razze. Ottimo il sistema di creazione del personaggio: simile a quello visto in oblivion, esso permette di scegliere sesso, colore della pelle, dei capelli, degli occhi, forma del viso e della bocca, stili e lunghezza dell'eventuale barba (no,le nane non hanno la barba!) e muscolatura. Il risultato è una combinazione estremamente varia di elementi fisici che difficilmente genereranno personaggi uguali (cosa che succede fin troppo spesso in World of Warcraft).
Restando nel tema visivo, graficamente le ambientazioni sono grandiose. Senza mezzi termini. La distanza visuale è notevole, alberi e colline sono resi perfettamente, villaggi e rovina si stagliano all'orizzonte brillando di dettagli, erba, fiori e acqua mostrano texture ed effetti veramente strabilianti (in particolar modo la riflessioni degli oggetti su stagni e fiumi). E' brutto però dover sottolineare come i modelli umani e animali stonino con la grandiosità dell'ambiente: piuttosto piatti nella texturizzazione, mancano di dettagli particolareggianti e mostrano l'espressività di un cartellone pubblicitario e sono un altalenare di pro e contro anche nelle animazioni, che, pur presentando una buona varietà di mosse, la rigidezza con cui vengono messe in atto fa pensare che si potesse dare una maggior leggerezza alle articolazioni dei modelli tridimensionali. Le cose migliorano di molto nei modelli dei giocatori, soprattutto nei dettagli e nella magnificenza di armi e armature, anche se la differenza tra gli splendidi paesaggi e i deludenti modelli si fa comunque sentire. Dal punto di vista sonoro spiccano le ottime musiche di sottofondo (alcune delle quali fanno un po' il verso a quelle della trilogia cinematografica) e i buoni suoni ambientali, poche ed ininfluenti, invece, le voci umane, difetto che, considerata la loro funzione marginale, non mina la buona impressione generale del comparto sonore del titolo.
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Per quanto concerne la giocabilità, Le Ombre di Angmar non si discosta dai canoni del genere, offrendo ai giocatori una serie di quest risolvibili in solitario o in party (ed è interessante come la collaborazione tra le classi generi bonus che migliorano le prestazioni di tutto il gruppo, l'esempio più facile è la presenza di un giocatore della classe "capitano"). La "storia" si svolgerà in parallelo alla vicenda principale dei film di Tolkien, incontrando a volte fasi secondarie della trama (fin dal prologo ci si è ritrovati a incontrare Nazgul impegnati a ispezionare la Contea). Istance & Dungeon non mancano (Moria su tutte) e le compagnie necessiteranno come sempre di una composizione mista delle varie classi per risultare efficaci al massimo (ma questi sono aspetti a cui tutti i giocatori di mmorpg sono abituati).
SI parlava in apertura del PVP, che, sebbene in piccola parte, è stato implementato.
Nel momento in cui il personaggio principale raggiunge il decimo livello, sarà possibile creare un secondo PG portabile al livello massimo di 50 , e questo PG sarà un mostro (archetto, ragno lupo mannaro eccetera). Creato il mostro, potrete entrare nella zona di Ettenmoors, dove vi sono quest e istance separate che attendono il vostro orco (o chi per esso). Anche personaggi "buoni" di livello 40 o superiore potranno però accedere alla zona e quindi scontrarsi con i giocatori impegnati in quel momento a portare avanti la loro creatura delle tenebre , generando un sistema PVP piuttosto semplificato ma che tuttavia non stona affatto nel quadro generale del prodotto.
Aspetto tecnico soddisfacente, tante quest, ambientazione tra le più famose della storia...ne Le Ombre di Angmar pare esserci tutto quello che serve a farlo entrare nell'olimpo del mmorpg, ma cosa lo frena? Innanzitutto la già criticata scelta di limitare il tutto ad una sola fazione (il monster play non è esattamente profondo come la controparte principale), in seguito, non si può non notare una certa omogeneità negli obiettivi delle quest, che potrebbe portare ad una generale omogeneità di contenuti, destinata a sconfinare nella ripetitività. Non manca inoltre una certa ripetitività di fondo, che a volte sfocia in problemi di stabilità nei server.
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Lord of the Rings Online: Shadows of Angmar
7.5
Voto
Redazione
Lord of the Rings Online: Shadows of Angmar
Le Ombre di Angmar è un buon prodotto, indubbiamente. Non presenta grandi innovazioni al genere, ma in compenso porta una delle ambientazioni più amate di sempre nel mondo del gioco di massa, assicurandosi una buona fetta du pubblico. Nella sua programmazione non vi sono difetti eclatanti e il gioco funziona bene nella sua funzione di divertire ed immedesimare nel proprio personaggio. Gli manca il "quid" che lo potrebbe portare ai livelli di capolavoro assoluto, ma il tentativo è lodevole. Certo se la concorrenza non fosse così agguerrita (e non si parla solo di World of Warcraft ormai) vi sarebbero più motivi di spendere un nuovo canone mensile unito alla non indifferente spesa d'acquisto del titolo.