Lost Horizon

di Alessandro Cossu
Prima che dal film di Capra classe 1937 (e relativo remake di Jarrott), l'avventura che ci viene oggi proposta dalla Deep Silver prende spunto da un grande classico della letteratura, scritto da James Hilton nell'ormai lontano 1933 e che risponde al nome di...rullo di tamburi, "Lost Horizon".

Come accennato nell'anteprima di qualche tempo fa, gli autori di Secret Files hanno sfornato per noi una nuova avventura grafica, con forti richiami alla Germania di Hitler una manciata di anni prima dello scoppio della seconda guerra mondiale (ci troviamo a cavallo del 1936/1937), dove il nostro protagonista - un ex soldato Inglese di nome Paddock Fenton si mette sulle tracce di una spedizione archeologica misteriosamente scomparsa in Tibet. La missione però, molto rapidamente - come accade anche nel film a cui questo gioco si ispira - muta in una divertente ed avvicente ricerca di una mitica città dalle guglie d'oro conosciuta come “Schambala” e nella relativa scoperta di misteriosi manufatti dai poteri incommensurabili.

Naturalmente, visto il periodo storico nel quale ci troveremo a muoverci, i simpatici Nazisti faranno di tutto per metterci i bastoni fra le ruote, cercando in ogni modo di impossessarsi del frutto delle nostre - eventuali - scoperte.In effetti, la "scintilla"scatenante del gioco arriva dalla richiesta del governatore locale il cui figlio Richard - nostro carissimo amico, é appunto scomparso nella pieno spedizione sopra citata. Da questo pretesto, parte quindi quello che si rivelerà essere un vero e proprio viaggio attorno a mezzo globo, dal Tibet al Marocco, passando per la Cina, Berlino, l'Indonesia e il nord dell'Africa.



Fenton Paddock, nostro alter ego, condivide molti punti con l'Indiana Jones del cinema (visto anche decine di volte in tanti simulacri), ma ben presto, grazie al dipanarsi della trama,si scopre che ha un passato ricco e variegato,come un uomo spesso "martoriato" dalle circostanze,ma con l'animo di un benefattore, disciplinato da forti valori etici: la sua astuzia e la sua spavalderia nascondono infatti un grande cuore e un personaggio tanto generoso quanto autoironico.

La produzione, come già accennato, ruota attorno ai classici stilemi delle avventure grafiche, con un raffinato sistema “Punta & Clicca” coadiuvato dalla possibilità di utilizzare un'apposita icona presente sull'interfaccia che ci permette di evidenziare istantaneamente tutti i punti di interesse disponibili sulla mappa. Come da trend nei giochi di questo filone, il giocatore viene costantemente chiamato a combinare gli oggetti nell'inventario per poter superare questa o quella situazione. Non mancano poi sporadiche (molto sporadiche, in verità) sequenze d'azione dove si é chiamati a premete il tasto giusto al momento giusto come accadeva, per esempio, nell'ormai classico Dylan Dog Horror Luna Park. Per quanto concerne i dialoghi, i programmatori hanno scelto per noi un sistema di risposte multiple come potete vedere nelle foto sparse qui attorno; in effetti, tale sistema non sembra aver molto impatto sulla storia - se non quello di allungare ulteriormente i già frequentissimi dialoghi.



Abbiamo volutamente provato ogni possibile risposta per scoprire eventuali variazioni ma alla fine la storia (o la situazione nella quale ci siamo trovati) si é dipanata sempre nello stesso, identico modo, nonostante l'aggiunta di qualche frase ad hoc o di qualche brevissima animazione. I movimenti dei personaggi, nel complesso, ci sono sembrati fluidi e credibili e lo stesso dicasi per...le comparse,ovvero quei personaggi che vedremo in una singola occasione e mai più. Ampio respiro é stato dato, in particolare, ad un personaggio secondario, tale Kim, una donna dalle fattezze orientali che si rivelerà imprescindibile per lo svolgimento della storia.

L'interfaccia di gioco é stata creata per essere immediatamente fruibile per tutti, azzerando praticamente tutti i tempi morti; la freccia del nostro fido mouse ci indicherà quale tasto premere per avere maggiori info su quell'oggetto o su quella locazione; in basso a destra avremo sempre disponibile l'icona rivelatrice dei punti di interesse, il menù e le info. Sulla fascia di sinistra, invece, c'e' il pratico inventario, dal quale saremo costantemente chiamati a pescare a piene mani per superare le varie situazioni che ci troveremo ad affrontare, spesso ricorrendo alla combinazione di due o più oggetti. I frequentissimi dialoghi a risposta multipla saranno frequentemente la chiave per superare una situazione di stallo : peccato per l'eccessiva lunghezza di tali dialoghi, a volte al limite della noia.

Sul fronte strettamente tecnico ci troviamo di fronte ad un buon prodotto: i fondali dipinti a mano sono assolutamente gradevoli quando non sono bellissimi e i personaggi - anche se a tratti paiono legnosi, sono nel complesso creati in modo dignitoso e lo stile "fumettoso" adottato dai programmatori non mancherà di deliziare gli amanti del genere. Una nota di merito anche all'ottima colonna sonora, sempre azzeccata e mai invasiva. Inoltre, il sistema di salvataggio é completamente in mano all'utente, cosa questa che ci eviterà di ripetere situazioni particolarmente tediose.

In definitiva, ci troviamo di fronte alla più classica delle avventure grafiche che non ha alcuna pretesa, se non quella di divertire. A nostro parere, ci riesce. Quanto basta.