Lost Magic
di
Anziani e giovani saggi che detengono i poteri arcani della natura, una popolazione di mostri in fermento, maghe e stregoni da combattere o con cui allearsi.
E ancora: un fato avverso da sventare, un quattordicenne avventuriero di nome Isaac e le sue disgrazie, un mondo che chiede aiuto e reclama un suo personalissimo salvatore.
Difficilmente il racconto che fa da cornice a Lost Magic coinvolgerà qualcuno, vista l'abbondanza di luoghi comuni e, soprattutto, la debole amalgama delle vicende.
Nè tanto meno il reparto audiovisivo donerà scorci o pentagrammi degni di memoria (se da una parte il sobrio character/monster design può risultare apprezzabile, dall'altra, secondo il parere di chi scrive, l'accompagnamento musicale stenta a superare la soglia della modestia).
Detto questo, non inganni una simile premessa.
Perchè della game card in questione, anzitutto, colpisce in positivo il mix di generi proposto: strategico in tempo reale e gioco di ruolo di matrice nipponica, infatti, s'incontrano con efficienza in questo gioco Taito (distribuito in Europa da Ubisoft).
Insieme al concept, è altrettanto buono il richiamo alla componente tattile della macchina bi-schermo laddove si gestiranno con naturalezza ed intuitivamente sia le proprie truppe sia i simboli magici che andranno ovviamente disegnati su touch screen (per accedere alla "tavola" delle rune basterà tenere premuto L, rilasciando il tasto dorsale sinistro una volta tratteggiato correttamente l'incantesimo).
L'epopea di cui stiamo trattando ha invero un inizio lento (cadenzato da una serie di tutorial per così dire mascherati), ma si fa ludicamente più interessante allorchè tale "Master of the Curtain Mist" insegna ad Isaac come "concatenare" una runa con un'altra (ovverosia la tecnica Duo Rune).
Ed ecco che con il progredire dell'avventura sarà possibile combinare fra loro incantesimi di fuoco, acqua, vento, terra, luce e tenebra.
Per portare a compimento gli obiettivi posti dalle singole missioni (obiettivi quali la purificazione di Cristalli Mana, il dover sconfiggere tutti gli oppositori che deambulano in zona, la difesa di innocui civili o lo scontro all'ultimo incantesimo contro il boss di turno), occorrerà peraltro considerare lo scorrere del tempo e taluni portali magici che se non ostruiti continueranno a richiamare nemici.
Le proprie schiere, dal canto loro, non sono null'altro che mostri indeboliti in battaglia e poi catturati.
A tal proposito vi è senza dubbio l'esigenza di avere una truppa la più poliedrica possibile, che annoveri al suo interno esponenti dei diversi elementi naturali e delle diverse classi animalesche.
Anche gli "insoliti" militari saliranno di livello e potranno essere equipaggiati con appositi oggetti i quali, rinvenuti in forzieri, incrementeranno svariati parametri come ad esempio i punti ferita, la difesa magica, l'attacco e via discorrendo.
Va infine osservato quanto poco arguti siano i nostri sottoposti in taluni spostamenti: difatti essi sembrano avere qualche problema di troppo nell'evitare da sè determinati ostacoli allocati all'interno delle ambientazioni, cosicchè la loro locomozione andrà seguita dal giocatore con una certa attenzione.
In ultima istanza Lost Magic non può dirsi "per tutti", perchè alla lunga risulta ripetitivo e perchè delle volte sa toccare le corde della frustrazione.
Ma la sconfitta, anche se bruciante, quasi sempre nasconde un tacito invito a non demordere.
Un invito a cercare nella mischia, al prossimo tentativo, un approccio diverso rispetto a quello che ha avuto esito catastrofico.
E allora, scesi nuovamente in campo, si cambierà strategia (non occorre essere chissà quali strateghi, beninteso), si sarà più cauti e, possibilmente, si sceglieranno altri mostri da condurre all'agognata vittoria.
O magari, "vagabondando" per la mappa formato tavoliere (dove le caselle rappresentano le tappe del viaggio di Isaac), si andrà alla ricerca di preziosi punti-esperienza.
E ancora: un fato avverso da sventare, un quattordicenne avventuriero di nome Isaac e le sue disgrazie, un mondo che chiede aiuto e reclama un suo personalissimo salvatore.
Difficilmente il racconto che fa da cornice a Lost Magic coinvolgerà qualcuno, vista l'abbondanza di luoghi comuni e, soprattutto, la debole amalgama delle vicende.
Nè tanto meno il reparto audiovisivo donerà scorci o pentagrammi degni di memoria (se da una parte il sobrio character/monster design può risultare apprezzabile, dall'altra, secondo il parere di chi scrive, l'accompagnamento musicale stenta a superare la soglia della modestia).
Detto questo, non inganni una simile premessa.
Perchè della game card in questione, anzitutto, colpisce in positivo il mix di generi proposto: strategico in tempo reale e gioco di ruolo di matrice nipponica, infatti, s'incontrano con efficienza in questo gioco Taito (distribuito in Europa da Ubisoft).
Insieme al concept, è altrettanto buono il richiamo alla componente tattile della macchina bi-schermo laddove si gestiranno con naturalezza ed intuitivamente sia le proprie truppe sia i simboli magici che andranno ovviamente disegnati su touch screen (per accedere alla "tavola" delle rune basterà tenere premuto L, rilasciando il tasto dorsale sinistro una volta tratteggiato correttamente l'incantesimo).
L'epopea di cui stiamo trattando ha invero un inizio lento (cadenzato da una serie di tutorial per così dire mascherati), ma si fa ludicamente più interessante allorchè tale "Master of the Curtain Mist" insegna ad Isaac come "concatenare" una runa con un'altra (ovverosia la tecnica Duo Rune).
Ed ecco che con il progredire dell'avventura sarà possibile combinare fra loro incantesimi di fuoco, acqua, vento, terra, luce e tenebra.
Per portare a compimento gli obiettivi posti dalle singole missioni (obiettivi quali la purificazione di Cristalli Mana, il dover sconfiggere tutti gli oppositori che deambulano in zona, la difesa di innocui civili o lo scontro all'ultimo incantesimo contro il boss di turno), occorrerà peraltro considerare lo scorrere del tempo e taluni portali magici che se non ostruiti continueranno a richiamare nemici.
Le proprie schiere, dal canto loro, non sono null'altro che mostri indeboliti in battaglia e poi catturati.
A tal proposito vi è senza dubbio l'esigenza di avere una truppa la più poliedrica possibile, che annoveri al suo interno esponenti dei diversi elementi naturali e delle diverse classi animalesche.
Anche gli "insoliti" militari saliranno di livello e potranno essere equipaggiati con appositi oggetti i quali, rinvenuti in forzieri, incrementeranno svariati parametri come ad esempio i punti ferita, la difesa magica, l'attacco e via discorrendo.
Va infine osservato quanto poco arguti siano i nostri sottoposti in taluni spostamenti: difatti essi sembrano avere qualche problema di troppo nell'evitare da sè determinati ostacoli allocati all'interno delle ambientazioni, cosicchè la loro locomozione andrà seguita dal giocatore con una certa attenzione.
In ultima istanza Lost Magic non può dirsi "per tutti", perchè alla lunga risulta ripetitivo e perchè delle volte sa toccare le corde della frustrazione.
Ma la sconfitta, anche se bruciante, quasi sempre nasconde un tacito invito a non demordere.
Un invito a cercare nella mischia, al prossimo tentativo, un approccio diverso rispetto a quello che ha avuto esito catastrofico.
E allora, scesi nuovamente in campo, si cambierà strategia (non occorre essere chissà quali strateghi, beninteso), si sarà più cauti e, possibilmente, si sceglieranno altri mostri da condurre all'agognata vittoria.
O magari, "vagabondando" per la mappa formato tavoliere (dove le caselle rappresentano le tappe del viaggio di Isaac), si andrà alla ricerca di preziosi punti-esperienza.