Lost Planet 2
di
Sconvolgimento climatico
Chi di voi ha giocato il primo capitolo di Lost Planet ricorderà sicuramente, su tutto, l'ambientazione dello sparatutto in terza persona firmato da Capcom, Ghiaccio, freddo polare e immense distese innevate. Si, perché E.D.N. III era tutto fuorché un posticino ospitale, stretto tra la morsa del gelo e il pericolo degli akrid, enormi mostri alieni con l'aspetto estremamente simile ai nostro insetti. Ma nel futuro sceneggiato da Kieji Oguro la terra é ormai al collasso e l'umanità deve a tutto i costi trovare una nuova casa, se vuole sopravvivere. Se aggiungiamo poi che nelle vene degli akrid scorre l'EN-T, una preziosissima energia termica che fa gola a molti, capiremo immediatamente del perché incaponirsi nella colonizzazione di un pianeta tanto pericoloso.
A coordinare le operazioni vi é la NEVEC, organizzazione paramilitare, pronta a mettere in campo ogni tipo di tecnologia per sterminare gli akrid e i Pirati delle Nevi, un gruppo di dissidenti umani contrari alla politica di sfruttamento selvaggio del luogo. Sono passati dieci anni circa, e siamo sempre su E.D.N III. Qualcosa però é cambiato, al punto che la sua superficie ha subito enormi sconvolgimenti climatici andando a creare ambienti di diverso tipo, come deserti o foreste pluviali, lasciando comunque alcune zone completamente congelate. I pericoli sono sempre in agguato, sia per quanto riguarda i combattimenti tra fazioni umane e i sempre presenti akrid. Insomma, benvenuti in Lost Planet 2.
Con grosso carico di intenti e speranze Capcom ha fatto sapere, sin dai primi annunci, che l'intenzione della casa era quella di creare un'esperienza di gioco capace di migliorare la precedente sotto ogni punto di vista, sia nel single player che, soprattutto, nel multiplayer. Sono infatti due le anime del titolo, e provano a coesistere in un impianto di gameplay preso dal precedente Lost Planet e riveduto per essere reso godibile oggigiorno, vista la grande concorrenza che si trova ad affrontare un gioco simile nel panorama odierno. Armi futuristiche, enormi nemici da abbattere e un pizzico di strategia sono gli ingredienti messi nel calderone dalla casa nipponica nel tentativo di creare una ricetta capace di ammaliare. Impresa fattibile o complicata come la colonizzazione di E.D.N. III?
Ma non era più facile una maxi passata d'insetticida?
A dire la verità, anche la campagna in singolo mal cela l'intenzione di Capcom di dare vita ad una esperienza sostanzialmente da vivere in gruppo. Sin da subito il menù di gioco vi chiederà se vorrete giocare la storia principale da soli o in compagnia, creando una squadra formata da un massimo di quattro amici, sia che sfruttiate l'Xbox Live oppure che siate connessi grazie al più casereccio system link. Qualora foste irrimediabilmente soli, non dovrete fare altro che mettervi a giocare assieme a tre bot guidati dall'intelligenza artificiale (potreste anche giocare da soli, ma sarebbe un vero suicidio) che vi faranno da supporto. A dire la verità, però, le prime ore di gioco sembrano sottolineare un particolare interesse per le meccaniche in cooperativa a discapito della ricercatezza della trama di base, che pare uscirne un po' ridimensionata rispetto alla storia del primo Lost Planet. Basta comunque avere un po' di pazienza e andare avanti con gli episodi a disposizione per rendersi conto di un crescendo nei toni in cui non mancherà qualche colpo di scena, che naturalmente non andiamo ad anticiparvi. In ogni caso nulla di epocale, ma una storia che si segue con piacere, complice la scelta di far impersonare di volta in volta agli utenti differenti personaggi legati alle varie fazioni in campo.
Il gameplay rimane abbastanza limitato, concettualmente, allo sparare ai nemici e raggiungere determinati obiettivi, sebbene Capcom abbia cercato di vivacizzare un po' le cose inserendo particolari condizioni da soddisfare per aumentare il proprio punteggio che verrà conteggiato alla fine di ogni sezione. Distruggere determinati avversari o salvare ogni uomo della propria squadra sono solo singoli esempi di quel che dovremo fare, sebbene alla lunga il tutto si rivelerà mediamente ripetitivo. Sparare, saltare, correre e raggiungere posti soprelevati grazie ad un rampino e attivare le stazioni radio per visualizzare la mappa del luogo saranno le azioni principali da compiere, in un complesso che rinuncia abbastanza coraggiosamente a sfruttare il sin troppo abusato sistema di coperture figlio di Gears of War, lasciando così tutto in mano al puro movimento del giocatore.
Nel complesso il gameplay mostra un po' il fianco, non toccando mai apici di divertimento in nessuna delle sue parti, sebbene non si possa parlare di smaccati difetti (tranne qualche imprecisione del rampino), prendendo come scelta stilistica la lentezza nei movimenti dei nostri protagonisti. E dire che la quantità di armi ed equipaggiamenti utilizzabili é interessante, offrendo al giocatore un buon numero di strumenti d'offesa come fucili, mitra e granate di vario tipo, sebbene a spiccare siano sempre le unità Vital Suit, dei potenti mech che potremo guidare per fare terra bruciata attorno a noi. Più o meno grandi e dotati di armamenti pesanti, i Vital Suit potrebbero rivelarsi importantissimi per risolvere qualche complicata battaglia contro un akrid troppo cresciuto o una strenua resistenza di altri avversari umani. Considerate inoltre una discreta gamma di cannoni fissi e torrette difensiva da sfruttare e avrete chiaro che i modi per abbattere il nemico sono estremamente vari (compreso un attacco corpo a corpo) e interessanti.
Lost Hunter?
Come dicevamo in precedenza, non é un mistero che il team di sviluppo abbia voluto concentrare i propri sforzi sul lato multiplayer, sia per quanto riguarda la campagna principale che la possibilità di classico gioco online. Basti pensare che, seguendo la trama principale, alcuni passaggi risultano sin troppo complicati per un giocatore singolo anche a difficoltà “normale”, mentre le cose si facilitano enormemente con il semplice ingresso di un aiutante umano. I bot che ci faranno compagnia hanno infatti un'intelligenza artificiale nella media, mostrandosi talvolta un po' troppo lenti nelle reazioni, mentre le capacità “intellettive” dei nostri nemici sono andate di pari passo con l'aumento dell'opzione di difficoltà, arrivando ad essere estremamente temibili. Bisogna dire che l'impegno chiesto al giocatore é altalenante, passando da livelli facilmente superabili ad altri che richiederanno molti tentativi e diversi game over, sebbene avremo alcune possibilità di “rinascere” nel più classico dei respawn di scuola FPS online.
Da notare come le battaglie contro gli akrid più grossi (classe G) ricordano fortemente un'altro prodotto di mamma Capcom, cioé il pluripremiato Monster Hunter. L'azione combinata di quattro giocatori può creare interessanti spunti strategici come attirare il nemico in modo da renderlo vulnerabile alle spalle o magari mettersi a curare un compagno in difficoltà sparandogli addosso cellule d'energia EN-T (capace di rigenerare i punti vita), senza scordare l'ipotesi di riparare un Vital Suit ch nel frattempo starà rischiando di soccombere sotto il fuoco nemico. Tutte queste possibilità si fermano però davanti ad un certo livello di superficialità, non toccando mai l'eccellenza, fattore che limita un po' l'impatto della co-op.
Modalità abbastanza classiche anche per le partite online (compresa una buona personalizzazione del proprio personaggio), che si poggiano sulla possibilità di giocare in un massimo di 16 utenti e sfruttano modalità abbastanza classiche, dove si fanno segnalare “Uovo akrid”, una caccia a rubare più uova possibili, e “Fuggitivo”, una micidiale situazione in cui un solo combattente dovrà cercare di fuggire da tutti gli altri. Tutto funziona, non c'é dubbio, ma manca di quella scintilla d'innovazione e unicità che poteva far fare il salto di qualità al titolo,che rimane, complice una trama non perfetta e appunto un certo anonimato online, nel gruppo dei titoli “belli senz'anima”. Si, bello, perché tecnicamente Capcom ha saputo darsi da fare mettendo in piedi un impatto grafico di tutto rispetto, che riesce a dare il meglio di se con l'apparizione degli akrid più grandi, cattivissimi e agguerriti, sempre più simili agli aracnidi della saga letterario-cinematografica di Starship Troopers che sicuramente gli appassionati di fantascienza conosceranno. Bisogna anche dire che la scelta di creare ambientazioni abbastanza limitate nello spazio ha aiutato il lavoro dei programmatori, che comunque hanno dato una prova più che buona. Piacevole il sonoro, sebbene i temi musicali molto epici tendano un po' a ripetersi, e il doppiaggio inglese (tutti i testi sono però in italiano) non ci é sembrato sempre adatto alla situazione, mentre invece sono particolarmente godibili gli effetti sonori come colpi d'arma e ruggiti akrid.
Un titolo da tenere in considerazione per gli amanti della saga, soprattutto se aventi qualche amico con cui giocare in cooperativa. La stessa longevità risulterà segnata da questo fattore, al punto che, per qualcuno, giocare da soli avrà un ritmo un po' troppo snervante nel portarci al game over, vista anche la mancanza di punti di salvataggio durante le varie missioni. Un buon prodotto, ma probabilmente mancante del colpo di classe che gli avrebbe potuto permettere di reggere il passo con i mostri sacri più giocati online.
Chi di voi ha giocato il primo capitolo di Lost Planet ricorderà sicuramente, su tutto, l'ambientazione dello sparatutto in terza persona firmato da Capcom, Ghiaccio, freddo polare e immense distese innevate. Si, perché E.D.N. III era tutto fuorché un posticino ospitale, stretto tra la morsa del gelo e il pericolo degli akrid, enormi mostri alieni con l'aspetto estremamente simile ai nostro insetti. Ma nel futuro sceneggiato da Kieji Oguro la terra é ormai al collasso e l'umanità deve a tutto i costi trovare una nuova casa, se vuole sopravvivere. Se aggiungiamo poi che nelle vene degli akrid scorre l'EN-T, una preziosissima energia termica che fa gola a molti, capiremo immediatamente del perché incaponirsi nella colonizzazione di un pianeta tanto pericoloso.
A coordinare le operazioni vi é la NEVEC, organizzazione paramilitare, pronta a mettere in campo ogni tipo di tecnologia per sterminare gli akrid e i Pirati delle Nevi, un gruppo di dissidenti umani contrari alla politica di sfruttamento selvaggio del luogo. Sono passati dieci anni circa, e siamo sempre su E.D.N III. Qualcosa però é cambiato, al punto che la sua superficie ha subito enormi sconvolgimenti climatici andando a creare ambienti di diverso tipo, come deserti o foreste pluviali, lasciando comunque alcune zone completamente congelate. I pericoli sono sempre in agguato, sia per quanto riguarda i combattimenti tra fazioni umane e i sempre presenti akrid. Insomma, benvenuti in Lost Planet 2.
Con grosso carico di intenti e speranze Capcom ha fatto sapere, sin dai primi annunci, che l'intenzione della casa era quella di creare un'esperienza di gioco capace di migliorare la precedente sotto ogni punto di vista, sia nel single player che, soprattutto, nel multiplayer. Sono infatti due le anime del titolo, e provano a coesistere in un impianto di gameplay preso dal precedente Lost Planet e riveduto per essere reso godibile oggigiorno, vista la grande concorrenza che si trova ad affrontare un gioco simile nel panorama odierno. Armi futuristiche, enormi nemici da abbattere e un pizzico di strategia sono gli ingredienti messi nel calderone dalla casa nipponica nel tentativo di creare una ricetta capace di ammaliare. Impresa fattibile o complicata come la colonizzazione di E.D.N. III?
Ma non era più facile una maxi passata d'insetticida?
A dire la verità, anche la campagna in singolo mal cela l'intenzione di Capcom di dare vita ad una esperienza sostanzialmente da vivere in gruppo. Sin da subito il menù di gioco vi chiederà se vorrete giocare la storia principale da soli o in compagnia, creando una squadra formata da un massimo di quattro amici, sia che sfruttiate l'Xbox Live oppure che siate connessi grazie al più casereccio system link. Qualora foste irrimediabilmente soli, non dovrete fare altro che mettervi a giocare assieme a tre bot guidati dall'intelligenza artificiale (potreste anche giocare da soli, ma sarebbe un vero suicidio) che vi faranno da supporto. A dire la verità, però, le prime ore di gioco sembrano sottolineare un particolare interesse per le meccaniche in cooperativa a discapito della ricercatezza della trama di base, che pare uscirne un po' ridimensionata rispetto alla storia del primo Lost Planet. Basta comunque avere un po' di pazienza e andare avanti con gli episodi a disposizione per rendersi conto di un crescendo nei toni in cui non mancherà qualche colpo di scena, che naturalmente non andiamo ad anticiparvi. In ogni caso nulla di epocale, ma una storia che si segue con piacere, complice la scelta di far impersonare di volta in volta agli utenti differenti personaggi legati alle varie fazioni in campo.
Il gameplay rimane abbastanza limitato, concettualmente, allo sparare ai nemici e raggiungere determinati obiettivi, sebbene Capcom abbia cercato di vivacizzare un po' le cose inserendo particolari condizioni da soddisfare per aumentare il proprio punteggio che verrà conteggiato alla fine di ogni sezione. Distruggere determinati avversari o salvare ogni uomo della propria squadra sono solo singoli esempi di quel che dovremo fare, sebbene alla lunga il tutto si rivelerà mediamente ripetitivo. Sparare, saltare, correre e raggiungere posti soprelevati grazie ad un rampino e attivare le stazioni radio per visualizzare la mappa del luogo saranno le azioni principali da compiere, in un complesso che rinuncia abbastanza coraggiosamente a sfruttare il sin troppo abusato sistema di coperture figlio di Gears of War, lasciando così tutto in mano al puro movimento del giocatore.
Nel complesso il gameplay mostra un po' il fianco, non toccando mai apici di divertimento in nessuna delle sue parti, sebbene non si possa parlare di smaccati difetti (tranne qualche imprecisione del rampino), prendendo come scelta stilistica la lentezza nei movimenti dei nostri protagonisti. E dire che la quantità di armi ed equipaggiamenti utilizzabili é interessante, offrendo al giocatore un buon numero di strumenti d'offesa come fucili, mitra e granate di vario tipo, sebbene a spiccare siano sempre le unità Vital Suit, dei potenti mech che potremo guidare per fare terra bruciata attorno a noi. Più o meno grandi e dotati di armamenti pesanti, i Vital Suit potrebbero rivelarsi importantissimi per risolvere qualche complicata battaglia contro un akrid troppo cresciuto o una strenua resistenza di altri avversari umani. Considerate inoltre una discreta gamma di cannoni fissi e torrette difensiva da sfruttare e avrete chiaro che i modi per abbattere il nemico sono estremamente vari (compreso un attacco corpo a corpo) e interessanti.
Lost Hunter?
Come dicevamo in precedenza, non é un mistero che il team di sviluppo abbia voluto concentrare i propri sforzi sul lato multiplayer, sia per quanto riguarda la campagna principale che la possibilità di classico gioco online. Basti pensare che, seguendo la trama principale, alcuni passaggi risultano sin troppo complicati per un giocatore singolo anche a difficoltà “normale”, mentre le cose si facilitano enormemente con il semplice ingresso di un aiutante umano. I bot che ci faranno compagnia hanno infatti un'intelligenza artificiale nella media, mostrandosi talvolta un po' troppo lenti nelle reazioni, mentre le capacità “intellettive” dei nostri nemici sono andate di pari passo con l'aumento dell'opzione di difficoltà, arrivando ad essere estremamente temibili. Bisogna dire che l'impegno chiesto al giocatore é altalenante, passando da livelli facilmente superabili ad altri che richiederanno molti tentativi e diversi game over, sebbene avremo alcune possibilità di “rinascere” nel più classico dei respawn di scuola FPS online.
Da notare come le battaglie contro gli akrid più grossi (classe G) ricordano fortemente un'altro prodotto di mamma Capcom, cioé il pluripremiato Monster Hunter. L'azione combinata di quattro giocatori può creare interessanti spunti strategici come attirare il nemico in modo da renderlo vulnerabile alle spalle o magari mettersi a curare un compagno in difficoltà sparandogli addosso cellule d'energia EN-T (capace di rigenerare i punti vita), senza scordare l'ipotesi di riparare un Vital Suit ch nel frattempo starà rischiando di soccombere sotto il fuoco nemico. Tutte queste possibilità si fermano però davanti ad un certo livello di superficialità, non toccando mai l'eccellenza, fattore che limita un po' l'impatto della co-op.
Modalità abbastanza classiche anche per le partite online (compresa una buona personalizzazione del proprio personaggio), che si poggiano sulla possibilità di giocare in un massimo di 16 utenti e sfruttano modalità abbastanza classiche, dove si fanno segnalare “Uovo akrid”, una caccia a rubare più uova possibili, e “Fuggitivo”, una micidiale situazione in cui un solo combattente dovrà cercare di fuggire da tutti gli altri. Tutto funziona, non c'é dubbio, ma manca di quella scintilla d'innovazione e unicità che poteva far fare il salto di qualità al titolo,che rimane, complice una trama non perfetta e appunto un certo anonimato online, nel gruppo dei titoli “belli senz'anima”. Si, bello, perché tecnicamente Capcom ha saputo darsi da fare mettendo in piedi un impatto grafico di tutto rispetto, che riesce a dare il meglio di se con l'apparizione degli akrid più grandi, cattivissimi e agguerriti, sempre più simili agli aracnidi della saga letterario-cinematografica di Starship Troopers che sicuramente gli appassionati di fantascienza conosceranno. Bisogna anche dire che la scelta di creare ambientazioni abbastanza limitate nello spazio ha aiutato il lavoro dei programmatori, che comunque hanno dato una prova più che buona. Piacevole il sonoro, sebbene i temi musicali molto epici tendano un po' a ripetersi, e il doppiaggio inglese (tutti i testi sono però in italiano) non ci é sembrato sempre adatto alla situazione, mentre invece sono particolarmente godibili gli effetti sonori come colpi d'arma e ruggiti akrid.
Un titolo da tenere in considerazione per gli amanti della saga, soprattutto se aventi qualche amico con cui giocare in cooperativa. La stessa longevità risulterà segnata da questo fattore, al punto che, per qualcuno, giocare da soli avrà un ritmo un po' troppo snervante nel portarci al game over, vista anche la mancanza di punti di salvataggio durante le varie missioni. Un buon prodotto, ma probabilmente mancante del colpo di classe che gli avrebbe potuto permettere di reggere il passo con i mostri sacri più giocati online.