Lost Planet Extreme Condition
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Dopo aver entusiasmato il pubblico Xbox 360, Lost Planet raggiunge finalmente anche le sponde PC. Lost Planet cerca per certi versi di ricalcare quanto di buono già visto sulla console Microsoft, aggiungendo però una solida base narrativa e un impianto tecnologico in grado di competere anche con quel mostro sacro che risponde al nome di Gears of War. L'intero gioco prende vita sul pianeta ghiacciato di E.D.N. III, dove il nostro protagonista, Wayne combatte il potere della NEVEC, intenzionata a terraformare il pianeta eliminandone tutte le forma di vita esistenti.
Lost PLanet si presenta come uno sparatutto vecchia scuola, incentrato sull'azione incessante ma con alcune interessanti varianti. Prima fra tutte, l'utilizzo dei VS, particolari esoscheletri che potenzieranno la nostra capacità di fuoco e permetteranno il raggiungimento di punti altrimenti inaccessibili. La seconda variante è rappresentata, in un certo senso, dalla natura stessa del pianeta. In un mondo interamente ghiacciato è evidente che l'unica carta-moneta valida possa essere il calore. Wayne potrà assorbire il calore rilasciato dai nemici uccisi tamite un particolare dispositivo (chiamato armonizzatore) grazie al quale potrà convertire il calore accumulato in energia vitale, che andrà anche a rimpiazzare quella persa durante gli scontri a fuoco. L'energia accumulata, però, tenderà a disperdersi con l'andare del tempo, costringendo quindi il giocatore a focalizzare la propria attenzione sul raggiungimento degli obbiettivi prefissati senza ulteriori distrazioni.
Ne consegue che sebbene gli ambienti di gioco siano effettivamente molto vasti, la continua richiesta di fonti di calore impedirà al giocatore l'esplorazione fine a sé stessa. Niente free roaming, quindi, ma non è che questo sia il problema principale di Lost Planet. Dicevamo poc'anzi di come Lost Planet sia in fondo uno sparatutto vecchio stampo, ancorato a meccaniche collaudate e forse richiederebbero una certa "oliata". Si, perché se uno sparatutto ha nella scarsa qualità degli scontri il suo vero tallone d'Achille, è evidente che il gioco in questione possa risultare meno godibile di quello che sarebbe potuto essere con una cura maggiore nell'elemento principe dell'intera struttura di gioco. In Lost Planet, infatti, la deficitaria intelligenza artificiale avversaria non solo vi spianerà senza difficoltà alcuna la strada verso la vittoria finale (situata a meno di otto ore dall'inizio del gioco), ma vi costringerà a mettere in "OFF" ogni qualsiasi richiesta di materia grigia, dal momento che i vostri avversari vi si pareranno davanti a mò di carne da macello, pronti ad essere sacrificati sull'altare della superficialità.
Ogni missione di Lost Planet (undici, in totale) sarà formata sostanzialmente da due tronconi principali. La prima consiste nel percorrere (senza possibilità di deviazione alcuna), il percorso da punto A al punto B eliminando le centinaia di avversari che vi si pareranno di fronte (non solo umani, ma anche molti Akrid, il cui character design sembra uscito da "Starship Troopers), senza difficoltà alcuna. La seconda invece, vi chiede di affrontare il classico boss di fine livello, che vi impegnerà quel tanto che basta fino a scoprirne i punti deboli ed eliminarlo di conseguenza. Tutto il resto è noia.
Buona la variante rappresentata dai VS, che riescono a dare una discreta varietà nelle meccaniche di gioco, anche se per contro tendono a facilitare ulteriormente il nostro compito. Non di rado ci è capitato, infatti, di eliminare i VS avversari colpendoli da posizioni di tutta comodità senza alcuna reazione da parte di questi ultimi.
E si che l'abbiamo giocato con il livello di difficoltà più elevato disponibile. Discreta la varietà delle armi che si articolano tra quelle di stampo più classico (fucili di precisione, mitragliatori e via dicendo) ad altre di fattura più fantascientifica, come il fucile al plasma e laser, che potremo anche montare sui VS, dove le armi sono intercambiabili sui due bracci meccanici a nostra disposizione.
Data quindi la ripetitività dell'azione e la non brillante intelligenza artificiale avversaria, l'occhio ricade inevitabilmente sulla spettacolare realizzazione tecnica, che evidenza ulteriormente le ottime potenzialità grafiche della console Microsoft. Come se non bastassero le ambientazioni vastissime e l'elevato numero di poligoni coinvolto, arrivano anche le azzeccate scelte artistiche Capcom a regalarci protagonisti e avvarsari modellati e animati in maniera quantomeno realistica. In particolare sorprendono alcuni boss di fine livello, assolutamente mastodontici e ricoperti da texture dagli ottimi effetti grafici, senza per questo diminuire di un solo frame il lavoro dell'ottimo motore grafico studiato da Capcom. Le uniche pecche riscontrate risiedono in alcuni casi nell'abuso negli effetti di sfocature (motion blur) che tendono ad infastidire e un effetto fumo (peraltro ottimamente realizzato) che spesso tende a interporsi tra la telecamera e il nostro protagonista con il diretto risultato di far perdere al giocatore qualsivoglia punto di riferimento, lasciandolo spesso a sparare al vuoto. Buono anche il versante sonoro che si fa notare soprattutto per l'ottima recitazione degli attori digitali (la trama di Lost Planet è davvero di tutto rispetto e i filmati d'intermezzo sono imperdibili) e per gli effetti sonori. In secondo piano, invece, la colonna sonora, lasciata forse troppo in sottofondo nel mixaggio finale. Discreto infine il multiplayer che si segnala più per la confusione sullo schermo che non per l'effettiva qualità generale.
Lost Planet si conferma quindi per quello che avevamo già intravisto nelle demo uscite sul marketplace nei mesi passati, ovvero uno sparatutto onesto e diretto, anche se forse troppo teleguidato e reso troppo semplice da una qualsivoglia routine di intelligenza artificiale. Passi il voler riproporre un gameplay ormai impolverato, ma ci saremmo aspettati qualcosa in più dalla difficoltà di gioco orientato fin troppo verso il basso.
Lost PLanet si presenta come uno sparatutto vecchia scuola, incentrato sull'azione incessante ma con alcune interessanti varianti. Prima fra tutte, l'utilizzo dei VS, particolari esoscheletri che potenzieranno la nostra capacità di fuoco e permetteranno il raggiungimento di punti altrimenti inaccessibili. La seconda variante è rappresentata, in un certo senso, dalla natura stessa del pianeta. In un mondo interamente ghiacciato è evidente che l'unica carta-moneta valida possa essere il calore. Wayne potrà assorbire il calore rilasciato dai nemici uccisi tamite un particolare dispositivo (chiamato armonizzatore) grazie al quale potrà convertire il calore accumulato in energia vitale, che andrà anche a rimpiazzare quella persa durante gli scontri a fuoco. L'energia accumulata, però, tenderà a disperdersi con l'andare del tempo, costringendo quindi il giocatore a focalizzare la propria attenzione sul raggiungimento degli obbiettivi prefissati senza ulteriori distrazioni.
Ne consegue che sebbene gli ambienti di gioco siano effettivamente molto vasti, la continua richiesta di fonti di calore impedirà al giocatore l'esplorazione fine a sé stessa. Niente free roaming, quindi, ma non è che questo sia il problema principale di Lost Planet. Dicevamo poc'anzi di come Lost Planet sia in fondo uno sparatutto vecchio stampo, ancorato a meccaniche collaudate e forse richiederebbero una certa "oliata". Si, perché se uno sparatutto ha nella scarsa qualità degli scontri il suo vero tallone d'Achille, è evidente che il gioco in questione possa risultare meno godibile di quello che sarebbe potuto essere con una cura maggiore nell'elemento principe dell'intera struttura di gioco. In Lost Planet, infatti, la deficitaria intelligenza artificiale avversaria non solo vi spianerà senza difficoltà alcuna la strada verso la vittoria finale (situata a meno di otto ore dall'inizio del gioco), ma vi costringerà a mettere in "OFF" ogni qualsiasi richiesta di materia grigia, dal momento che i vostri avversari vi si pareranno davanti a mò di carne da macello, pronti ad essere sacrificati sull'altare della superficialità.
Ogni missione di Lost Planet (undici, in totale) sarà formata sostanzialmente da due tronconi principali. La prima consiste nel percorrere (senza possibilità di deviazione alcuna), il percorso da punto A al punto B eliminando le centinaia di avversari che vi si pareranno di fronte (non solo umani, ma anche molti Akrid, il cui character design sembra uscito da "Starship Troopers), senza difficoltà alcuna. La seconda invece, vi chiede di affrontare il classico boss di fine livello, che vi impegnerà quel tanto che basta fino a scoprirne i punti deboli ed eliminarlo di conseguenza. Tutto il resto è noia.
Buona la variante rappresentata dai VS, che riescono a dare una discreta varietà nelle meccaniche di gioco, anche se per contro tendono a facilitare ulteriormente il nostro compito. Non di rado ci è capitato, infatti, di eliminare i VS avversari colpendoli da posizioni di tutta comodità senza alcuna reazione da parte di questi ultimi.
E si che l'abbiamo giocato con il livello di difficoltà più elevato disponibile. Discreta la varietà delle armi che si articolano tra quelle di stampo più classico (fucili di precisione, mitragliatori e via dicendo) ad altre di fattura più fantascientifica, come il fucile al plasma e laser, che potremo anche montare sui VS, dove le armi sono intercambiabili sui due bracci meccanici a nostra disposizione.
Data quindi la ripetitività dell'azione e la non brillante intelligenza artificiale avversaria, l'occhio ricade inevitabilmente sulla spettacolare realizzazione tecnica, che evidenza ulteriormente le ottime potenzialità grafiche della console Microsoft. Come se non bastassero le ambientazioni vastissime e l'elevato numero di poligoni coinvolto, arrivano anche le azzeccate scelte artistiche Capcom a regalarci protagonisti e avvarsari modellati e animati in maniera quantomeno realistica. In particolare sorprendono alcuni boss di fine livello, assolutamente mastodontici e ricoperti da texture dagli ottimi effetti grafici, senza per questo diminuire di un solo frame il lavoro dell'ottimo motore grafico studiato da Capcom. Le uniche pecche riscontrate risiedono in alcuni casi nell'abuso negli effetti di sfocature (motion blur) che tendono ad infastidire e un effetto fumo (peraltro ottimamente realizzato) che spesso tende a interporsi tra la telecamera e il nostro protagonista con il diretto risultato di far perdere al giocatore qualsivoglia punto di riferimento, lasciandolo spesso a sparare al vuoto. Buono anche il versante sonoro che si fa notare soprattutto per l'ottima recitazione degli attori digitali (la trama di Lost Planet è davvero di tutto rispetto e i filmati d'intermezzo sono imperdibili) e per gli effetti sonori. In secondo piano, invece, la colonna sonora, lasciata forse troppo in sottofondo nel mixaggio finale. Discreto infine il multiplayer che si segnala più per la confusione sullo schermo che non per l'effettiva qualità generale.
Lost Planet si conferma quindi per quello che avevamo già intravisto nelle demo uscite sul marketplace nei mesi passati, ovvero uno sparatutto onesto e diretto, anche se forse troppo teleguidato e reso troppo semplice da una qualsivoglia routine di intelligenza artificiale. Passi il voler riproporre un gameplay ormai impolverato, ma ci saremmo aspettati qualcosa in più dalla difficoltà di gioco orientato fin troppo verso il basso.