M: Alieno Paranoia
di
Comunque, per sistemare a buon partito questi simpatici amici, ci basterà fare affidamento sul sistema di controllo di M, basato sulla pratica interazione di mouse e tastiera. Potremo, naturalmente, configurare i comandi a nostro piacimento, per rendere più facile la scelta delle azioni. M può camminare, rannicchiarsi, saltare e correre per raggiungere gli oggetti ed evitare gli ostacoli.
Ogni avversario ha bisogno di una appropriata tattica per essere battuto. Alcuni, per esempio, devono essere colpiti solo in determinati punti deboli, mentre per altri occorre un maggiore tempismo. In linea di massima, un colpo di laser bene assestato può dare un esito migliore, anche se un sonoro ceffone, talvolta, risolverà più adeguatamente la situazione. Per fortuna, non tutti gli abitanti del luogo mostreranno intenzioni ostili, anzi ci saranno utili per superare alcuni imprevisti.
Per esempio, il tartarusauro della palude, ghiotto di una particolare specie di frutta che cresce sul pianeta, può diventare per noi una specie di traghetto vivente. Basterà salirgli sul dorso, lanciargli un frutto in direzione del nostro obiettivo e, subito, il tartarusauro si muoverà per andare a mangiarselo. Facile, no? Non proprio.
Se dovessimo trovarci sguarniti di provviste nel bel mezzo della palude, la creatura spazientita si immergerà molto velocemente, trascinandoci con sé sul fondo, dove il contatto dell'acqua con i componenti elettrici del casco di M si rivelerà fatale per la sua salute...
Blood and gore? No, grazie!
Il bello dei videogiochi dove l'omicidio volontario dei nostri avversari (da qualunque flebile movente esso sia scatenato!) diventa una inevitabile costante, è quello di poter vedere la vittima di turno soffrire sotto i colpi ripetuti delle armi in dotazione. I programmatori di tutti quei prodotti noti per lo spargimento indiscriminato di sangue e budella, conoscono bene le perversioni dei loro futuri acquirenti e non disdegnano, dunque, di riempire la scena di effetti grandguignoleschi dal forte impatto grafico ed emotivo. Il tutto condito da urla inumane di straziante ferocia...
Ogni avversario ha bisogno di una appropriata tattica per essere battuto. Alcuni, per esempio, devono essere colpiti solo in determinati punti deboli, mentre per altri occorre un maggiore tempismo. In linea di massima, un colpo di laser bene assestato può dare un esito migliore, anche se un sonoro ceffone, talvolta, risolverà più adeguatamente la situazione. Per fortuna, non tutti gli abitanti del luogo mostreranno intenzioni ostili, anzi ci saranno utili per superare alcuni imprevisti.
Per esempio, il tartarusauro della palude, ghiotto di una particolare specie di frutta che cresce sul pianeta, può diventare per noi una specie di traghetto vivente. Basterà salirgli sul dorso, lanciargli un frutto in direzione del nostro obiettivo e, subito, il tartarusauro si muoverà per andare a mangiarselo. Facile, no? Non proprio.
Se dovessimo trovarci sguarniti di provviste nel bel mezzo della palude, la creatura spazientita si immergerà molto velocemente, trascinandoci con sé sul fondo, dove il contatto dell'acqua con i componenti elettrici del casco di M si rivelerà fatale per la sua salute...
Blood and gore? No, grazie!
Il bello dei videogiochi dove l'omicidio volontario dei nostri avversari (da qualunque flebile movente esso sia scatenato!) diventa una inevitabile costante, è quello di poter vedere la vittima di turno soffrire sotto i colpi ripetuti delle armi in dotazione. I programmatori di tutti quei prodotti noti per lo spargimento indiscriminato di sangue e budella, conoscono bene le perversioni dei loro futuri acquirenti e non disdegnano, dunque, di riempire la scena di effetti grandguignoleschi dal forte impatto grafico ed emotivo. Il tutto condito da urla inumane di straziante ferocia...