Magic: Spells of the ancients

di Redazione Gamesurf
"...insomma, una caduta di stile da parte della Microprose: un datadisk che non vale la cifra che costa... In questo modo finisce la recensione. Ok, sono stato scorretto, ma chi se ne frega?!?!? Perché l'ho fatto??? Perché mi andava, OK ?!?! Cosa??? Chi é che sarebbe un tipo nervoso??? NERVOSO IO??? SENTI FO#$*A TESTINA DI M#%A, NON TI DEVI PERMETTERE, HAI CAPITO??? HAI CAPITOOOOOOOOOO?!?!?!?!?!?!?!?!Ma adesso ricomponiamoci, spero di non avervi fatto una cattiva impressione; a proposito, lo sapevate che W. Harvey era un medico reale inglese che nel '600 fece i primi esperimenti sulla generazione non spontanea? Cosa c'entra con Magic? Nulla, é solo per farvi capire che sono una personcina di un certo spessore anche culturalmente parlando

Ma iniziamo ab ovo (risicate incolti!): giusto un anno fa, uscirono due giochi basati sul popolarissimo Magic, gioco di carte che vanta uno spaventoso numero di seguaci diffusi sul globo terrestre e anche alcuni a Cesenatico: un duello fra due maghi, a colpi di creature e artefatti che termina quando gli hit point di uno dei due scende a zero. Il primo di questi titoli era BATTLEMAGE, un aborto targato Acclaim, col CD verniciato male che impallava i lettori: un gioco che poteva essere definito un'incrocio tra Archon Ultra, rubamazzo e un simulatore di alitosi; per fortuna l'Acclaim si riprese cinque mesi dopo con il bellissimo e fin trooooppo sottovalutato CONSTRUCTOR (uno dei miei giochi preferiti di ogni tempo e di sicuro il miglior titolo del '97!!!
Altro che DUNGEON KEEPER e il petting!!! A proposito, visto che ho un problemucci con una missioncina per niente chiara, se ci fosse qualche animuccia gentile che mi offrisse una manina... insomma fatevi vivi! Slap, slap!!!). "MAGIC: THE GATHERING" era invece di casa Microprose (una software house secondo me parecchio in calo; non come la Psygnosis, ma comunque piuttosto sottotono rispetto a qualche tempo fa...), qui si potevano disputare duelli contro il computer a colpi di creature e artefatti, c'era poi la possibilità di editare il proprio mazzo e poco altro; ok, si poteva anche giocare a quel gioco di ruolo con visuale isometrica ma, sorvolando sulla grafica oscena, tutto si riduceva ad una serie di scontri a carte, al pari di quanto era possibile fare nella modalità Duel, a parte la possibilità di comprare e vendere carte ai mercati rionali del Regno manco fossero melanzane (e pensare che dietro tutto questo c'era quel buontempone del Sid "CIVILIZATION" Meyer, ma mi sa tanto che il nostro geniaccio si é impegnato più in GETTYSBURG) per non parlare dello scarso assortimento di carte, poco più di 400 (fra cui 12 vedono la luce proprio in questa edizione su computer; si tratta di un "Astral Set" composto da carte con valori e caratteristiche random, quindi impossibili da proporre sul gioco originale), quando ai tempi, fra set base ed espansioni, ce n'erano in circolazione già più di 2000, anche se alcune carte erano in realtà la stessa carta, ristampata con il nome differente o con una diversa illustrazione) e l'impossibilità di giocare contro un avversario umano (con tanto di manuale che prendeva per i fondelli l'acquirente dicendo che sarebbe stata presto disponibile una nuova versione che avrebbe incluso quella possibilità; ma vi rendete conto??? Quando l'ho letto, ero talmente nervoso che ho fatto rivestire l'Anna Falchi e l'ho mandata a casa in malo modo, piangeva, ovviamente poi mi sono sentito un verme... Poi la notizia é stata smentita ed é stato annunciato che la possibilità del gioco in multiplayer sarebbe stata inclusa in un semplice data-disk: beh, promesse da marinaio...)
Comunque il titolo si lasciava giocare, e aveva il merito di essere molto user-friendly anche per un illibato del gioco di carte: l'interfaccia era davvero azzeccata e il manuale risultava parecchio dettagliato (forse uno dei migliori che abbia mai visto. E il peggiore? Facile, quello del vecchio HOOK della Ocean: O-S.C-E-N-O!!!) e la riproduzione delle carte era davvero allo stato dell'arte..