Mario Party 7

di Davide Tognon
In un 2006 che si preannuncia avaro di uscite sul fronte cubico, quale periodo di transizione verso la nuova generazione di console, non manca tuttavia l'occasione per fare baldoria con Mario e la combriccola di amici. Essi ricevono un invito da parte di Mastro Toad (una sorta di "Grande Puffo" dei funghi) a prender parte ad una crociera intorno al mondo. Bowser, offeso perché tenuto estraneo all'iniziativa, non ci pensa due volte a mettere i bastoni fra le ruote per vendicarsi.
Ovviamente questo prologo serve come pretesto per scatenare la festa e la navigazione è il tema che permea l'intero gioco, a partire dai menù di selezione.
Le meccaniche di Mario Party 7 si ispirano ancora una volta ai giochi da tavolo, con particolare riferimento alla celebre oca: tabellone da percorrere mediante lancio di dadi, rischio di capitare in caselle favorevoli o meno, raggiungimento di una meta (la stella). Sostanzialmente, la partita a Mario Party 7 non differisce in maniera netta da quanto già visto nei capitoli passati; vi sono però delle piccole modifiche che contribuiscono a rendere più incerto ed imprevedibile ogni match. In un titolo a turni, contraddistinto da un ritmo altalenante, ogni espediente volto a tenere in bilico l'esito fino all'ultimo giova notevolmente al coinvolgimento, evitando che l'ombra della noia si allunghi sull'incontro.


Le palline, rinvenibili durante il percorso, sono il principale strumento per avvantaggiarsi o danneggiare gli avversari. Se ne riscontra una maggiore varietà rispetto al passato ed ogni personaggio può avvalersi, in certe situazioni, di un potere personalizzato. Trovando la giusta sferetta, ad esempio, Mario e Luigi sfoderano i proverbiali pugni infuocati, che sottraggono monete agli avversari. Le monete, come sempre, occorrono per acquistare le stelle o power-ups.
Così come le palline, anche la sezione dei malus, prerogativa indiscussa di Bowser, è stata ampliata. Più rilievo assumono i minigames imposti dal malefico re dei koopa, che possono interessare un solo malcapitato o l'intera schiera di giocatori. Trovano spazio sul tabellone anche i comprimari miniBowser, i quali si occupano essenzialmente di rimescolare le carte in tavola. Ogni cinque turni, inoltre, si scatena l'Ira di Bowser, evento che può comportare una semplice perdita di monete o arrivare perfino a sconvolgere le gerarchie. Il nutrito campionario di cattiverie eleva l'incertezza della gara.
I sei scenari presenti sono particolarmente differenziati l'uno dall'altro. Accantonata la divisione giorno/notte caratterizzante il sesto episodio, gli stage impongono approcci diversi alla partita, che stroncano sul nascere il rischio di ripetitività dei tabelloni e anzi talvolta favoriscono i colpi di scena. Ad esempio il Picco Pagoda consiste nella interminabile scalata di una montagna, verso la vetta ove è venduta la stella; cadute e salite repentine rendono molto pepata la competizione. Nel Borgo Mulino le stelle sono custodite nei mulini, e per impossessarsene è necessario fare versamenti sulla falsariga di una banca. Chi deposita più monete si aggiudica il prezioso contenuto, ma può al turno successivo vederselo sottrarre da un donatore più generoso.


Lo scopo del gioco è sempre servirsi di ogni mezzo per ottenere più stelle degli avversari. Al termine della sessione, vengono assegnate tre stelle supplementari a chi si è contraddistinto per peculiari meriti, un caso è chi ha fatto più ricorso alle palline. I parametri di attribuzione dei bonus cambiano ogni volta, rendendo quasi impossibile prevedere chi otterrà la supremazia fra gli amici del baffuto idraulico.
Oltre alla classica modalità principale, Mario Party 7 offre diverse occasioni di gioco alternative. Una novità è rappresentata dalla sfida a due giocatori, che si svolge sui medesimi tabelloni ma prevede per la vittoria obiettivi diversi. In questo settore è però sufficiente avere fortuna nei primi turni della tenzone per ipotecare il successo, rendendo la partita poco combattuta. Non può mancare una sezione riservata ai minigames, che consente di trascorrere qualche minuto in compagnia del passatempo preferito, o di cimentarsi in vere e proprie competizioni dedicate al tema. I minigiochi sono presenti in gran numero e, sebbene contraddistinti da grande semplicità (non potrebbe essere altrimenti, per soddisfare l'esigenza di accessibilità a tutti), qualititivamente fanno bella figura. Raramente si è chiamati ad esercitare una pressione frenetica sui tasti, in favore di un approccio leggermente ragionato.

Ancora una volta gli sviluppatori danno prova di fervida immaginazione: per un momento si è invitati ad impersonare un atleta di corsa ad ostacoli, un provetto pilota, un disperato fuggiasco, o magari un idraulico (doveroso in un titolo che brulica di citazioni Nintendo).
La modalità per otto players è sicuramente l'aspetto più originale di Mario Party 7. Essendo spesso i minigames tanto elementari da non pretendere più di una levetta e un tasto per la loro esecuzione, su un solo joypad possono trovare spazio due contendenti, uno con l'analogico e il dorsale L, l'altro con lo stick C e R. Una considerazione molto felice, che permette di allargare l'utenza senza dover ricorrere ad analoghi aumenti in materia di controllers. Essa trova applicazione in appositi minigiochi e perfino sui tabelloni, affrontabili da quattro squadre di due elementi ciascuna. La difficoltà di gestire un joypad in due e la generale supremazia delle prove per 4 competitori, limita in parte la portata di tale novità, da considerarsi comunque positiva.
Il comando vocale è stato più diffusamente implementato in questo capitolo. Ora può vantare almeno uno spazio proprio in ogni scenario, e oltre alle dispute uno contro tre vi si fa ricorso in vere e proprie gare d'abilità col microfono, per tutti. Purtroppo le difficoltà intrinseche al riconoscimento vocale restringono le possibilità di azione del dispositivo.

Infine, vi è la canonica opportunità di accumulare punti per sbloccare bonus di varia natura.
Il comparto audiovisivo non presenta migliorie dai predecessori. Trattandosi di un party game, la caratterizzazione azzeccata di immagini e musiche basta per far sorvolare sulle lacune tecniche del gioco, anche se una maggior volontà di miglioramento in questo senso sarebbe stata sicuramente gradita.
Per concludere, chi ha già fatto esperienza con Mario Party sa cosa aspettarsi da questo titolo: le innovazioni ci sono, ma non tali da cambiare la sostanza della saga. L'estraneo alle feste nel regno dei funghi deve tenerlo in considerazione qualora sia in cerca di una valido passatempo per un pomeriggio fra amici. Si potrebbe sintetizzare affermando che è il solito, vecchio, divertente Mario Party.