Mario Tennis
di
Improvvisamente il mondo dei videogiochi sembra essersi accorto dell'esistenza di altri settori da poter sfruttare in senso commerciale oltre ai picchiaduro, agli sparatutto 3D e ai giochi di guida, assoluti dominatori dell'ultima generazione di console. Una delle categorie tradizionalmente più snobbate dagli sviluppatori é quella del tennis, i cui fasti in campo videoludico (e in particolare modo consolistico) possono ricondursi ancor oggi all'indimenticato Super Tennis per Super NES. La grande N, fresca del buon successo ottenuto con Mario Golf, e per non essere da meno della ex rivale Sega, ha finalmente deciso di offrire al mondo la sua personale interpretazione dello sport più famoso in quel di Wimbledon, Inghilterra. Gli ingredienti per un successo annunciato ci sono tutti: lo stesso sviluppatore di Mario Golf (Camelot), un cast di personaggi semplicemente invidiabile (tutte le più importanti mascotte del mondo Nintendo) e una tradizione in campo videogame che non conosce passi falsi dalla notte dei tempi.
POCHI MA (MOLTO) BUONI
E' ormai una convinzione largamente diffusa quella che vede il Nintendo 64 sprovvisto di titoli e abbandonato a se stesso. Se questa affermazione può trovare una base di verità nella ludoteca di questa console (ristretta per lo scarso supporto delle terze parti e per le note difficoltà imposte dal formato cartuccia), cade miseramente qualora prendiamo in esame il contenuto medio, inteso come giocabilità e longevità, di un gioco per Nintendone. Mario Tennis ne é il tipico esempio: diverse le modalità di gioco, i personaggi da scegliere, segreti da sbloccare e bonus da raggiungere, ulteriormente arricchiti dal supporto al multiplayer per quattro giocatori in contemporanea e a una profondità semplicemente entusiasmante. Come già si era visto lo scorso anno nel caso di Mario Golf, i Camelot hanno come "pallino" quello di programmare i loro titoli (in particolar modo quelli sportivi) partendo da un engine fisico/dinamico credibile e realistico, pur concedendo i massimi favori alle tanto amate influenze arcade
Mario Tennis non fa ovviamente eccezione, dimostrando un'attinenza strategico/tattica allo sport reale che non si può prevedere osservando le foto o facendosi distrarre dai personaggi tenerosi. Vincere nel gioco Camelot significa, innanzi tutto, assimilare il sistema di controllo (semplice all'apparenza, ma ostico da padroneggiare a fondo) e le caratteristiche di ognuno dei 14 personaggi presenti, ovviamente dotato del giusto rapporto di qualità/difetti necessario a equilibrare il gameplay. Si va dal duo protagonista Mario/Luigi, perfetto in quasi tutte le condizioni di gioco, al velocissimo Yoshi per giungere all'ingombrante ma potentissimo Bowser, tennista più adatto a chi vuole impostare il gioco sulle classiche "bombe" da fondo campo. La conoscenza approfondita dei personaggi ha il doppio obbiettivo di permettere un migliore apprendimento dello schema di gioco e un più facile superamento degli avversari guidati dalla CPU, che mostrano un'Intelligenza Artificiale semplicemente maligna. Vista l'importanza ricoperta dalla fisica della pallina e dalla nostra posizione sul campo, é quindi necessario spendere le classiche prime ore di prova con la modalità Exhibition, che dà a tutti i novizi del tennis o di Mario (o di entrambe le categorie) la possibilità di familiarizzare con il prodotto Camelot
POCHI MA (MOLTO) BUONI
E' ormai una convinzione largamente diffusa quella che vede il Nintendo 64 sprovvisto di titoli e abbandonato a se stesso. Se questa affermazione può trovare una base di verità nella ludoteca di questa console (ristretta per lo scarso supporto delle terze parti e per le note difficoltà imposte dal formato cartuccia), cade miseramente qualora prendiamo in esame il contenuto medio, inteso come giocabilità e longevità, di un gioco per Nintendone. Mario Tennis ne é il tipico esempio: diverse le modalità di gioco, i personaggi da scegliere, segreti da sbloccare e bonus da raggiungere, ulteriormente arricchiti dal supporto al multiplayer per quattro giocatori in contemporanea e a una profondità semplicemente entusiasmante. Come già si era visto lo scorso anno nel caso di Mario Golf, i Camelot hanno come "pallino" quello di programmare i loro titoli (in particolar modo quelli sportivi) partendo da un engine fisico/dinamico credibile e realistico, pur concedendo i massimi favori alle tanto amate influenze arcade
Mario Tennis non fa ovviamente eccezione, dimostrando un'attinenza strategico/tattica allo sport reale che non si può prevedere osservando le foto o facendosi distrarre dai personaggi tenerosi. Vincere nel gioco Camelot significa, innanzi tutto, assimilare il sistema di controllo (semplice all'apparenza, ma ostico da padroneggiare a fondo) e le caratteristiche di ognuno dei 14 personaggi presenti, ovviamente dotato del giusto rapporto di qualità/difetti necessario a equilibrare il gameplay. Si va dal duo protagonista Mario/Luigi, perfetto in quasi tutte le condizioni di gioco, al velocissimo Yoshi per giungere all'ingombrante ma potentissimo Bowser, tennista più adatto a chi vuole impostare il gioco sulle classiche "bombe" da fondo campo. La conoscenza approfondita dei personaggi ha il doppio obbiettivo di permettere un migliore apprendimento dello schema di gioco e un più facile superamento degli avversari guidati dalla CPU, che mostrano un'Intelligenza Artificiale semplicemente maligna. Vista l'importanza ricoperta dalla fisica della pallina e dalla nostra posizione sul campo, é quindi necessario spendere le classiche prime ore di prova con la modalità Exhibition, che dà a tutti i novizi del tennis o di Mario (o di entrambe le categorie) la possibilità di familiarizzare con il prodotto Camelot