Mark Ecko's Getting Up: Content Under Pressure

di Andrea Casetti
In un'epoca, quella contemporanea, in cui capita sempre più spesso di vedere personaggi improvvisarsi alle prese in attività non di loro competenza (piloti di moto che gareggiano con auto da rally o si esibiscono in test a bordo di monoposto da Formula 1, calciatori che si inventano cantanti, giornalisti che si trasformano in opinionisti...) riscuotendo in alcuni casi anche un discreto successo, spicca un certo Marc Ecko, stilista e al comando della Ecko Unltd, che si è cimentato nella duplice veste di ideatore di un videogioco e promotore dell'arte di strada: i graffiti. Ed è dopo lunghi anni di rielaborazioni e intuizioni che ha preso forma questo Mar Ecko's Getting Up: Contents Under Pressure (d'ora in poi abbreviato in GU), che si distingue dalla massa per l'essere riuscito a proporre un gameplay solido e ben variegato, accompagnato da una trama d'autore.


Pugno di ferro
Getting Up narra dell'ascesa al potere di un sindaco dai modi intransigenti, diventato primo cittadino di New Radius, una città che potrebbe essere definita come la New York delle prossime ore. La prima espressione dell'intransigenza del nuovo sindaco si manifesta nella lotta contro la più diffusa espressione artistica contemporanea: i murales. A tal fine è stato messa insieme una vera e propria task force, la CCK, con l'obiettivo dichiarato di rendere la vita impossibile a chi passa il tempo libero imbrattando i muri cittadini. A coadiuvare il lavoro svolto dagli agenti ci penseranno le numerose telecamere piazzate nei punti cruciali al fine di mantenere sotto controllo la situazione cittadina.
Le reazioni, come ogni ordinanza che si rispetti, si spaccano in due: da un lato i cittadini sono particolarmente soddisfatti (e collaboreranno con la polizia qualora vedessero un graffitaro in flagranza di reato), mentre gli artisti di strada vedono la norma come una vera e propria negazione della libertà di espressione.
A questo punto interviene il protagonista del gioco, un anonimo Trane che decide di farsi strada tra i divieti per dare sfogo alla sua soffocata libertà di espressione, costruendosi dal nulla una reputazione e guadagnando la stima di colleghi e leggende del settore. La trama del gioco risulta essere, sin dalle prime battute, ispirata e ben coadiuvata dall'aspetto cinematografico delle scene d'intermezzo, che altro non fanno che calare perfettamente il giocatore nei panni del personaggio. L'effetto è tale da dover raccomandare di non imitare Trane nella vita contemporanea in quanto la realizzazione di graffiti è perseguibile dalla legge.

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Gameplay ibrido
Questo Getting Up rientra nel genere d'azione 3D, condito da molto più di un pizzico dei combattimenti corpo a corpo visti in The Warriors e dalle acrobazie con le quali la famosissima Lara ci ha deliziati per tanti anni. I livelli, infatti, si compongono di obiettivi principali (da assolvere tassativamente) che consistono nel raggiungere luoghi tanto inaccessibili quanto visibili da tutti, ove lasciare la propria firma. Per raggiungere tali postazioni Trane dovrà far sfoggio di abilità di arrampicatore non indifferenti, rese tutt'altro che frustranti da un sistema di controllo intuitivo, tanto da perdonare errori di valutazione anche non proprio trascurabili. Una volta realizzata l'opera d'arte (essenzialmente un graffito prodotto dalla vostra bomboletta) potrete esibirvi in esplorazioni delle ristrette aree alla ricerca di potenziamenti per i vostri strumenti artistici, brani musicali nascosti, nonché obiettivi secondari (prontamente celati dagli autori) che consistono sostanzialmente nelle sfide free form, ovvero sfide contro il tempo armati di poster, pennarelli, stencils e adesivi. Ciascuna di tali realizzazioni verrà premiata da punti reputazione che, tra le altre cose, terranno conto delle dimensioni della figura, il tempo impiegato e l'eventuale sgocciolamento (che ovviamente sarà interpretato come una penalizzazione).

Tra Rocky e Snake
Come precedentemente detto, tuttavia, la realizzazione di graffiti è poco ben vista dalle forze dell'ordine e, per questo motivo, dovrete destreggiarvi sfoggiando abilità stealth alla Snake, oppure affrontarli nello stile caratteristico dei vari personaggi conosciuti in The Warriors. Nel caso abbiate optato per la seconda, avrete a disposizione tutta una serie di oggetti contundenti improvvisati (ad esempio mazze da baseball, coperchi di bidoni dell'immondizia, assi di legno e palle da basket) ciascuno dei quali associato a una sorta di barra energetica che ne esprime il livello di salute.
Il sistema di combattimento è piuttosto ben congeniato (anche se vi capiterà di tanto in tanto di trovarvi appesi a un muro durante uno scontro a suon di pugni), con tanto di evoluzione delle vostre abilità man mano che progredirete nella storia principale, sbloccando così nuove e più potenti combo. Tuttavia il livello di difficoltà si manterrà pressoché costante grazie alla resistenza dei vostri opponenti, che andrà via via aumentando. Peccato solo per alcune lacune nell'intelligenza artificiale dei nemici, capaci di dimenticarsi letteralmente di voi nel caso spariate dalla loro vista per un istante, anche se poco prima eravate impegnati in un incontro nel classicissimo stile Rocky.

Tecnica & affini
Purtroppo l'IA non è l'unico difetto del prodotto Atari, palesemente affetto dalla una strana sindrome del comparto audio, che si manifesta in una fastidiosa incoerenza e ripetitività delle battute degli avversari. Va tuttavia detto che i dialoghi sono l'aspetto meno convincente di un comparto audio capace di sfoggiare una colonna sonora davvero notevole, con l'inserimento di brani famosi quanto appropriati. Anche la grafica si esibisce in chiaroscuri notevoli: se da un lato le animazioni del protagonista sembrano davvero ben fatte, dall'altro le textures e il livello di dettaglio generale lasciano l'amaro in bocca, senza contare la monotonia non solo cromatica delle ambientazioni, il tutto condito da alcuni rallentamenti talvolta davvero palesi. Chiudono un quadro comunque convincente le inclusioni d'autore, come i famosi graffiti di oltre 50 artisti metropolitani e le sei leggende rispondenti ai nomi di Cope 2, Futura, Obey: Shepard Fairey, Seen, Smith e T-Kid. In conclusione questo Mar Ecko's Getting Up: Contents Under Pressure convince appieno grazie a un gameplay davvero ben congeniato e a una varietà d'azione che diventa sinonimo di coinvolgimento e intrattenimento. Se solo la realizzazione tecnica fosse stata all'altezza, saremmo qui a parlare di un titolo davvero imperdibile.

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