Martian Gothic Unification

di Redazione Gamesurf
I modelli dei personaggi hanno anatomie voluminose e realistiche, sono più complessi della media, anche se le texture di volti ed abiti lasciano un po' a desiderare, come nel resto del gioco. Il motivo per cui i protagonisti non possono stare insieme all'interno della base é assolutamente valido, ma non ve ne accenneremo in questa sede per non togliervi il piacere di scoprirlo da soli
UNO E TRINO - IL SISTEMA DI GIOCO
In Martian Gothic sono disponibili fin dall'inizio tre personaggi controllabili a piacimento: i Matlock, Kenzo e Karne di cui abbiamo parlato poco fa. Con il tasto select possiamo passare dall'uno all'altro in qualsiasi momento, o meglio, dobbiamo passare dall'uno all'altro, visto che il lavoro d'equipe é fondamentale per la soluzione degli enigmi. I nemici spaziano dai soliti zombi che lentamente prosciugano le nostre riserve vitali attraverso la giugulare, alle orribili creature trimorfe che ci fanno letteralmente a brandelli, quindi, da evitare il più accuratamente possibile. Per la maggior parte del tempo, comunque, dovremo cercare chiavi, accessori, registrazioni e altri indizi per far funzionare i macchinari in avaria o accedere a MOOD, l'intelligenza artificiale della base, che non può (o non vuole...) dirci come si sono svolti i fatti. La trama non é lineare e non é scontata, quindi per un bel pezzo continueremo a fare ipotesi senza avere nessuna certezza, il che aiuta certamente a tenere vivo l'interesse nell'esplorazione. Alla fine non verremo delusi perché, come forse si é capito, questo gioco ha lo spessore di un romanzo e lo dimostrerà con il fluire degli accadimenti. L'unico reale difetto di questo titolo é il controllo dei personaggi e la sua difficoltà intrinseca. I personaggi hanno sì movenze estremamente realistiche, probabilmente catturate da modelli in carne ed ossa, ma sono anche lenti, molto lenti. Matlock, Kenzo e Karne si girano su se stessi come girerebbe una persona reale, ma questo può seccare l'avventuriero più sbrigativo, attento più alla velocità dell'azione che al suo realismo