Marvel vs Capcom Infinite

di Simone Rampazzi

Quando si parla di Marvel vs. Capcom bisogna fermarsi, fare un respiro profondo, e cominciare a pensare che si parla di un crossover vecchio almeno dieci anni. Basti pensare che la sua prima opera, uscita nel lontano 1996, vedeva gli X-Men combattersi in arene tematiche sfruttando un sistema di tag team-based combat con grafica 2D.

Capcom aveva probabilmente scoperto un pozzo senza fondo pronto a riscuotere un discreto successo, complice sicuramente il fatto che i mutanti provenienti dal mondo Marvel potessero scontrarsi con altrettanti combattenti appartenenti, invece, ad altri giochi della stessa software house.

Dopo i primi due capitoli, interamente dedicati a Street Fighter, non tardarono in seguito ad arrivare altri personaggi degni di nota, come Morrigan, Mega Man, Strider Hiryu e molti altri ancora. Più i franchise Capcom aumentavano, più il titolo acquistava combattenti pronti a scendere in campo per vincere contro l’avversario (o squadra) di turno.

Oltre ai dettagli suddetti, la vera evoluzione del brand si è maggiormente notata nello sviluppo delle sue meccaniche di gioco, il quale è oggi arrivato al capitolo Infinite aggiungendo qualcosa di nuovo senza rinunciare necessariamente a ciò che ha funzionato in passato.

Multiverso non ti temo!

La storia di Infinite non è certo stata scritta per impressionare il giocatore con qualcosa di indimenticabile, ma prende liberamente spunto da numerosi eventi e situazioni ormai consolidate nel mondo della Casa delle Idee, primo fra tutti quello del multiverso fuso tra diverse realtà.

I giocatori si trovano infatti a combattere una guerra contro Ultron/Sigma, creatura robotica che vuole eliminare la vita organica per crearne una perfetta a sua immagine e somiglianza. Come può riuscire a farlo? Acquisendo chiaramente il potere delle Gemme dell’Infinito, potenti pietre preziose in grado di cambiare l’universo se possedute tutte dallo stesso individuo.

Ad essere sinceri questa storia, o almeno una parte, ha fatto già la sua comparsa nel brand (precisamente nel capitolo Marvel Super Heroes) ma ciò che viene aggiunto oggi cerca di rendere l’ambientazione dell’avventura più diversificata, dato che avremo la possibilità di andare in giro per diversi mondi ognuno avente una caratteristica ben precisa.

Partendo da Xgard, essenzialmente una forma di Asgard corrotta dalla tecnologia, il giocatore affronta diversi scontri nei mondi più disparati incontrando anche diversi personaggi chiave del roster presente nel gioco, ognuno mandato in avanscoperta al fine di scoprire (o mettere in atto) il modo di fermare la corruzione robotica di Ultron/Sigma.

Si potrà visitare la radiosa Valkanda, mondo desertico popolato da bestie pericolose creato dalla fusione del Wakanda con Monster Hunter, senza rinunciare ad una piacevole infiltrazione nella A.I.M.brella, società dove M.O.D.O.K sta cercando il modo di trasformare le persona in B.O.W.s. ovvero delle armi biologiche simili a zombie contaminati dal simbionte di Venom.

Come detto in partenza niente di troppo originale e sconvolgente, considerata anche la durata della storia con relativa conclusione, ma comunque un modo come un altro per bypassare il tutorial e comprendere meglio le nuove meccaniche legate all’uso delle gemme del potere durante il combattimento.

Mena come un fabbro

Oltre all’ormai reiterato sistema di comandi, con relativi attacchi votati principalmente al concatenamento delle combo utilizzabili da ogni personaggio, Infine aggiunge a tutti gli effetti una vera e propria caratteristica aggiuntiva da sfruttare nel combattimento, ovvero le Gemme del Potere.

Come ogni fan marveliano sa, le gemme sono sei e si differenziano per la loro area di influenza su un particolare potere. Gli sviluppatori del gioco si sono concentrati sul permettere ai giocatori di attingere ad un determinato potere, scegliendo la gemma apposita a inizio scontro, che potrà essere attivato riempiendo la relativa barra di Infinity Surge posta di fianco a quella delle super mosse.

Oltre al potere della gemma è possibile sfruttare l’Infinity Storm, essenzialmente uno status attivabile ad un passo dalla morte in grado di potenziare il nostro personaggio, evitando una spiacevole disfatta.

Abbiamo trovato interessante anche l’idea di cambiare il sistema di sostituzione dei combattimenti (tag), adesso molto più reattivo che in passato ed utilizzabile, nei modi più creativi, al fine di realizzare notevoli ed efficaci combo letali. Il livello di difficoltà sposta l’asticella a seconda dei personaggi utilizzati, come in passato, anche se è importante sottolineare che pure il giocatore inesperto può trovare una propria dimensione all’interno del gioco, evitando spiacevoli frustrazioni al seguito di un sistema troppo complesso.

Il gioco offre inoltre uno stimolante sistema di missioni dedicate ad ogni personaggio all’interno della modalità Addestramento, utilissime per imparare i basamenti del gioco insieme alle diverse sfaccettature che ogni personaggio ha da offrire al gameplay.

La soddisfazione di scontrarsi con altri avversari si manifesta non soltanto nella funzione offline, dove potete sfidare i vostri amici all’interno dell’ambiente domestico, ma anche in quella online, dove il comparto sembra funzionare bene, nonostante qualche piccolo problema di latenza, offrendoci la possibilità di prendere parte a match classificati e non.

Bello bello, ma non in modo assurdo!

Per quanto concerne il comparto prettamente tecnico del gioco, bisogna ammettere che Capcom è riuscita a sfruttare doverosamente le potenzialità hardware della console di casa Sony, mettendo in scena uno spettacolo per gli occhi che vede la sua realizzazione massima negli effetti visivi legati alle abilità dei personaggi.

Tolti i filmati visibili nella modalità storia, che veramente potrebbero comporre un piccolo film d’animazione con un po' di messe appunto qua e là, gli elementi che ci hanno fatto storcere il naso si manifestano nei dettagli, soprattutto quando i personaggi vengono inquadrati in primo piano durante le cutscene in grafica del gioco. Alcuni modelli sono poco dettagliati, privi di quell’attenzione che poteva sicuramente fare di più in questo senso (il pellame di Rocket Racoon è imbarazzante). Sotto il profilo del framerate, quantomeno, tutto funziona doverosamente senza noiosi rallentamenti o cali al proprio seguito.

Anche la colonna sonora non brilla in termini di qualità, regalandoci a tutti gli effetti un accompagnamento musicale di contesto utile a rendere gli scontri un pelo più entusiasmanti. Nota di merito per il doppiaggio in lingua inglese, a nostro avviso curato nei dettagli vista la presenza di doppiatori già identificati per alcuni personaggi.