Mass Effect 2

di Davide Ottagono
In questa generazione di kolossal e idoli cinematografici, ci sono saghe che non hanno bisogno di presentazioni, e Mass effect é una di queste. Ci limitiamo a dire che si tratta semplicemente di uno dei più grandi lavori che mamma Bioware ha portato sulle nostre attuali piattaforme, ricalcando le imprese storiche della software house stessa ed ispirandosi a sua volta ad altre saghe (videoludiche e non) che hanno fatto la storia, trasportandoci in quello che ad oggi può essere considerato l'universo fantascientifico per eccellenza. Ora tutto questo é finalmente anche sulle nostre Playstation 3.



Sono un modello perfetto di scienziato Salarian

E' bene specificarlo subito; questa edizione del gioco progettata da Bioware, che per motivi che non staremo di certo a ripetervi qui, é limitata al solo secondo capitolo della trilogia attuata, rendendo palese come una bella fetta dell'epopea di Shepard e co. non apparirà nei nostri schermi in versione integrale. "Non integrale" anche se, comunque, avremo modo di sapere cosa ha spinto il protagonista e la sua nave ad avventurarsi nell'intricato prologo del secondo capitolo, che una volta ultimato farà partire un monologo/flashback del nostro personaggio, proiettandoci in un fumetto interattivo ottimamente gestito che, ovviamente, non compenserà interamente il capitolo perduto, ma si rivelerà comunque una simpatica soluzione per chi é interessato ad approfondire la storia della saga.

Partiremo quindi al comando del comandante Shepard (nel caso decidiate di non crearne uno vostro con l'editor) e dei membri della Normandy, nave spaziale di ultima generazione che farà da base principale e trasporto per tutto il gioco, finanziati niente meno che dalla misteriosa cellula pro-umani Cerberus guidata a sua volta da un individuo ancora più misterioso, che trova in Shepard l'ultima possibilità della galassia contro l'inevitabile ascesa dei Razziatori, che per qualche strano motivo é collegata alle inspiegabili scomparse di colonie umane in tutto l'universo, compito del giocatore quindi unificare una squadra composta da alcuni degli esseri più pericolosi e affidabili, abitanti nei sistemi interstellari per far fronte alla grave minaccia. Sotto queste basi vivremo un'avventura epica che ci riserverà più di qualche sorpresa, da personaggi di vecchia conoscenza a rivelazioni che più di una volta ci coglieranno di soppiatto, complice una regia saggiamente gestita e un background dei compagni di squadra che si rivela accattivante e ottimamente approfondito nel contesto, capace di tenere il giocatore incollato fino all'epico traguardo tracciato dall'avventura, che si dimenerà in veri e propri avvenimenti da classici fantascientifici, con pezzi memorabili come la nave dei Collettori.




Sono molto bravo con genetica e biologia

Ciò che subito colpisce di questa avventura sono la realizzazione e la cura a tratti maniacale con cui é stato creato l'universo di gioco. Se nel primo capitolo i pianeti diventavano dopo poco tempo simili tra loro a livello di struttura, é innegabile come in questo seguito la direzione artistica abbia fatto passi da gigante, rendendoci spettatori di ambientazioni, personaggi di più specie, navette, telegiornali, negozianti, Turian cantanti e nerd(!) in un insieme a tratti suggestivo, che nelle sue numerose subquest non mancherà di riproporci anche temi e riflessioni più attuali di quanto possano sembrare, creando una linea sottilissima tra il virtuale ed il reale. E' stato forse l'argomento più chiacchierato e pompato, ma sicuramente l'engine di gioco non delude le aspettative.

Siamo di fronte infatti ad una realizzazione spesso magistrale, dove i colpi d'occhio non mancano e i dettagli di personaggi ed ambientazioni sono realizzati sapientemente. Oltre ad un'ottima gestione delle texture e degli effetti speciali, vediamo un salto di qualità per quanto riguarda la gestione delle luci, ora meglio usata e definita, dando un tocco di realismo in più ai personaggi; personaggi che non mancheranno di proporre vere e proprie chicche grafiche (su tutte le espressioni dei visi), a loro volta moventi in ambientazioni sempre gradevoli e di sicuro impatto. Innegabile che comunque più che offrire veri e propri salti di qualità, il nuovo motore si limita a permettere una migliore conversione dalla versione madre per Personal Computer, ancora piuttosto lontana dai nostri schermi, soprattutto per i problemi offerti spesso dal frame rate incerto nelle situazioni più concitate e un'altra serie di dettagli che sembrano non aver gioito del nuovo motore, andando di fatto a peggiorare in alcuni punti. Invariato il sonoro, veramente molto buono, con degli effetti di tutto rispetto e una colonna sonora adatta ma forse un po' troppo di parte, contornato da un doppiaggio in italiano più che soddisfacente e per certi versi carismatico. Particolari difetti a parte, siamo di fronte ad un'ottima gestione tecnica.


Perché esperto io sono e questa é Tautologia

Di fronte ad una grande trama é lecito aspettarsi un grande gameplay e vedendo che dietro a tutto questo lavoro c'é Bioware la cosa appare scontata. Forse dispiacerà a molti cultori del gioco di ruolo, ma questa volta Bioware si é concentrata di più sulla creazione di un universo a sé stante, rendendocene partecipi attraverso un ottimo Third person shooter con degli elementi RPG. Lo sappiamo che per chi é abituato agli stilemi classici della software si aspettava molto di più (data anche la saga parallela di Dragon Age), ma non si tratta degli ultimi arrivati e certamente vi ritroverete di fronte ad una mappatura in grado di dare non poche soddisfazioni. Accanto alle azioni base da classico sparatutto in terza persona infatti (ormai consueta telecamera alle spalle a parte), ci troveremo a gestire una serie di azioni e poteri speciali tramite una schermata fatta a ruota che potranno via via essere imparate e potenziate.

Stesso discorso per le armi e per la gestione della squadra: potremo infatti portare con noi 2 membri alla volta, ognuno con caratteristiche proprie capaci di aggiungere una leggera dose di tattica ai nostri furiosi scontri. La parte ruolistica, level up esclusi, si ferma essenzialmente qui e, dobbiamo dirlo, é anche poco stimolata ad essere esercitata, dovuto anche da un livello di difficoltà un po' troppo tarato verso il basso. Una particolarità forse adatta per un pubblico più casual e svelto, visto che comunque - anche se non ai livelli di un Uncharted - siamo lo stesso di fronte ad uno sparatutto apparentemente classico, se non fosse che c'é un intero universo da esplorare. Tra un pezzo della storia e l'altro infatti, attraverso la sfavillante Normandy, avremo la possibilità di visitare galassie con altrettanti sistemi e pianeti al loro interno, che spaziano da colonie umane e non a vere e proprie lande desolate in grado di scannerizzare con la Normandy alla ricerca di minerali essenziali per il potenziamento di armi e armature, oltre che alla Normandy stessa, anche se alla lunga la cosa può risultare più che ripetitiva (fosse anche per la lentezza snervante dello scanner). Nel caso invece ci trovassimo in pianeti abitati allora potremo liberamente esplorarli nei limiti concessi, in luoghi che spaziano da mercati a complesse strutture piene zeppe di subquest che ci delizieranno per tutta la durata del gioco, spaziando nelle 30 ore per la main quest, facilmente raddoppiabili per esplorare e completare tutto, trofei inclusi.