Maximo: Ghosts to Glory

Maximo Ghosts to Glory
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Maximo: Ghosts to Glory

Il gameplay è sicuramente il fattore per cui Maximo può distinguersi: infatti ad una semplicità ed immediatezza di azione si contrappone un ottimo livello di difficoltà di situazione, fattore che delizierà gli animi dei giocatori incalliti, ma che potrà arrecare non poche frustrazioni a coloro che hanno un diverso approccio verso i videogiochi: un ambiguità da tenere sotto controllo. La monotonia della maggior parte dei platform è stata rotta e soppiantata da un pregevole crogiuolo di attività parallele e soprattutto di equa importanza: nella stragrande maggioranza dei videogiochi a piattaforme l'azione principale è sicuramente quella di terminare i livelli e di battere i mostroni di fine area. Le altre sotto-attività, come il collezionare oggetti e monete risultavano essere subordinate e di poco conto (coi casi dovuti)! Per Maximo, invece, il movimento dei collezionisti incalliti si è coalizzato e ha saputo far valere le proprie opinioni! Le monetine, elemento tanto superfluo da venire quasi ignorato dal videogiocatore medio, costituiranno ora la linfa vitale del gioco: esse saranno utili al fine dell'acquisto di utilissimi bonus, che potranno incrementare energia, potenza, energia dell'equipaggiamento, oltre all'equipaggiamento stesso. Data l'elevata difficoltà generale del titolo non sarà così raro infatti essere privati di pezzi dell'armatura dai simpatici quanto perfidi scheletri e fantasmi. In più di un'occasione, infatti il nostro prode eroe, dopo una strenua lotta con schiere di mostrilli scatenati si troverà in mutande nel vero senso della parola. Oltre a ciò, la dolce pecunia servirà anche per poter salvare, in quanto i laghetti magici di salvataggio, sono molto esigenti, e per poter usufruire dei loro servizi sarà indispensabile sganciare un bel po' di grana. Le monete però non saranno gli unici oggetti raccattabili e collezionabili dal gioco: servirà raccogliere infatti anche i pezzi dell'armatura, le chiavi, utilissime per aprire le locazioni segrete, le vite e l'energia e infine i power up indispensabili per eseguire le tecniche speciali più disparate. Inoltre i livelli saranno pieni di scrigni e forzieri dal contenuto che varia da oggetti di beneficio a perfidi mostri dalle paurose fauci pronte ad addentare qualunque cosa che gli si pari davanti.
Maximo: Ghosts to Glory

Per quanta riguarda i salvataggi, come già enunciato in precedenza, si possono effettuare negli stagni magici posti in prossimità delle torri dei boss. Come abbiamo già detto, è necessario un discreto numero di monete per effettuare un salvataggio, per la precisione 100, e non sarà affatto facile, visto che l'uso dei suddetti dindini va indirizzato prevalentemente per l'acquisto dei power up. Nulla che generi frustrazione o delusione, ma se nei primi livelli la quantità di soldi presenti è sufficiente, nelle fasi avanzate, col diminuire di tali ricchezze bisognerà andare al risparmio. Se però poi a ciò si somma una difficoltà generale più alta rispetto alla media del giochi attuali, le cose cambieranno un poco: capiterà infatti di sovente di dover ripetere anche lunghe sezioni di gioco, cosa che potrebbe fa storcere il naso al giocatore non incallito. Anche la ripetitività, fattore inizialmente nascosto da elementi fuorvianti (quali l'importanza del monetame e del ricco e vario mondo col quale si viene a contatto) ben presto farà la sua comparsa, mostrando incertezze ravvisate anni or sono negli andati videogame di altri tempi. Tutto questo assomigliare troppo a una tipologia di gioco datata, porta in un certo senso male: per qualcuno il paragone potrebbe essere ardito, ma le cose che accomunano questo titolo ai giochi della vecchia generazione, difficoltà e carenza di salvataggi in primis, perdita di vite e game over in secundis, in un certo senso lo sminuiscono. La sensazione quasi palpabile di provare una peculiarità di gameplay datata non la si riscontra solo nei primi minuti ma per tutto l'andare dell'avventura, che risulterà a tratti troppo ripetitiva tanto che potrebbe essere abbandonata velocemente dai giocatori occasionali. In un certo senso forse la difficoltà elevata potrebbe essere l'ostacolo più grande per molti: una legge di Joris-Karl H. diceva "fai un programma che anche un idiota può usare, e solo un idiota vorrà usarlo", è vero, ma nei videogiochi la difficoltà non dipende dal quoziente intellettivo del giocatore, bensì dalla sua dimestichezza in campo videoludico, altrimenti solo Einstein al tempo avrebbe finito l'ormai celebre Last Battle.
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Maximo: Ghosts to Glory
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Maximo: Ghosts to Glory

Una grafica e un sonoro azzeccatissimi, una giocabilità a buoni livelli ed una longevità "particolare" sono pochi dei tanti pregi che caratterizzano l'ultima produzione Capcom. Cosa manca all'appello? Ah eccola là, la trama, anche lei inserita perfettamente nel contesto, semplice e antiquata ma pur sempre d'effetto. Allora un giocone? Non proprio. All'inizio sono stato colto da un'incredibile euforia, e il gioco è riuscito a farmi provare emozioni uniche, ma solo dopo mi sono reso conto che qualche frangente della realizzazione non andava. Purtroppo Maximo ricade proprio dove inceppavano i giochi durante l'era 16 bit: infatti la malagevolezza dei salvataggi, la perdita delle vite, il game over e una difficoltà elevata vi faranno ripetere più volte lunghe sezioni di gioco. Questa metodologia, antiquata e passata in disuso, non riaffiora come pregio ma ora che torna una volta superata mostra tutti i suoi difetti ed in primis la ripetitività. Quest'ultima purtroppo è riscontrabile anche nelle sezioni di gioco che, bisogna ammetterlo, sono parecchio similari le une con le altre e sono inframmezzate giusto dai boss e non da sottogiochi o altre attività varie. Insomma, la meccanica di gioco ritrova i suoi limiti generazionali e l'elemento portante del gioco, il gameplay, appare ridimensionato. Per i nostalgici quindi? Esatto, ma anche per coloro che si "accontentano" di un platform particolare che riesce a non sfigurare rispetto a Jak and Daxter, ma a salire sul podio in seconda posizione: il mercato non offre poi tanto.