MDK 2

di Redazione Gamesurf
Protagonisti di questo episodio sono i tre scanzonato personaggi presenti anche nel primo MDK, ma due di loro, il cane Max e il Dottor Hawkins, rivestivano solo un ruolo di margine. Ora, invece, il loro utilizzo é funzionale al diverso approccio che richiedono i vari livelli, a seconda che ci sia da distruggere, da riflettere, o entrambe le cose in misura equilibrata. MDK 2 si presenta quindi come un insieme di tipologie e di diverse interpretazioni dell'avventura in terza persona, da un estremo all'altro passando per il punto medio, grazie alla forte caratterizzazione dei personaggi principali. Max, vera e propria macchina da guerra, é il fulcro dell'azione distruttiva grazie alla possibilità di combattere con tutte e quattro le sue braccia, utilizzando quindi fino a quattro armi contemporaneamente: interpretare Max significa comandare uno dei più massicci guerriglieri della galassia, con tanto di sigaro che imbocca bellamente da vero duro (Hannibal Smith docet)

Per antitesi, il dottor Hawkins sarà dedito alla risoluzione di enigmi e puzzle: laddove ci sarà da riflettere non può che essere il piccolo grande genio a prestarsi come unico protagonista, snobbando per lo più l'utilizzo delle armi in favore in un inventario ricco e completo
Il vero protagonista della serie, Kurt, svolgerà invece avventure tipiche degli action in terza persona, con tanta violenza condita con qualche puzzle che si aiuta con la famosa modalità cecchino
Tre generi riuniti in uno, dunque, il tutto assecondato da una giocabilità degna del miglior titolo da console. La classica combinazione mouse-tastiera rimane, anche in questo caso, il sistema di controllo più affidabile, anche se é alquanto fastidiosa l'impossibilità di saltare mentre si sta sparando: le due azioni, contemporaneamente, non possono essere compiute. Sarà necessario rilasciare per un attimo il "grilletto" e spiccare il balzo per poi riaffondare con l'arma. Un dettaglio, in fondo, che viene annichilito dalla maestosità di un titolo che, come ogni aspirante capolavoro, fa mostra di un gran comparto grafico e, cosa più rara, di un ottima realizzazione audio