Medal Of Honor: European Assault

di Luca Gambino
La seconda novità di European Assault riguarda le Nemesi, veri e propri boss da eliminare su indicazione del nostro comando, che resisteranno con maggiore storicità ai nostri colpi e spesso risponderanno al fuoco da par loro, ma che obiettivamente non riescono a trovare una loro esatta collocazione, perennemente a metà strada tra un end level boss di quakkiana memoria e un normale, stupido, soldato semplice. E proprio per rimanere in tema Id Software è da citare l'elemento "Adrenalina". Una particolare barra, posta sull'HUD, che si riempirà in base alle nostre azioni militari e uccisioni e che, una volta colma, ci permetterà di dare sfogo alla nostra rabbia, in puro Beserk-Style (ricordate Doom?). In questo frangente, che durerà qualche manciata di secondi, i danni inferti ai nemici aumenteranno nella loro efficacia mentre, per contro, qualsiasi colpo infertoci non lascerà la minima traccia.

Per ultima, trova degna citazione, la volontà di EA di prendere spunto dal modello di gioco offerto da Brothers in Arms, offrendoci una sua versione di cooperazione e comando di un piccolo gruppo di soldati che sebbene richiami alla memoria quanto visto in casa Ubisoft, non riesce a trovare una valida e realistica collocazione sul campo. I compagni comandati con l'ausilio del tasto R2 non godono, al pari degli avversari, di una Intelligenza Artificiale tale da renderli indipendenti e al riparo dagli imprevisti più ovvi. Li ritroveremo più volte a non reagire prontamente di fronte al fuoco nemico, o ad impallare maldestramente la nostra linea di fuoco (fortunatamente il friendly fire è disattivato), andando a ricoprire più una figura di contorno che non elemento di gameplay approfondito a dovere e degno di essere sfruttato a vostro favore. Una serie di novità, quelle introdotte da EA, che portano European Assault ben lontano dalla strada tracciata dal primo, immortale, episodio, portandola verso all'esterno di un genere che ha avuto il merito di creare. E che, soprattutto, non funziona. Sebbene la struttura del gioco sia molto simile a quanto già visto, con missioni "a tema" strutturate con obbiettivi primari e secondari, l'FPS di Electronic Arts sembra soffrire di quella crisi di identità che spesso attanaglia serie con un glorioso passato sulle spalle ma che desiderano a tutti i costi rinnovare un canovaccio ormai stantio. Ed in questo caso EA sembra veramente aver grattato il fondo del barile.

5
Anche dal punto di vista tecnico European Assault non gode di una realizzazione degna di nota. Modelli poligonali scarni, animazioni non certo eccellenti, scenari di gioco poco ispirati e una intelligenza artificiali più scriptata che mai, portano questa terza uscita su console di Medal of Honor ad una blanda sufficienza di rito, ben lontana da quanto preventivato invece dal team di programmazione. Una sufficienza guadagnata più per la buona qualità degli scontri, in cui convivono le possibilità di duelli "corpo a corpo" e quelli invece più tattici, che non per le vere novità introdotte in questo episodio che, al contrario, evidenziano la blanda risposta di Electronic Arts alla sempre più agguerrita concorrenza. Nota di merito, invece, va alla buona realizzazione delle armi, ottimamente caratterizzate nell'estetica e verosimilmente differenziate nel comportamento. Così come da tradizione potranno essere solo due quelle date in dotazione ad inizio missione, ma potranno essere cambiate in corso d'opera con quelle sottratte ai nostri avversari o con alcune (vedi i bazooka), che troveremo sparse nei livelli di gioco.

Il terzo assalto della corazzata battente bandiera EA s'infrange sulla scogliera del gameplay, naufragando nel mare della banalità e della ripetitività. Se European Assault doveva essere un ritorno in pista della serie che ha dato i natali agli sparatutto bellici ambientati nella seconda guerra mondiale, c'è di che essere davvero preoccupati. Poche idee, alcune concettualmente vecchie e completamente fuori contesto, hanno portato questa terza uscita su console di Medal of Honor ad essere un episodio trascurabile e da dimenticare al più presto.

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