Megaman Legends

di Redazione Gamesurf
Dopo un breve prologo, la gran parte del gioco si svolgerà su un'isoletta che pare essere il nascondiglio della vena madre. Qui dovrete investigare al riguardo parlando coi cittadini, facendo affari, esplorando le cave alla ricerca di refrattori e altri aggeggi utili e combattendo contro una banda di pirati intenzionati a mettervi i bastoni fra le ruote (dopotutto il tesoro non fa gola solo a voi). Il buon Megaman sarà capace di correre, camminare, zompettare allegramente, appendersi ai muri, usare due armi per volta (una per braccio) e tante altre simpatiche azioncine che non mi pare il caso di approfondire più di tanto (il manuale serve anche a questo, no?)

Purtroppo non é supportato l'uso dello stick analogico che avrebbe semplificato alcune operazioni, ma é uno dei difetti impliciti dovuti alla vecchiaia del gioco. Nel corso della vostra avventura avrete accesso a tutta una serie di potenziamenti difensivi e offensivi che potrete acquistare nei negozi sborsando adeguate somme di refrattori o sviluppare (con l'aiuto di Roll) a partire da componenti recuperati in giro (sempre dietro lauto compenso). In seguito tutte (o quasi) le armi potranno (anzi dovranno, se vorrete essere all'altezza dei nemici) essere migliorate nelle varie capacità (potenza, raggio d'azione, velocità). Tutto questo dona una certa profondità strategica al gioco
I dialoghi coi vari personaggi, in pieno stile action adventure (o RPG, a seconda delle scuole di pensiero ^_^) alla giapponese, saranno tutti pilotati e vi permetteranno ben pochi interventi. Questo non significa che siano da trascurare perché, oltre a fornire indizi importanti, serviranno anche per intraprendere le varie sotto quest facoltative utili per racimolare denaro e armi (i cannoni più potenti possono essere recuperati solo così). La trama non é niente di particolarmente originale o profondo (voi cercate il tesoro + i pirati cercano il tesoro = mazzate a raffica), ma il gioco punta le sue carte sulla simpatia dei personaggi e sulla demenzialità delle situazioni (e tutto sommato non manca l'obiettivo)