Men of War: Assault Squad
di
Marco Modugno
L'esclusività del gioco é dettata proprio da questo, ossia dall'obiettiva difficoltà per un neofita, che pure abbia metabolizzato in fretta i metodi basilari di gestione delle risorse, di confrontarsi con un'IA aggressivafin dal livello di difficoltà più basso, che esige una soglia d'attenzione sempre elevatissima, non consentendo mai a nessuno di rilassarsi sugli allori di un obiettivo faticosamente conquistato e lasciando a volte (piacevolmente) estenuati alla fine di un livello particolamente impegnativo e combattuto. La faccenda, ovviamente, migliora se si riesce a coinvolgere almeno un amico nel gioco cooperativo, facendosi aiutare da lui e da altri (fino ad un massimo di otto) nel gestire i diversi fronti di un teatro di combattimento, dividendo fraternamente le risorse comuni e coprendosi le spalle a vicenda. E' proprio in questo contesto, difficilmente riproducibile per un casual gamer, che la campagna single player dà il meglio di sé, alleggerito il compito del singolo dalla necessità quasi sovrumana di occuparsi di mille questioni simultaneamente.
Il comparto multigiocatore si avvale poi di un'opzione competitiva classica, con tanto di classifiche e graduatorie, nella quale un massimo di sedici giocatori, otto per fazione, potrà darsi battaglia in una delle trentasette vastissime mappe presenti. Livelli di queste dimensioni assumono facilmente proporzioni di dimensioni epiche. Occhio al tipo di avversari con i quali andrete ad incrociare la sciabola, però. I server di questo genere di giochi sono frequentati da uno zoccolo duro di novelli Rommel da tastiera capaci di fare a pezzi voi e le vostre velleità dagenerali della domenica nello spazio di una singola salva di artiglieria da campagna. Meglio allenarsi a fondo in singolo, dunque, prima di avventurarsi in rete.
Il prezzo contenuto al quale viene offerto il gioco potrebbe fare facilmente pensare ad un comparto tecnico scadente e poco curato. Niente di più errato. Innanzitutto, il distributore si é dato la pena, e non é poco, di rilocalizzare tutto e far ridoppiare il titolo nella nostra lingua. Niente sottotitoli o maccheronismi, stavolta, ed é tutto di guadagnato per quanti là fuori nutrono qualche avversione per la lingua di Albione, esperanto imposto ma non sempre gradito dal popolo dei videogiocatori.
Musiche ed effetti più che dignitosi completano un quadro decisamente positivo per il comparto sonoro. Che distanzia solo di poco quello grafico, caratterizzato da un livello di qualità di buon livello, pur senza avvicinarsi allo stato dell'arte, ma mostrandosi nel contempo poco esoso di risorse, confermando con una lista di requisiti hardware alla portata di quasi tutti la vocazione "popolare" del gioco.
Pochi i difetti tecnici riscontrati, più che altro nell'erronea gestione dell'IA di qualche spostamento di unità (quando le "galline del pollaio" diventano centinaia é inevitabile che qualcuna finisca ad incastrarsi in un albero o in un masso e ci tocchi andare a liberarla), in qualche errore nei menu (ad esempio quando un'unità viene segnalata come riparabile e invece non lo é) e nella quasi imperdonabile mancata implementazione die tasti freccia per lo scrolling di mappa.
Titolo dunque decisamente ben riuscito ed interessante, che merita un approfondimento sul campo da parte di qualsiasi appassionato di RTS che non voglia rischiare la "radiazione dall'albo". I neofiti, invece, ci pensino bene prima diintraprendere. Con MoW: AS esistono solo due possibilità. Ci s'impegna a fondo oppure si muore. Proprio come in guerra.
Il comparto multigiocatore si avvale poi di un'opzione competitiva classica, con tanto di classifiche e graduatorie, nella quale un massimo di sedici giocatori, otto per fazione, potrà darsi battaglia in una delle trentasette vastissime mappe presenti. Livelli di queste dimensioni assumono facilmente proporzioni di dimensioni epiche. Occhio al tipo di avversari con i quali andrete ad incrociare la sciabola, però. I server di questo genere di giochi sono frequentati da uno zoccolo duro di novelli Rommel da tastiera capaci di fare a pezzi voi e le vostre velleità dagenerali della domenica nello spazio di una singola salva di artiglieria da campagna. Meglio allenarsi a fondo in singolo, dunque, prima di avventurarsi in rete.
Il prezzo contenuto al quale viene offerto il gioco potrebbe fare facilmente pensare ad un comparto tecnico scadente e poco curato. Niente di più errato. Innanzitutto, il distributore si é dato la pena, e non é poco, di rilocalizzare tutto e far ridoppiare il titolo nella nostra lingua. Niente sottotitoli o maccheronismi, stavolta, ed é tutto di guadagnato per quanti là fuori nutrono qualche avversione per la lingua di Albione, esperanto imposto ma non sempre gradito dal popolo dei videogiocatori.
Musiche ed effetti più che dignitosi completano un quadro decisamente positivo per il comparto sonoro. Che distanzia solo di poco quello grafico, caratterizzato da un livello di qualità di buon livello, pur senza avvicinarsi allo stato dell'arte, ma mostrandosi nel contempo poco esoso di risorse, confermando con una lista di requisiti hardware alla portata di quasi tutti la vocazione "popolare" del gioco.
Pochi i difetti tecnici riscontrati, più che altro nell'erronea gestione dell'IA di qualche spostamento di unità (quando le "galline del pollaio" diventano centinaia é inevitabile che qualcuna finisca ad incastrarsi in un albero o in un masso e ci tocchi andare a liberarla), in qualche errore nei menu (ad esempio quando un'unità viene segnalata come riparabile e invece non lo é) e nella quasi imperdonabile mancata implementazione die tasti freccia per lo scrolling di mappa.
Titolo dunque decisamente ben riuscito ed interessante, che merita un approfondimento sul campo da parte di qualsiasi appassionato di RTS che non voglia rischiare la "radiazione dall'albo". I neofiti, invece, ci pensino bene prima diintraprendere. Con MoW: AS esistono solo due possibilità. Ci s'impegna a fondo oppure si muore. Proprio come in guerra.
Men of War: Assault Squad
8
Voto
Redazione
Men of War: Assault Squad
Scelta coraggiosa e da un certo punto di vista contraddittoria quella di 1C Company di far sviluppare un RTS bellico tanto complesso e dettagliato, scegliendo poi di commercializzarlosubito a prezzo ridotto, mercato di solito rivolto al pubblico dei casual gamer o a quello dei papà inesperti che comprano in edicola un gioco per il figliolo senza sapere bene cosa stiano acquistando. Questa seconda espansione stand alone della serie Men of War, infatti, si rivolge concettualmente ad un pubblico già svezzato, rischiando invece di disorientare e spaventare i meno avvezzi alla gestione simultanea e "real time" di decine di azioni diverse. L'esperienza, però, risulta alla fine così immersiva da mettere una seria ipoteca sulla possibilità di catturare l'attenzione di qualche nuovo adepto, purché armato della dose di pazienza necessaria a farsi le ossa. Merita un'occhiata, in attesa del prossimo capitolo che sarà ambientato, pare, in Vietnam.