Metal Arms: Glitch in the system
di
Swingin Ape Studios, una software house sconosciuta, almeno fino ad oggi. Una casa che per la prima volta si affaccia nel mercato videoludico e sforna un gioco capace di stupire, di lasciare basiti i videogiocatori dinnanzi a un prodotto che per qualità sarebbe facilmente attribuibile a una software house più prestigiosa, una delle solite da cui aspettarsi qualcosa di memorabile. E invece no, stavolta tocca al novellino di turno, che da novizio si presenta nelle vesti di grande esperto e da una lezione che un po' tutti dovremmo imparare: non sempre pubblicità sfrenate accompagnano l'uscita di capolavori, così come è possibile che quasi in sordina escano giochi di indubbio valore.
In una galassia lontana...
Rovistando tra un mucchio di rovine, un gruppo di droidi trova un ammasso di ferraglia, che da tale verrà riassemblato e trasformato in una macchina di distruzione totale. Il suo nome è Glitch, e benché l'aspetto buffo e superdeformed non lo dia a vedere, è uno che sa il fatto suo. Dinnanzi alla situazione che si è venuta a creare non c'è tempo per le smancerie, c'è solo spazio per l'azione: Stella di Ferro, pianeta dove si svolgono le vicende narrate, un tempo era una landa sperduta ai confini dell'universo abitata da robot. Difficile stabilire quando cominciò il terrore, brutto ripensare a quei momenti. Stavolta non c'entra la follia umana ma quella robotica, spinta da una scienza impazzita tesa all'evoluzione della specie: la creazione di uno scienziato robot superiore. Dopo innumerevoli tentativi falliti miseramente, finalmente i robot riuscirono a creare un nuovo automa scienziato, migliorato, più potente, più intelligente, più cattivo che mai: il Generale Corrosive. Non ci volle molto perché il robot prendesse il sopravvento e producesse al suo comando un esercito. La nuova razza da lui forgiata prese il nome di Mil, e tutta Stella di Ferro fu da allora in poi pervasa dal caos e dominata dalle sue milizie cibernetiche. Ma una schiera di eroi robotici ha opposto resistenza, e ora che è arrivato Glitch la vendetta può compiersi...
Il background che fa da sfondo alla vicenda si presenta così, un gigantesco scenario bellico dove far recitare il nostro eroe, Glitch. La regia indugia parecchio sulle scene belliche, ma c'è spazio anche per altro: in-game si passa da sequenze immerse in un vortice d'azione a semplici filmati in fmv, passando per siparietti comici con altri personaggi caratterizzati da dialoghi simpatici, senza dimenticare trovate quali la possibilità di prendere il controllo di robot nemici o eseguire mirabolanti scontri a bordo di mezzi super corazzati. Il tutto viene etichettato come uno sparatutto in terza persona, dove i registi, appunto i programmatori, non sono stati avidi di ingegnose trovate atte a rendere la pellicola decisamente divertente e con una sottile vena ironica. Il titolo si mostra davanti ai nostri occhi in modo davvero avvincente. Le scene d'azione sono rese benissimo, Glitch gode di un potentissimo arsenale da far invidia al Rambo dei tempi d'oro e tra una mitragliata e l'altra non risparmia fiumi di pallottole, che consuma in quantità più che industriale. Complice anche lo spropositato numero di nemici su schermo, che rende il gioco più difficile di quanto non possa sembrare all'apparenza. Non vi inganni l'aspetto super-deformed o il dialogare simpatico dei personaggi, qua per avere la meglio contro i nostri nemici non dovremo sudare sette camicie ma otto. I siparietti che poi suddividono una scena e l'altra risultano spassosissimi, specie i venditori di armi che ricordano il baffo dei tempi d'oro, asma esclusa.
Difficile non emozionarsi dinnanzi a cotanto spettacolo. Se credete che Metal Arms sia il classico sparatutto in terza persona dovrete mutar parere, la presenza di mezzi, il bizzarro arsenale a vostra disposizione e la possibilità di sottomettere robottoni giganti al nostro servizio vi farà ricredere in una manciata di secondi. Aggiungete a tutto questo un personaggio unico, affiancato da altri robot droidi di tutto rispetto e voilà, ecco un gioco che a un primo aspetto decisamente buffo affianca una profondità di gameplay disarmante. Non ci siamo fatti intenerire dalle dolci fattezze di Glitch, ne tantomeno il nostro è un simpatizzare verso una nuova software house che si butta per la prima volta in questo oceano di squali. Non vi fate confondere le idee dall'aspetto poco serio del prodotto, non commettete questo sacrilegio. Metal Arms è difficile; è apparentemente buffo ma profondo; l'ironia dei siparietti è ricompensata dalla serietà degli scontri a fuoco. Metal Arms è un gioco serio raccontato in modo scherzoso. Ed è bene che sia così, perché un pizzico di simpatia e umorismo fa sempre bene, e non implica che il prodotto risulti poco adulto.